1 luglio 2015

musica – FESTA DELLA MUSICA AMATORIALE


 

FESTA DELLA MUSICA AMATORIALE

In occasione della Festa Europea della Musica abbiamo chiesto ad uno dei suoi protagonisti di illustrarcene la genesi ed il significato.

Dieci giorni fa si è celebrata la Festa europea della musica. È un appuntamento che altre città del vecchio continente sentono con molto affetto, prima tra tutte Parigi dove l’evento si celebra con grande entusiasmo e sul cui modello molte altre capitali europee nel giorno più lungo dell’anno riempiono di musica strade e piazze. Musiche di tutti i generi, di tutti gli stili, in tutti gli angoli della città, dal centro alle periferie. Anche Milano, che un tempo era fedele a questa ricorrenza, dopo un periodo buio all’insegna della pigrizia organizzativa, negli ultimi anni sta recuperando terreno.

musica25FB_Mancava un palco espressamente dedicato alla musica amatoriale e così, noi che 5 anni orsono abbiamo fondato l’Orchestra Carisch facendo proprio della amatorialità musicale la nostra bandiera, abbiamo pensato a un festival dedicato a quei gruppi e a quelle orchestre che, come noi, credono nell’importanza della pratica amatoriale: il 21 giugno diventa quindi anche la Festa della Musica Amatoriale. Nel 2013 la nostra proposta ottenne il favore dell’Assessorato alla cultura e del settore Musei del Comune di Milano, trovando accoglienza nelle sale e nei cortili del Castello Sforzesco. La formula si rivelò talmente felice che siamo giunti alla terza edizione rinnovando il favore del pubblico – sempre più numeroso – e delle istituzioni che supportano l’iniziativa.

L’edizione di quest’anno ha visto una carrellata di diverse realtà amatoriali milanesi che con gli anni diventano sempre più significative a testimonianza di un messaggio condiviso da importanti musicisti professionisti che hanno piacere di esibirsi con organici amatoriali; ci piace citare a proposito le parole di Stefano Bollani “Sono pochissime in Italia le persone che hanno occasione di suonare indipendentemente dal professionismo, e questo va a deperimento della fruizione stessa della musica: sarebbe bello che ci fossero in ogni città cori e orchestre amatoriali in cui medici, avvocati e, perché no, anche operai si trovano la sera per suonare Schubert o il jazz“. L’attività amatoriale è un veicolo di cultura musicale e la nostra società ha molto bisogno di cultura (non solo musicale). Quindi: Festa della musica amatoriale.

Il concerto di apertura del festival si è tenuto venerdì 19 sera presso il Tempio Valdese, che ha spesso ospitato i concerti dell’Orchestra Carisch. Il programma prevedeva l’ouverture dal Coriolano di Beethoven e due brillanti pagine mozartiane: il concerto per pianoforte K. 488 in la maggiore e la sinfonia n. 31 “Parigi”. Due interpreti d’eccezione: Bruno Canino al pianoforte, che sempre delizia pubblico e orchestra con la grazia delle sue esecuzioni e il direttore Renato Rivolta, regolarmente ospite dell’orchestra con cui conduce un lavoro continuativo facendone crescere l’organico dal punto di vista musicale e strumentale.

Il sabato successivo i cortili del Castello Sforzesco hanno visto protagonisti molti organici ospiti. Ad aprire le danze (e in questo caso non è una metafora) il gruppo Concento de’ Piffari che ha presentato un programma di danze e musiche vocali/strumentali del Rinascimento e del primo Seicento. L’esecuzione, con strumenti e costumi d’epoca, si è svolta nella splendida cornice del portico dell’Elefante, nel cortile Ducale.

Successivamente il gruppo Camm’a fa’ ha eseguito musiche tradizionali napoletane. La brava soprano Donatella Colletti ha guidato l’organico e condotto il pubblico attraverso due secoli di tradizione musicale partenopea. Il percorso, cominciato con il repertorio rinascimentale e sviluppato con la tradizione settecentesca napoletana, è proseguito con un programma prevalentemente operistico eseguito dal Coro e dall’Orchestra dell’Assunta in Vigentino, per la seconda volta ospite del festival, e si è concluso con un programma ambizioso del gruppo di fiati della Carisch: la Petite Symphonie di Gounod e la Serenata op. 7 di Richard Strauss. L’esecuzione è stata diretta da Damiano Di Gangi che per la prima volta è salito sul podio di questo organico nell’ottica di una collaborazione che si spera duratura.

Dallo splendido portico dell’Elefante il pubblico si è spostato al palco allestito dal Comune nel Cortile delle Armi per ospitare le manifestazioni dell’Estate Sforzesca. Qui la Carisch si è presentata con due ospiti di eccezione: Milan Rericha, virtuoso praghese del clarinetto, e Sergio Delmastro, anch’egli più volte direttore ospite dell’orchestra. Il programma, tutto per clarinetto e orchestra, prevedeva il concerto K. 622 di Mozart e il funambolico Introduzione, tema e variazioni di Rossini. Dopo l’applauditissima esecuzione di Rericha è arrivato il momento del Raduno Libero Orchestrale, l’appuntamento più significativo della “festa della musica amatoriale”.

Tra i vari esperimenti svolti in questi anni, uno dei più riusciti è proprio quello dei Raduni Liberi: per quanto ne sappiamo è l’unico veicolo di partecipazione collettiva al repertorio sinfonico orchestrale. Cos’è un raduno libero orchestrale? La direzione artistica dell’orchestra sceglie un brano dal proprio repertorio, coinvolge un direttore (molto) coraggioso, in questo caso Renato Rivolta, e pubblica sul proprio sito le parti strumentali invitando chiunque voglia a venire e suonare. Tutti possono quindi scaricare la parte, studiarla e presentarsi il giorno dell’appuntamento senza alcuna preiscrizione o indagine sulle capacità strumentali. Gli organici dei raduni sono quindi improbabili: 9 flauti, 18 clarinetti, 1 fagotto … , le esecuzioni non sono certo impeccabili, anche perché essendo un’esecuzione improvvisata il brano non viene provato, ma l’entusiasmo è sempre altissimo e garantito è il divertimento di tutti, pubblico e strumentisti.

Gran finale con il concerto de La Verdi per tutti che, sotto la direzione di Giovanni Marziliano, ha eseguito un programma di tutto rispetto: la sinfonia incompiuta di Schubert e la prima sinfonia di Brahms.

Anche questa terza edizione della “festa della musica amatoriale” è stato un grande successo, di pubblico e organizzativo: il merito va alle istituzioni che la sostengono e all’orchestra che l’organizza. Non possiamo che augurarci una quarta e ancora più felice edizione a meno di un anno da oggi: la musica amatoriale ha bisogno di un palcoscenico di ampio respiro affinché diventi una pratica diffusa con coraggio e passione da un numero sempre maggiore di musicisti. Proprio quel coraggio e quella passione che sono stati i veri protagonisti dei concerti ai quali abbiamo assistito in questi giorni.

Nicola Kitharatzis

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



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