10 giugno 2015

STREET ART E DECORO URBANO: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA


Una decina di giorni prima del primo maggio avevo scritto su queste pagine un articolo sull’Associazione Retake Milano, che da anni collabora con il Comune pulendo i muri della città dalle scritte e dagli imbrattamenti insieme ai moltissimi volontari che di volta in volta vengono coinvolti nei suoi progetti. Poi c’è stata la manifestazione No Expo, alcune strade della città sono state oggetto delle devastazioni dei black bloc e, nel giro di due giorni, una grande massa di milanesi è scesa in piazza armata di spugne, spazzole e detersivi per ripulire la propria città. A quel primo evento spontaneo – Nessuno tocchi Milano -ne è seguito un secondo – Bella Milano – che l’Amministrazione ha sostenuto e coordinato affinché l’operato dei cittadini potesse diventare non solo un gesto simbolico, di affezione e di civismo, ma anche uno strumento utile ed efficace.

05grandi12FBVisto il successo della manifestazione, un’altra ne seguirà a breve. Insomma, in poche settimane abbiamo assistito a uno di quei risvegli della città guidati dal senso di appartenenza a una comunità e dal desiderio di proteggere ciò che è di tutti.In questo contesto di partecipazione corale, Retake Milano ha portato avanti i suoi progetti, già da tempo programmati e sostenuti dal Consiglio di Zona 1, modificandone però il calendario, così da potere partecipare alle giornate di Puliamo Milano insieme al resto della città. Tra i tanti interventi previsti tra maggio e giugno (alla Triennale, al Museo del Parco Archeologico, in Piazza Sempione), uno includeva la pulizia dei muri, degli edifici e delle saracinesche di via Cesariano; quest’ultimo progetto, che in realtà avrebbe dovuto svolgersi alcune settimane più avanti, contemplava, oltre alla pulizia della parte più imbrattata dei muretti dell’area giochi di quella strada (quelli che quindici anni fa erano stati dipinti da Pao e Linda, ma che con il tempo sono stati in gran parte coperti da tags), un successivo interevento di ripristino dei murales.

Come sia andata la faccenda è cosa nota: l’intervento di parziale copertura del murale di Pao e Linda è stato subito criticato da alcuni residenti e genitori; un video è stato postato sui social in tempo reale; gran parte della città si è erta in difesa della street art, condannando quello che si è ritenuto essere un arrogante e becero intervento di copertura di bel dipinto. In realtà, se errore vi è stato, si è trattato di un deficit di comunicazione e di corretta informazione: in gran parte dovuto alla fretta e alla necessità di dovere modificare la programmazione di un’iniziativa che altrimenti si sarebbe svolta qualche settimana dopo, in maniera più coordinata e con la dovuta informazione; in tal modo non si sarebbe dato adito a fraintendimenti, sollevazioni di popolo, denunce e proteste.

Così si è venuta a creare una situazione paradossale e contraddittoria: mentre da una parte la città si mobilitava per combattere il degrado e per difendere il decoro urbano, dall’altra la stessa città sosteneva che l’arte dei dipinti murari deve essere promossa e tutelata, appoggiata e difesa a ogni costo. Posizioni entrambe giuste, che erroneamente sono state viste e interpretate come contrapposte e conflittuali tra loro. Per questo è ora opportuno fare alcune considerazioni sui temi della street art, del graffitismo, delle scritte vandaliche, della legalità e del rispetto per il bene comune. Quando si parla di street art e di murales, espressioni di una forma d’arte alternativa, di protesta, di denuncia sociale, di libera creatività, che decorano e abbelliscono tanti muri della città, non si parla affatto di scritte vandaliche: le tags e ogni forma di imbrattamento su muri, vetrine, saracinesche, oltre a essere deturpanti e brutte, sono illegali e dovrebbero sempre essere impedite, sanzionate, rimosse.

Quando si parla di antigriffitismo, non si intende la lotta contro ogni forma di graffitismo ma contro quella che sfregia, imbratta, vandalizza muri, pali, panchine, saracinesche, arredi urbani di ogni genere. Una buona amministrazione dovrebbe educare alla legalità e al rispetto per la cosa pubblica, sanzionare ogni atto vandalico e al tempo stesso sostenere, anche scegliendo luoghi deputati allo scopo, l’arte dei dipinti murari e del graffitismo.

È quello che si sta facendo a Milano. Mentre si combatte l’illegalità e l’atto vandalico fine a se stesso (anche grazie al supporto di quelle associazioni di volontariato che lavorano gratuitamente al fianco dell’Amministrazione e delle forze dell’ordine), si promuove la street art e il lavoro di tanti giovani e meno giovani artisti: i nuovi murales in via Morosini, in via Tommaso da Cazzaniga, in piazza Cardinal Ferrari e in tante altre strade della città, ne sono la prova. A ciò si aggiunge l’imminente delibera della Giunta Comunale che, grazie alle indicazioni dei Consigli di Zona, ha identificato “69 muri liberi” che saranno messi a disposizione degli artisti.

In quest’ottica, anche le associazioni che da qualche anno puliscono i muri dalle scritte, supportate da sponsor che forniscono materiali e macchine, hanno spesso portato avanti progetti con le scuole o con i residenti di alcuni quartieri, nei quali artisti più o meno famosi si sono impegnati a decorare e a dipingere i muri appena ripuliti che altrimenti sarebbero stati nuovamente abbandonati al degrado. La stessa cosa accadrà ora in via Cesariano. Dopo un proficuo incontro tra il Consiglio di Zona 1, Pao e Linda, l’associazione Retake Milano e il Comitato Proarcosempione, si è deciso che, nei giorni 12, 13,14, giugno, il muretto che delimita l’area gioco di quella strada, verrà nuovamente dipinto con un murales da Pao e Linda. I bambini del quartiere potranno preparare dei bozzetti e dire cosa vorrebbero fosse dipinto sul muro, quindi lavoreranno insieme agli artisti. Inoltre, nel volgere di un’altra decina di giorni l’associazione Retake Milano e il Comitato Proarcosempione porteranno a termine la pulizia dei palazzi che affacciano sulla via.

Sarà un evento all’insegna della creatività e dell’arte di strada, della legalità e del decoro urbano, approvato e sostenuto anche economicamente dall’Amministrazione. Quando esiste la volontà di superare i conflitti e di trovare soluzioni condivise, la città non potrà che divenire più ricca e più bella.

 

Elena Grandi



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