10 giugno 2015

LA TRIENNALE DEL DOPO-EXPO: IL MONDO DEI MAKER


07patti12FBUna piccola Expo l’anno dopo di Expo, con la differenza che si terrà in varie parti di Milano e non richiederà la costruzione di enormi padiglioni fuori città. Sarà dedicata al design e alla nuova industria (interconnessa, come la chiamano negli Usa, o 4.0, secondo la definizione tedesca) e attirerà architetti ma anche molti maker, i nuovi artigiani che armeggiano con le stampanti 3D. È così che gli organizzatori immaginano la ventunesima Triennale internazionale di Milano. Comincerà nell’aprile 2016, una settimana prima del Salone del Mobile, e finirà il weekend del Gp di Monza, a settembre.

Il legame con Expo sta nel fatto che la Triennale internazionale è l’unica istituzione culturale riconosciuta in via permanente dal BIE, il Bureau International des Expositions che organizza le esposizioni universali. La vicinanza di Expo è stata fondamentale nella decisione di tornare a organizzare una manifestazione che era stata abbandonata nel 1996, dopo 63 anni di storia? No, per Claudio De Albertis, presidente della Triennale: «Capita casualmente dopo Expo, la decisione di tornare a organizzare una triennale internazionale è stata presa due anni fa» dice a Linkiesta. «Con il Cda abbiamo pensato che fosse il momento di riprenderle perché siamo a una svolta. Negli Usa si parla di una nuova rivoluzione industriale, è necessario che ci sia un incontro internazionale perché siamo convinti che il design possa essere un grande strumento per uscire dalla crisi. Così è stato in passato, per esempio all’epoca della crisi petrolifera degli anni Settanta».

Se è vero che “la storia della Triennale è quella delle sue esposizioni”, a un certo punto la formula aveva perso decisamente smalto. «Dopo il 1996 il presidente Augusto Morello decise di cambiare – spiega De Albertis -. Fu una scelta anche condivisibile, perché si era perso l’impulso delle triennali internazionali. Si decise di fare delle triennali al di fuori del BIE, della durata di tre anni. Da lì è nata la nuova Triennale».

Ancora non si sa se a quella del 2016 seguirà anche una Triennale nel 2019, né sono noti i dettagli dell’evento (a partire dai costi e dai visitatori attesi). Di certo, continua il presidente dell’istituzione, «per Milano sarà una grande opportunità. In genere nell’anno dopo i grandi eventi le città hanno un momento di stanca. Milano potrà invece continuare … per continuare a leggere l’articolo su Linkiesta.it  clicca qui

Fabrizio Patti



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