10 giugno 2015
GIOVANNI F. BIGNAMI e ANDREA SOMMARIVA
ORO DAGLI ASTEROIDI E ASPARAGI DA MARTE
Mondadori Università, Milano, 2015
pp. 170, euro 16,00
Non è solo un sogno. È un’idea, di quelle buone, che hanno la capacità di cambiare il mondo. Per troppo tempo siamo rimasti nella culla e non abbiamo visto quante opportunità ci sono fuori. “La Terra è la culla dell’uomo, ma non si può sempre vivere nella culla“. Così diceva Kostantin Ziolkovski, che divenne il visionario padre dell’astronautica mondiale. Qui però non ci sono visioni, ma fatti. A raccontarci cosa c’è fuori dalla culla è Giovanni Bignami, presidente dell’INAF e accademico dei Lincei, che ancora una volta, grazie alla sua lungimiranza, anticipa gli eventi.
Il saggio, scritto a quattro mani con un economista internazionale, Andrea Sommariva, mira a stuzzicare non solo le menti dei capi di Stato, ma anche quelle di grossi imprenditori del settore privato. Il business è negli asteroidi, quelli più vicino a noi, e con le caratteristiche che ci interessano. Negli ultimi anni infatti la corsa all’oro, ma anche ad altri elementi chimici preziosissimi, come il rodio, il palladio, l’iridio e altri ancora, sta spostandosi al di fuori della Terra. Non a caso la Nasa sta studiando un programma (Asteroid Redirect Mission) che ha lo scopo di identificare, catturare e trasportare un asteroide in un’orbita stabile vicino alla Luna e infine sfruttarne le risorse minerarie.
Al momento, la composizione chimica degli asteroidi è stata stimata attraverso analisi spettroscopiche e fotometriche. Ne deriva che essi contengono molti metalli, come quelli del gruppo del platino (MGP), ma anche il cobalto, il ferro, il nickel, l’oro e il germanio, in quantità molto superiori a quelle del mantello terrestre. I programmi di esplorazione degli asteroidi da parte delle agenzie spaziali aprono la porta allo sfruttamento delle risorse naturali nello spazio da parte del settore privato, non solo tramite lo sviluppo delle tecnologie per il raggiungimento e il trasporto dell’asteroide, ma per avviare un commercio fino a ora impensabile.
Negli Stati Uniti, aziende private, che hanno per oggetto lo sfruttamento minerario dello spazio, esistono già. Tra i principali investitori ci sono Eric Shmidt e Charles Simonyi (Planetary Resources – Google).E questo sarà solo un inizio, che darà un abbrivio all’economia mondiale e italiana.
Bignami lo sa, e non si ferma. A questo punto della storia, quando cioè avremo la tecnologia giusta per spingerci più in là nello spazio e le conoscenze tecniche per affrontare i pericoli dello spazio, il passo successivo sarà quello dell’esplorazione umana di Marte, cioè il pianeta roccioso più vicino e più simile alla Terra. Data la sua conformazione, non è un posto adatto per una vacanza, ma non impossibile per il soggiorno dell’uomo.
Come ha detto l’astronauta Buzz Aldrin, la logica dell’esplorazione di Marte risiede nell’obiettivo di creare un insediamento umano permanente. L’atmosfera è sottilissima e rarefatta, come essere a una quota doppia dell’Everest, e la gravità un terzo della Terra. In un primo tempo, potremmo creare rifugi in tunnel di lava. Ma poi … poi architetti e ingegneri terrestri darebbero libero sfogo a tutta la loro creatività, perché su Marte si posso costruire grattacieli alti chilometri, giardini sospesi e le colonne del Partenone sarebbero più slanciate.
E per i buongustai una bella notizia: gli asparagi hanno bisogno di poca luce, adorano le sabbie ricche di ferro, e con la bassa gravità crescono giganti. Oltre ai ristoranti giapponesi, cinesi e indiani dovremmo iniziare a pensare a quelli marziani. Il “risotto rosso agli asparagi marziani” potrebbe arrivare sulle nostre tavole in meno di dieci anni.
Cristina Bellon
questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero