10 giugno 2015

la posta del lettori_10.06.2015


Scrive Gregorio Praderio a proposito dello scandalo Trenord e whistleblower – Giustamente Salvatore Bragantini biasima i mancati controlli e i silenzi sull’operato dei vertici delle FNM. Chi doveva vigilare non l’ha fatto, male, malissimo. Ho qualche perplessità invece sulla valutazione della figura dei “whistleblower“, che sono appunto i delatori, gli informatori, quelli che fanno la soffiata (e non gli arbitri, non avendone il ruolo). Ora, sappiamo bene che non tutti i delatori sono animati da buone intenzioni, anzi. Accanto agli amanti del diritto, ci sono anche i calunniatori, gli arrabbiati con il mondo e quelli che semplicemente si vogliono vendicare del capo che non gli ha dato le ferie.

Far girare voci infondate su presunte malversazioni è insomma facilissimo (specie in un sistema normativo come il nostro, dove il confine fra lecito e illecito è spesso questione di sfumature) e i danni morali e materiali che si possono generare con indagini che magari durano anni sono davvero molto ingenti (e difficilmente il delatore, a meno di evidente malafede, viene condannato: sì, perché i magistrati sanno bene che questa è per loro spesso l’unica maniera di venire a conoscere come vanno le cose, e stanno bene attenti a non bruciare i possibili “soffiatori”).

Dunque, doppia responsabilità degli organi di controllo che non funzionano: sia perché permettono comportamenti illeciti; sia perché incoraggiano e consolidano la delazione, che dovrebbe essere proprio l’extrema ratio per una società. Fortunati i paesi che non hanno bisogno di whistleblower, verrebbe da dire.

 

Scrive Michele Palma a proposito dello scandalo Trenord – Bravo Bragantini! Come mai l’articolo non lo ha inviato ai maggiori quotidiani? o lo ha fatto senza avere ospitalità? Comunque grazie per la lucidità della denuncia

 

Scrive Francesco Vescovi a proposito di Rai e cluster media a Milano – Scrivo a proposito dell’articolo di Marco Gambaro. È il secondo anno che con i miei studenti del laboratorio di Urbanistica al Politecnico esploriamo l’ipotesi di creare un cluster di aziende del settore Media (sull’esempio di casi analoghi a Barcellona e Manchester) a Rogoredo. Qui come noto esiste infatti già la sede di SKY ed è infatti una zona dotata di un’accessibilità unica, con il naso rivolto a Roma (stazione della TAV).

Sarebbe anche una buona opportunità per ridare centralità a una sfortunata periferia (vedi vicenda Santa Giulia e l’area di Porto di Mare) che ha però grandissimi potenziali (sistema dei trasporti e aree a disposizione) e risorse, come per esempio anche la ATU (area di trasformazione urbana) verso il Parco Agricolo Sud e Chiaravalle: sicuramente la sede ideale per il CERBA e altri funzioni di scala metropolitana.

Si tratterebbe finalmente di creare quella strategia economica e di disegno urbano che, per una assurda scelta degli amministratori, manca totalmente nel PGT milanese.



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