4 giugno 2015

UBER & C. CONTRASTARE L’INNOVAZIONE CON LE SENTENZE


Come se la sentenza non ci fosse stata: «Siamo sempre in cerca di personale. Mandate un curriculum». Maurizio Migliore è “operation manager” di Uber o, in altri termini, «sono quello che deve far funzionare Milano». Parla a un centinaio di ragazzi nel Talent Garden di viale Monza, a Milano, in un evento organizzato da un’altra start up a forte base tecnologica, Fluentify. Titolo dell’incontro: “Fare impresa in Italia e all’estero“, protagoniste tre aziende della sharing economy: Uber, Bla Bla Car e Zomato. I ragazzi, tra i 20 e 30 anni, sono attentissimi. Qualche giorno prima una sentenza del Tribunale di Milano ha decretato che Uber Pop, la piattaforma che mette in contatto utenti e “driver” selezionati dalla società californiana, fa concorrenza sleale ai tassisti e deve cessare le attività in tutta Italia.

07patti21FBCon la country manager Benedetta Arese Lucini che non ha commentato la sentenza e la replica della società affidata a Zac De Kievit, legal director di Uber Europa, Migliore diventa la voce della piattaforma. «Andremo avanti per 15 giorni, come prevede la sentenza. C’è il tempo per fare appello. Poi dipenderà da cosa decideranno i giudici. Se dovremo fermare il servizio Uber Pop, rispetteremo la decisione come abbiamo sempre fatto in passato». Tuttavia, secondo Migliore, ingegnere di circa 30 anni con studi a Torino e perfezionamento a Southampton e al Berkley Lab, il lavoro degli impiegati di Uber non subirà conseguenze. «Nei casi passati in cui abbiamo avuto degli stop temporanei, anche all’estero, non abbiamo mai lasciato a casa nessuno. Io avevo un contratto a tempo indeterminato (per la società di ingegneria Comau, con la quale ha curato progetti per Fiat e Ford, ndr) ma mi sento molto più tutelato qui». Gli autisti, invece? «Non sono nostri dipendenti». Inoltre il servizio Uber Black, quello che prevede il ricorso agli autisti di Noleggio con conducente (Ncc) non è stato interessato dalla sentenza.

Per la società – che rifiuta l’etichetta di azienda di trasporti e accetta solo quella di piattaforma tecnologica – i driver sono semplici cittadini, che girano per le strade con le proprie auto e danno un passaggio a chi ne fa richiesta chiedendo un rimborso spese. Ma il fatto che i guidatori siano selezionati da Uber (ne viene accettato uno su dieci), che le tariffe siano imposte dalla società e che il servizio parta dalla richiesta degli utenti e non da un’offerta da parte dei guidatori, complica le cose. Secondo il giudice del tribunale di Milano, «la richiesta di trasporto trasmessa dall’utente mediante l’app appare di fatto del tutto assimilabile al servizio di radio taxi».

A spiegare la differenza tra i servizi è Andrea Saviane, country manager, anch’egli poco più che trentenne, di Bla Bla Car, il servizio di passaggi tra privati per percorsi di medio-lungo raggio. «Bla Bla Car è davvero condivisione, non solo del servizio ma anche delle spese – dice davanti alla platea – . Nasce dall’offerta di chi ha un passaggio da offrire e per questo non entra in alcuna area grigia e non ha mai avuto problemi. Mettiamo in contatto persone lontane, come una volta sarebbe avvenuto tra amici e conoscenti». Secondo Saviane la sentenza del tribunale di Milano mette al sicuro la società anche per il futuro, perché dà una prima – vaga – definizione di cosa sia sharing economy e cosa sia concorrenza con un sistema regolato. Uber Pop, secondo il tribunale di Milano, «sembra oltrepassare l’ambito di operatività di un mero intermediario e involge aspetti direttamente propulsivi e organizzativi del servizio».

Toccherà però alla politica dare un quadro normativo e non lasciare che siano solo i giudici a decidere se e come i cittadini possano usufruire di servizi che, all’epoca dell’ultima legge sui trasporti, del 1992, non erano neanche immaginabili. «A quell’epoca non erano neanche stati inventati gli Sms» ha reso l’idea Benedetta Arese Lucini in un incontro nella redazione de Linkiesta lo scorso aprile. «Siamo i primi a volere una legge», ha aggiunto Maurizio Migliore all’evento di Fluentify.

Un passaggio verso un quadro più preciso a livello nazionale potrebbe arrivare dal … per continuare a leggere l’articolo su Linkiesta.it clicca qui

 

Fabrizio Patti



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