4 giugno 2015

arte – L’ITALIA NELLE FOTO DEI MAESTRI


 

ITALIA INSIDE OUT: I MAESTRI DELLA FOTOGRAFIA RACCONTANO L’ITALIA

Dal 21 marzo al 27 settembre 2015, Palazzo della Ragione ospita Italia Inside Out, la grande mostra di fotografia interamente dedicata all’Italia con più di 500 immagini dei più importanti fotografi del mondo. Un’unica iniziativa articolata in due successivi allestimenti, dal 21 marzo al 21 giugno con i fotografi italiani e dal 1° luglio al 27 settembre con i fotografi del mondo, che raccontano a chi li visita le trasformazioni e le emozioni di un’Italia che cambia dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. E il cambiamento si percepisce in ogni cosa: nelle tecniche, nell’uso del bianconero e del colore, nei ritratti e nelle storie dei protagonisti ritratti.

arte21FBPromossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, curata da Giovanna Calvenzi; l’allestimento si deve a un progetto scenografico di Peter Bottazzi dove ogni autore è una carrozza di un immaginario treno che porta il visitatore alla scoperta del Bel Paese.

Il viaggio inizia da Milano con le immagini storiche di Paolo Monti e qui si conclude con le vedute della nuova Milano di Vincenzo Castella; su ciascuna carrozza si scopre un’Italia differente per geografia (dalla Venezia degli anni cinquanta di Berengo Gardin alla Palermo della Battaglia, passando per il delta del Po di Pietro Donzelli); per epoche (la Sardegna dei primi anni ’60 di Franco Pinna, gli estemporanei anni ’80 della Via Emilia di Luigi Ghirri, ma anche il terremoto dell’Aquila ritratto da Marta Sarlo); per progetti (Io parto di Paola de Pietri, Gli ultimi Gattopardi di Shobha, Florence versus the World di Riverboom).

La prima parte – INSIDE – accoglie dal 21 marzo al 21 giugno 2015 una selezione di oltre 250 immagini di quarantadue fotografi. Nella seconda parte – OUT -, dal 1° luglio al 27 settembre 2015, saranno protagoniste le fotografie dei grandi maestri internazionali, quali Henri CartierBresson, David Seymour, Alexey Titarenko, Bernard Plossu, Isabel Muñoz, John Davies, Abelardo Morell e altri.

Quella ospitata negli spazi del Palazzo della Ragione è una mostra davvero ricca, piena di punti vista e sguardi, quasi troppo: al punto che il visitatore talvolta si smarrisce, vista l’assenza di un percorso definito, rischiando di non vedere alcuni degli autori. L’allestimento, poi, pare incompleto (o la scelta molto curiosa) laddove solo alcuni pannelli con le fotografie hanno le didascalie mentre altri no. Si perdona tutto davanti alla bellezza di questa italianità per immagini?

Italia Inside Out – I fotografi italiani fino al 21 giugno 2015 Palazzo della Ragione Fotografia Milano, Piazza Mercanti, 1 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 20.30/ Giovedì e sabato 9.30 – 22.30 Biglietto €12/10/6 Congiunto €18/16/9

 

IL PRINCIPE DEI SOGNI

Defilata rispetto alla grande retrospettiva dedicata a Leonardo e meno “milanese” rispetto alla mostra dedicata all’Arte lombarda dai Visconti agli Sforza, nella Sala delle Cariatidi al Palazzo Reale di Milano è racchiusa una mostra gioiello: quella da titolo “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino“. Nella grande sala monumentale sono radunati, dopo centocinquanta anni, i 20 arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo de’ Medici per raccontare la storia del personaggio biblico di Giuseppe, le cui vicende sono narrate nella Genesi.

L’esposizione è curata da Louis Godart e riunisce l’intero ciclo di arazzi che i Savoia avevano diviso nel 1882 tra Firenze e il Palazzo del Quirinale; grazie all’impegno della Presidenza della Repubblica Italiana e del Comune di Firenze, i grandi panneggi tornano a essere esposti insieme in una mostra unica. Dopo la tappa di Roma, nel Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale, sono a Milano e successivamente a Firenze nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio dal 15 settembre 2015 fino al 15 febbraio 2016.

Nella grande sala decorata gli imponenti arazzi riempiono le pareti e nella semioscurità i colori dei tessuti risplendono. Questa serie di panni monumentali, oggetto di un complesso e pluridecennale restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Laboratorio Arazzi del Quirinale, rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale. Gli arazzi con le Storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze. I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti il Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo del Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Tessuti alla metà del XVI secolo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati.

Un’occasione per immergersi nella bellezza, intensa e rara, di opere che oltre che di arte parlano anche di maestria artigiana e soprattutto della storia d’Italia, attraverso la vicenda esemplare di Giuseppe, degli artisti che lo hanno immaginato e dei committenti che hanno finanziato il lavoro.

Audioguide e didascalie guidano il visitatore in un percorso alla scoperta della bellezza e della maestria artigiana del cinquecento fiorentino, senza perdersi in dettagli specialistici o ad appannaggio esclusivo degli addetti ai lavori.

Il principe dei sogni Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino fino al 23.08.15 Palazzo Reale Lunedì 14.30 -19.30 Martedì mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 Giovedì e sabato 9.30 – 22.30

 

LA FONDAZIONE PRADA E LA RIGENERAZIONE CULTURALE DI MILANO

Il 9 maggio il sempre più vasto mosaico culturale di Milano si è arricchito di un importantissimo e preziosissimo tassello: la Fondazione Prada. La celebre stilista Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli hanno regalato al capoluogo lombardo uno dei più interessanti interventi culturali visti in Italia in materia di arte, ma anche di architettura e, soprattutto, di rigenerazione urbana. Le vecchie distillerie di inizio Novecento sono state restaurate, ristrutturate, trasformate e integrate per offrire ai visitatori una superficie di 19.000 mq dove trovano posto non soltanto spazi espositivi per le varie mostre temporanee, ma anche un cinema, un’area didattica dedicata ai bambini, una biblioteca e il Bar Luce concepito dal regista Wes Anderson che si ispira ai celebri caffè meneghini e già diventato “cult” nel giro di pochi giorni.

La molteplicità e la versatilità degli spazi della Fondazione consentono un’offerta culturale estremamente variegata. Sono attualmente aperte al pubblico le mostre “An Introduction“, nata da un dialogo fra Miuccia Prada e Germano Celant, “In Part” a cura di Nicholas Cullinan e le installazioni permanenti di Robert Gober e di Louise Bourgeois presso la “Haunted House“, una struttura preesistente che, rivestita di uno strato di foglia d’oro, acquista un’aura altamente immaginifica e imprime un segno forte ed evidente nel paesaggio urbano di Milano. Ma è “Serial Classic” la mostra più sorprendente: Miuccia Prada abbandona momentaneamente la passione per il contemporaneo per rivolgersi al passato, all’arte antica dove sono scolpite le origini della nostra cultura. Salvatore Settis e Anna Anguissola curano magistralmente una mostra che presenta l’ambiguo rapporto fra l’originale e la copia nell’arte greca e romana.

Un allestimento geniale presenta più di sessanta opere che dialogano fra di loro e con lo spazio esterno circostante attraverso ampie vetrate. Il modello perduto, giustamente sfocato, giunge ai nostri giorni attraverso le innumerevoli imitazioni, emulazioni o interpretazioni commissionate dalla ricca aristocrazia romana. Ed ecco che il solido blocco di marmo prende vita e si circonda di un’aura di sacralità ancora oggi percettibile. Gli spazi rivisti da Rem Koolhaas e dal suo studio OMA consentono a una vecchia fabbrica di trovare nuova vita in un tempio che ospita personaggi della mitologia, guerrieri e divinità quali Venere e Apollo con opere provenienti dai più importanti musei del mondo, dai Vaticani al Louvre. La Fondazione Prada diventa oggi il modello di quella inevitabile e illuminata collaborazione che deve esserci fra pubblico e privato per il beneficio dei cittadini milanesi, italiani e di tutti i visitatori stranieri che iniziano a intravedere nel laboratorio creativo di Milano la nuova Capitale Europea

Giordano Conticelli

Fondazione Prada – Largo Isarco 2 Milano (M3 Lodi T.I.B.B.) orari: tutti i giorni h10-21 biglietti: 10€ ridotto 8€ gratuito minori 18 anni e maggiori di 65

 

 

PARIGI È A MILANO GRAZIE AGLI SCATTI DI BRASSAÏ

In tempo di Expo Palazzo Morando porta Brassaï a Milano: dal 20 marzo al 28 giugno 2015 sono esposte al piano terra del palazzo di via S. Andrea 260 immagini di una Parigi onirica e poetica attraverso lo sguardo innamorato dell’artista ungherese che fece sua la capitale francese.

Nato nel 1899 a Brasso (l’attuale Braşov) in Transilvania, Gyula Halász – che prenderà il nome di Brassaï quando inizierà a fotografare, nel 1929 – arriva la prima volta a Parigi a soli 4 anni, con il padre, professore di letteratura che vi trascorre un anno sabbatico. I ricordi di quegli anni, come “petites madeleines” di proustiana memoria, rimarranno in lui riaffiorando talvolta e lasciandogli perennemente dentro uno sguardo incantato nei confronti della città.

Le prime tre sale portano il visitatore in una Parigi dolce, malinconica: dove i bambini dai calzini bianchi giocano con le barchette al Jardin du Luxembourg o i leoni di pietra hanno criniere di neve nel parco delle Tuileries. La Tour Eiffel luccica nella notte e a Longchamp si pesano i cavalli da corsa. Passano gli anni e lo sguardo muta, giunge il disincanto ma rimane l’accuratezza e le assenza di giudizio nel raccontare la notte e i suoi protagonisti.

Brassaï inizia a inseguire, nella luce notturna della città, una Parigi insolita, sconosciuta e finora non degna di attenzione. Durante le sue lunghe passeggiate che lo portano solo o in compagnia di Henry Miller, Blaise Cendrars e Jacques Prévert, complici nell’alimentare le sue curiosità, rende visibili le prostitute dei quartieri “caldi” o i lavoratori della notte alle Halles, o ancora i quarti di animali appesi dai macellai.

Brassaï in quegli anni ricerca gli oggetti più ordinari e ne trasforma il significato, osa giustapposizioni insolite e defamiliarizza la percezione, togliendo il reale dal suo contesto. Il suo pensiero si concentra nel trasformare il reale in decoro irreale, è a partire dal 1929 che nascerà la sua ostinata ricerca dei graffiti.

Circo, nudi femminili, ancora Parigi, Picasso e molti altri artisti sono i soggetti degli scatti del grande fotografo (ma anche scrittore e cineasta) che testimoniano il tanto profondo quanto fecondo rapporto che per oltre cinquanta anni lo ha legato alla Ville lumière, fino alla sua scomparsa nel 1984.

Brassaï. Pour l’amour de Paris fino al 28 giugno Palazzo Morando | Costume Moda Immagine via Sant’Andrea 6, piano terra, spazi espositivi 2015, mart. – dom., ore 10 – 19 Biglietteria € 10,00 / 8,50 / 5,00

 

PIETÀ RONDANINI: LA NUOVA CASA ASPETTA I MILANESI

Dopo una vicenda travagliata durata alcuni anni, la Pietà Rondanini trova finalmente pace in un Museo a lei interamente dedicato. Dopo sessant’anni trascorsi nell’allestimento di BBPR nella Sala degli Scarlioni del Museo d’Arte Antica, l’ultimo lavoro di Michelangelo, quello forse più intimo ed emozionante, raggiunge una nuova collocazione, anch’essa densa di valore e simbologia. È l’antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco, realizzato nella seconda metà del Cinquecento per i soldati della guarnigione spagnola colpiti dalla peste, che porta in sé, per sua natura, l’essenza del dolore e della sofferenza. Termina così il percorso durato tre anni, da quando si è riconosciuta l’esigenza di dare rinnovato valore alla scultura michelangiolesca, che l’ha vista al centro di accesi dibattiti sia nel mondo politico che in quello culturale e si conclude in un evento di grande festa cittadina dove l’opera preziosa torna a Milano e ai milanesi in occasione dell’inaugurazione del palinsesto di Expo in città.

«Il nuovo allestimento ribalta completamente la visione a oggi consueta dell’opera: entrando i visitatori vedranno infatti la scultura di spalle e scorgeranno per prima cosa ciò che Michelangelo scolpì per ultima, la schiena della Madonna ricurva sul Cristo, rendendo ancora più intensa l’emozione per l’opera», afferma l’architetto Michele De Lucchi, cui è stato affidato il progetto allestitivo. «Solo girando attorno alla statua si vedrà la parte anteriore, con il Cristo cadente sostenuto dalla Madre: una prospettiva assolutamente inedita, voluta per mettere in risalto quella dimensione della scultura, incompiuta, prima impossibile da osservare nella sua completezza».

Un allestimento che invita alla contemplazione e al raccoglimento di fronte all’opera incompiuta di Michelangelo e che forse, più di ogni altra, racchiude nell’abbraccio dei due corpi il senso dell’amore. L’ingresso nel museo conduce ad un’immersione che coinvolge tutti i sensi grazie al profumo del legno, il silenzio che inevitabilmente cala di fronte alla scultura e alla penombra che avvolge la sala concentrando la luce solo sulla statua.

Museo Pietà Rondanini_Michelangelo – Milano, Castello Sforzesco, Cortile delle Armi

L’ingresso al Museo della Pietà Rondanini è compreso nel biglietto unico per i Musei del Castello Sforzesco al costo di 5 euro (ridotto 3 euro) acquistabile presso la biglietteria dei Musei del Castello Sforzesco

 

L’AFRICA SI MOSTRA A MILANO

L’Africa approda a Milano con una mostra allestita nel nuovo Mudec, il Museo delle Culture che ha finalmente aperto i suoi battenti dopo 12 anni di agognati lavori. Il capoluogo lombardo, a breve al centro del mondo come sede dell’Esposizione Universale, afferma la propria identità di città multietnica, bacino delle tante culture che negli ultimi decenni si sono andate a integrare nell’antico e complesso tessuto urbano di Milano. “Africa. Terra degli spiriti” è un interessante progetto espositivo che raccoglie circa 270 manufatti e che da il via alla vivace stagione culturale milanese organizzata durante i mesi di EXPO 2015.

La mostra si articola in vari ambienti presentando le affascinanti sfaccettature della cultura subsahariana dalle figure reliquiario alle armi, dagli altari vudu alle celeberrime maschere utilizzate durante le danze e le cerimonie religiose. Sorprendenti risultano essere alcuni manufatti come cucchiai e olifanti realizzati interamente in avorio ed eseguiti con un altissimo e raffinatissimo livello qualitativo. Interessante è anche il progetto d’allestimento che tenta di creare un’atmosfera intima e infondere un profondo senso religioso nel visitatore. Convincente è la soluzione adottata nella prima sala dove sono esposte figure custodite all’interno di teche cilindriche sorrette da una struttura che vuole forse richiamare le affascinanti e impenetrabili foreste di questo continente. Da notare anche l’utilizzo di alcuni effetti sonori come il frinire dei grilli o il penetrante ritmo delle percussioni, espedienti che aiutano il visitatore a immergersi nella ancestrale cultura africana. Unica interazione tra opere esposte e pubblico è la possibilità che ha quest’ultimo di far rivivere le divinità di un altare vudu. Come suggerisce Claudia Zevi attraverso l’audio guida distribuita gratuitamente, il visitatore è invitato a lasciare un oggetto personale in segno di devozione per manufatti che riescono ancora oggi a serbare in sé un elevato valore sacrale.

La fretta di inaugurare ha, però, determinato la presenza di alcuni errori, minimi dettagli a cui bisognerebbe prestare sempre la massima attenzione. Grazie a una buona e suggestiva illuminazione, i singoli reperti sono facilmente fruibili nonostante la presenza, in alcuni casi, di polvere e di impronte lasciate sulla superficie delle teche. Di difficile lettura risultano essere, inoltre, alcuni pannelli, ora velati da un sottile tessuto reticolato, ora posti in una zona d’ombra, lontano del cono di luce. Alcune didascalie sono poste al livello della superficie di calpestio, elemento che porta il visitatore a doversi sforzare per leggerle. Tutti questi aspetti di disturbo non vanno, comunque, a intaccare una mostra che nel complesso risulta essere un ottimo progetto curatoriale, di enorme interesse per Milano che si conferma città internazionale e che si affaccia con prepotenza sulla società globale contemporanea.

Giordano Conticelli

Africa – la terra degli spiriti fino al 30 agosto 2015 MUDEC Museo delle culture via Tortona 56 Milano orari lunedì 14.30-19.30 martedì/mercoledì/venerdì /domenica 9.30-19.30 giovedì e sabato 9.30-22.30 biglietti 15/13 euro

 

FOOD. QUANDO IL CIBO SI FA MOSTRA

Food | La scienza dai semi al piatto, non è solo una mostra dedicata all’alimentazione: è un percorso di avvicinamento e scoperta del processo di produzione di ciò che mangiamo. Anche questa definizione è riduttiva: le quattro sezioni accompagnano il visitatore dalla scoperta dei cibo, dall’origine quando è seme fino alle reazioni chimiche che sottendono la cottura, passando attraverso dettagliate spiegazioni su provenienza storico-geografica, suggerimenti sulle modalità di conservazione o exhibit interattivi.

La mostra, in corso fino al 28 giugno 2015 e allestita nelle sale del Museo di Storia Naturale Milano, rappresenta il più importante evento di divulgazione scientifica promosso dal Comune di Milano sul tema di Expo 2015. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e costituisce una delle più importanti iniziative del programma di “Expo in Città”.

Tutto nasce dai semi è il titolo della prima sala, nella quale vengono raccontate le diverse classi e famiglie con caratteristiche, provenienza e utilizzo. Decine e decine di barattoli mostrano, portando, in alcuni casi per la prima volta, esemplari che appartengono alle più importanti banche dei semi italiane. Si prosegue poi con Il viaggio e l’evoluzione degli alimenti dove mele, agrumi, riso, caffè e cacao non avranno più segreti: tra giochi interattivi e alberi genealogici, tutto è facilmente accessibile e non superficiale. Grande elemento positivo della mostra è infatti la capacità di rendere fruibili le nozioni più scientifiche a un pubblico differenziato, senza per questo incorrere nel rischio di semplicismo.

Che la cucina sia un’arte è risaputo da tempo, ma che alla base di tante ricette vi siano principi di chimica e fisica passa spesso inosservato: la terza sezione della mostra illustra come funzionano alcuni degli elettrodomestici più comuni, con consigli sulla conservazione degli alimenti (sapevate che i broccoli hanno un metabolismo più veloce delle cipolle e che per meglio conservarli andrebbero avvolti in una pellicola di plastica?!) e soluzioni fisico-chimiche ai problemi di chi cucina (cosa fare se la maionese impazzisce?).

Quando poi sembra che niente in materia di cibo possa più sorprenderci si giunge all’ultima sala I sensi.
Non solo gusto ovvero niente è come sembra: vista, olfatto e tatto anche nel mangiare giocano un ruolo determinante, al punto talvolta di allontanare il gusto dalla reale percezione.

Il costo del biglietto è medio alto (12/10 euro), ma la visita merita davvero il prezzo d’ingresso se non altro per cominciare ad affacciarsi nel tema che, grazie ad Expo, ci accompagnerà per tutto il 2015.

Food. La scienza dai semi al piatto fino al 28 giugno 2015 Museo Scienze Naturali, corso Venezia – Lunedì 09.30 – 13.30 / Martedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato e Domenica 9.30 – 19.30 / Giovedì 9.30 – 22.30 Biglietto 12/10/6 euro

 

TRA LEONARDO E MILANO PROSEGUE FELICEMENTE IL SODALIZIO

Se in una pigra domenica sera emerge nel milanese un’incontenibile voglia di visitare una mostra, quali sono le proposte della città? Intorno alle 19.30 non molte in realtà: Palazzo Reale così come i grandi musei del centro sono già in procinto di chiudere. Una però attira l’attenzione, sarà per la posizione così centrale o forse proprio per il fatto che è ancora aperta.

Quella dedicata al genio di Leonardo Da Vinci, affacciata sulla Galleria Vittorio Emanuele, è una mostra in continua espansione che periodicamente si arricchisce di nuovi elementi frutto delle ricerche dal Centro Studi Leonardo3, ideatore e organizzatore della mostra nonché gruppo attento di studiosi. Se Leonardo produsse durante la sua vita un’infinità di disegni e schizzi, L3 si pone come obiettivo quello di studiare a fondo la produzione del genio tostano e renderla fruibile a tutte le tipologie di pubblico con linguaggi comprensibile e divulgativi offrendo un momento ludico di intrattenimento educativo, adatto sia per bambini che per adulti.

Quasi 500 mq ricchi di modelli tridimensionali e pannelli multimediali che permettono realmente di scoprire le molteplici sfaccettature del pensiero e dell’operato leonardesco: macchine volanti o articolati strumenti musicali possono essere smontate e rimontate; riproduzioni del Codice Atlantico e di altri manoscritti sono tutte da sfogliare, ingrandire e leggere; ci sono giochi di ruolo a schermo nei quali i visitatori vestono i panni dello stesso Da Vinci. La produzione artistica non è dimenticata, anzi: un’intera sala è dedicata ai più famosi capolavori dell’artista con un grande pannello e due touchscreen dedicati al restauro digitale dell’Ultima cena, alla Gioconda e a due autoritratti dell’autore.

Inaugurata nel marzo 2013, prorogata prima fino a febbraio 2014 e ancora fino al 31 ottobre 2015, la mostra ha superato le 250 mila visite imponendosi come centro attrattivo per turisti e cittadini. Un buon risultato, ma forse basso considerando l’alta qualità della mostra e la posizione decisamente strategica. Il successo di pubblico sarebbe stato migliore (forse) con un maggiore rilievo dato dalla stampa e dei social network, e da un costo del biglietto più calmierato. Ma c’è ancora tempo, e l’occasione giusta è alle porte: non perdiamola e anzi, dimostriamo che anche a Milano ci sono centri di ricerca capaci di produrre mostre interessanti senza necessariamente creare allestimenti costosi ed esporre opere o modelli originali.

Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo 1 marzo 2013 – 31 ottobre 2015 Piazza della Scala, Ingresso Galleria Vittorio Emanuele II Aperta tutti i giorni, dalle 10:00 alle 23:00 compresi festivi Biglietti: 12/10/9 euro

 

 

questa rubrica è a cura di Benedetta Marchesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 


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