4 giugno 2015
Scrive Valeria Molone a proposito di spazi urbani – Gentile Giulia Mattace Raso, nel suo articolo “Spazi urbani, lavori pubblici e commercio: tra colpa e responsabilità” ci sono molti pensieri che condivido e che credo diffusi tra i milanesi. La svendita … .la bassa qualità … . Aggiungo due domande alle sue, più banali forse, ma indicative: perché mai in Piazza Gae Aulenti non ci sono rastrelliere per le biciclette? perché mai “dicono” che è vietato percorrere in bicicletta il vialetto in mezzo al campo di grano? perché mai devo essere fermata da una guardia privata (pagata da chi?) e non da un vigile che mi spieghi in base a “quale” divieto? basta un minuscolo adesivo con il simbolo “no bici”?
Infine, perché mai in una piazza pubblica ci deve essere una musica altissima (sempre la stessa peraltro, che conduce gli schizzi d’acqua in un gioco di danze da Dubai city)? Perché chi lavora o abita in zona deve subire un inquinamento acustico così invasivo?
Scrive Pietro Catizone a proposito della stazione di Porta Vittoria – Ho letto l’articolo di Validio Bartesaghi e, con sconforto, devo concordare con lui su tutto. Aggiungo che , ad ormai un mese dalla inaugurazione, nessun cartello indica l’esistenza di detta stazione all’imbocco di via Ardigò da viale Corsica. Aggiungo che sconcerta l’assenza di una scala mobile o di un ascensore per salire al piano binari. Solo una lunga ripida scalinata. Non dico una persona in carrozzina, ma neanche un invalido con stampelle può superare indenne un simile ostacolo! Aggiungo che sopra, al piano binari, sconcerta l’assenza di qualsiasi forma di tettoia per il riparo dalla pioggia o dal sole.
Peccato di tutto questo sciattume, perché l’altro giorno ho potuto constatare l’utilità di questa stazione: volevo andare alla stazione Garibaldi ed in poco più di 15 minuti ci sono arrivato, su una comoda e fresca vettura della linea S6! Perché buttare via occasioni come queste?
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