27 maggio 2015

IL “FAVOLOSO” MONDO DI ATM


La dura reazione del presidente Atm, Bruno Rota, dopo lo sciopero dei comitati di base milanesi che ha bloccato le metropolitane e i trasporti cittadini per quasi l’intera giornata, a due giorni dall’inaugurazione dell’Expo, evidenzia tre limiti sui quali vale la pena riflettere. Il primo riguarda la gravità dell’atteggiamento di ATM, che si è limitata il giorno prima (già troppo tardi) a esprimere solo una vaga “preoccupazione” per possibili adesioni maggiori. L’azienda avrebbe dovuto chiedere scusa pubblicamente ai cittadini, e il Comune avrebbe dovuto affiancarsi a queste scuse chiedendo sanzioni per i responsabili. In secondo luogo c’è il problema delle relazioni industriali obsolete, e infine i pesanti costi di gestione della storica azienda milanese.

10balotta20fbC’è da chiedersi come mai un accordo così ricco, per di più siglato dai maggiori sindacati, sia stato clamorosamente respinto dalla base. Afferma Rota al Corriere: “Costerà 12 milioni far saltare un riposo al mese per 6 mesi e voi dei Cub (sindacati di base) avete il coraggio di dirmi che non va bene?” Partiamo da qua. I previsti 9,1 milioni di km in più per rafforzare i servizi per Expo costeranno 52 milioni, dunque si deduce che più di un quinto sono i costi accessori del personale, il cui costo “fisso” peraltro è già in bilancio. I 12 milioni destinati ai lavoratori servono per remunerare la richiesta di flessibilità

L’accordo prevede lo spostamento di 6 giornate di riposo aggiuntivo nell’arco del semestre, quindi al massimo 6 giorni di lavoro in più in sei mesi. Per tali elementi i lavoratori ATM riceveranno un corrispettivo di circa 1200 euro in più. Tradizionalmente i tranvieri, sono abituati allo straordinario fino a punte di quasi due milioni di ore l’anno, ora ridotte a 1,3 milioni. “Decidiamo noi e solo noi senza nessuna costrizione se e quante ore lavorative fare in più e se saltare un riposo oppure no”, hanno voluto dire con il massiccio sciopero. Un simile atteggiamento è il “naturale” risultato una prassi consolidata assecondata dai manager aziendali e dai sindacati.

Stupisce pertanto lo stupore di Rota il quale pensa che alla grave carenza di produttività e agli alti costi di gestione di Atm si possa sopperire, sempre e solo, incrementando i sussidi pubblici, come avvenuto anche in occasione di Expo. I maggiori costi complessivi di 52 milioni, eccessivi per essere “solo” dei servizi aggiuntivi, sono stati coperti da nuovi impegni di spesa pubblica (Governo e Comune), quando potevano essere coperti dai maggiori ricavi previsti da almeno 9/10 milioni di passeggeri in più trasportati durante i 6 mesi dell’Expo.

È cosi che il “favoloso” mondo di ATM può anche ignorare di essere in uno dei Paesi con un altissimo livello di disoccupazione e che con 1,3 milioni di ore straordinarie si potrebbero generare 722 posti di lavoro a 1.800 ore lavorate (media italiana, quella europea è più bassa). Manager aziendali deresponsabilizzati e sindacati, che oramai stanno perdendo la loro natura confederale e solidaristica, puntano a gestire ogni evenienza esclusivamente con monetizzazione delle prestazioni. In realtà i servizi pubblici chiedono una marcia in più che questo sistema protetto e garantito da inerzie corporative non vuole far innestare. È così che nelle grandi occasioni, come nel quotidiano, le falle del sistema dei trasporti meneghino e il cattivo esempio vengono a galla. Finché le risorse pubbliche basteranno per coprirle.

 

Dario Balotta

Presidente Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni e trasporti



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