27 maggio 2015

libri – DUE DELLA BRIGATA


MIRIAM REBHUN

DUE DELLA BRIGATA

Salomone Belforte, 2015

pp.213, euro 20

 

libri20FBLe celebrazioni dei 70 anni dalla vittoriosa conclusione della Guerra di Liberazione hanno avuto il merito di ravvivare studi, ricerche e pubblicazioni di alto spessore scientifico o semplici memorie private, dedicati a un arco di eventi dove la storia ha subito un’impressionante accelerazione, trasformandosi in un turbine che ha finito per rimpicciolire, tranne pochissime eccezioni, la figura di ogni protagonista, quasi omologandone il profilo appena percettibile tra le gigantesche ondate di vicende epocali.

Ed è per questo che il libro memoriale che Miriam Rebhun ha dedicato al padre, raccogliendo in esso le testimonianze scritte e fotografiche del giovane Heinz e del suo gemello Gughy, appare come un piccolo gioiello che fa luce su alcuni fatti storici, apparentemente minimali, ma che testimoniano di alcuni eventi politici, militari e umani con i quali ancora oggi la nostra lontanissima attualità è chiamata a fare i conti.

I “Due della Brigata” sono, come si diceva, due gemelli nati in una famiglia della borghesia israelitica berlinese nel 1918, fortunatamente espatriati giovanissimi dalla Germania, già in preda al delirio nazista. Approdati nel 1936 nella Palestina sotto Mandato britannico, si trasformano in agricoltori e tecnici di impianti elettrici, nel kibbuz Na’an. Si arruolano come volontari nel Palestine Regiment (poi denominata Brigata Ebraica) ed entrano nel 1940 nella Royal Army. Dopo un accurato addestramento in Egitto, dove sono testimoni delle attese della popolazione locale per l’arrivo di Rommel, sbarcano a Taranto nel novembre del 1943, come reparto del Genio britannico, facente parte dell’Armata alleata di Liberazione del suolo italiano.

Il nostro paese appare loro, nonostante le immense distruzioni e i lutti disseminati in ogni dove, il paese più bello del mondo. Così come avevano appreso nel ginnasio berlinese qualche anni prima “… con i suoi monumenti, le sue antichità, il garbo degli abitanti, la lingua musicale.” E in ogni città e in ogni borgo del Mezzogiorno liberato, nella loro avanzata verso Napoli sentono risuonare, sia pure tra spaventose rovine, i versi del genio di Weimar: “conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?/ Nel verde fogliame splendono arance d’oro. /Un vento lieve spira dal cielo azzurro”.

Il diario della risalita lungo la penisola è occasione, soprattutto per Heinz, per una serie di meditazioni ad alta voce, anche con i compagni della Brigata, come quando, soccorrendo degli ebrei napoletani rifugiati in uno sperduto paesino dell’entroterra campano, per ricondurli nella loro città ormai liberata, il giovane geniere in divisa britannica rimane colpito dai saluti interminabili tra i partenti e gli abitanti del luogo, fatti di abbracci, strette di mano, commozione, lacrime che gli fanno chiedere ingenuamente al suo comandante “ma in Italia non ci sono state le Leggi razziali, le persecuzioni” sentendosi rispondere “è uno strano paese … c’è bisogno di approfondire … di farsi spiegare”.

Una ricostruzione accuratissima, dunque, e particolarmente sentita, che l’autrice ci restituisce con grande affetto e cronaca puntigliosa, specie nella descrizione della Napoli liberata, che si trasforma nel giro di pochissimi giorni dall’arrivo degli alleati, in un gigantesco formicaio dove l’unico imperativo è tornare a vivere, a ricostruire, a tuffarsi dal presente nel futuro.

Uno spettacolare quadro d’insieme, che getta un raggio di luce vivida sulle retrovie della Campagna di Italia e sulla presenza nell’immenso e tragico affresco della Liberazione d’innumerevoli protagonisti, dei quali, inevitabilmente, si finisce per dimenticare in parte il profilo: la Brigata ebraica, appunto, il contingente polacco, eroicamente impegnato a Montecassino, i reparti brasiliani e i tanti altri ai quali non può mancare, in quest’anniversario, il nostro ricordo e la nostra gratitudine.

Corredano il libro oltre 60 pagine di preziosi reperti fotografici sulla vita nei Kibutz, sull’addestramento in Egitto della Brigata, e sull’avanzata lungo la penisola italiana.

Paolo Bonaccorsi

 

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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