27 maggio 2015

musica – LE SIGNORE DELLA MUSICA


LE SIGNORE DELLA MUSICA

Dopo avere ascoltato il 12 scorso nella Basilica di San Marco il noioso oratorio “Apokàlypsis” (alla fine del primo tempo il pubblico era dimezzato) scritto da Marcello Panni su testi tratti dall’Apocalisse di San Giovanni e diretto dall’autore, voluto dal cardinal Gianfranco Ravasi, a lui dedicato e da lui commentato con eccessiva facondia, la musica a Milano è stata piacevolmente segnata da iniziative squisitamente femminili e particolarmente colte sulle quali mi par giusto porre l’accento.

musica20FBSi comincia lunedì 18 quando Maria Grazia Mazzocchi – oggi Presidente del Conservatorio ma ben nota, non solo in città, per essere stata l’ideatrice e la fondatrice più di trent’anni fa (e fino pochi anni fa anche la guida) di Domus Academy, forse la più importante scuola superiore di design al mondo – ha organizzato in Sala Puccini una preziosa festa musicale con uno spettacolo raro e di grande qualità. Cimarron è il termine spagnolo con cui si indicava lo schiavo nero fuggiasco e “El Cimarron” è una sorta di oratorio laico tratto dall’autobiografia di Esteban Montejo e musicato da Hans Werner Henze (1926-2012) quando, intorno al 1969, trascorse un lungo periodo a Cuba diventando amico di Fidel Castro e rigorosamente comunista.

Il racconto è molto brechtiano ma la musica non ha nulla a che fare con Kurt Weil; affidata a tre ottimi musicisti – un flauto (Ilaria Ronchi), una chitarra (Francesco Mariotti) e un percussionista (Matteo Savio, che suonava funambolicamente un impressionante numero di strumenti, spesso aiutato dagli altri due versatili musicisti) – è una musica che scuote l’ascoltatore al pari del testo che l’attore Maurizio Leoni ha recitato con straordinaria passione. Una sperimentazione sonora penetrante e avvolgente, vertice della musica di quell’epoca, che propone un’ampia riflessione sulla condizione dell’uomo e sulla sua libertà; un’opera che a Milano si è ascoltata ben poche volte e l’ultima – ma forse anche la prima – grazie a Novurgia, una meritoria associazione – fondata nel 1994 dalla stessa Mazzocchi con Davide Anzaghi, Bruno Canino e altri – che incrocia la musica nuova e contemporanea con la pittura, la scultura, la poesia e la video art, ecc. Un evento importante, questa esecuzione, che la dice lunga sulla vitalità dell’istituzione che l’ha ospitata e sulla sua attuale governance.

Pochi giorni dopo ecco un’altra festa musicale, questa volta per Maria Candida Morosini – altra signora della musica a Milano, sostenitrice e “colonna portante” di Milano Classica – in onore della quale si sono riuniti nella Palazzina Liberty sette noti pianisti per una serata senza precedenti; anzi con un celeberrimo precedente, risalente a due secoli fa quando, nel 1837, Cristina Trivulzio di Belgiojoso riunì nel suo salotto parigino Liszt, Chopin, Czerny, Thalberg, Herz e Pixis (i più grandi pianisti allora esistenti) per una serata di variazioni improvvisate su un tema di Vincenzo Bellini, da lei venerato e venuto a mancare appena due anni prima.

Sabato scorso i pianisti erano sei (il settimo ha avuto un problema all’ultimo momento) tutti milanesi – almeno di adozione – e i temi su cui hanno improvvisato non erano di Bellini ma dei Beatles (Let it be, Imagine, We can work it out) con risultati imprevedibili e sorprendenti. Una serata molto affascinante e inquietante se si pensa che, mentre si è soliti ascoltare un unico interprete che esegue musiche diverse e spesso di diversi autori, qui si sono ascoltati diversi interpreti per eseguire la stessa musica, o meglio per esplorare gli stessi temi musicali. Molto interessante capire come questi temi siano stati letti e interpretati in modi diametralmente opposti, dall’ossessivo (Antonio Ballista) al dolente (Diego Petrella), dal rapsodico (Massimo Bianchi) al sentimentale (Danilo Macchioni), dal melodico (Michele Fedrigotti) all’intellettuale (Ruggero Laganà, con una delle sue ormai classiche fughe, preceduta questa volta da un preludio spudoratamente ma argutamente bachiano). Da osservare che – molto stranamente – tutti gli interpreti-improvvisatori si sono attenuti a un impianto rigorosamente tonale, non saprei dire se perché la musica atonale ha ormai concluso la sua corsa o se per un doveroso rispetto nei confronti dei Beatles!

La presenza femminile non si è esaurita nelle due feste musicali che hanno avuto per protagoniste signore che si dedicano alla musica senz’essere musiciste ma al contrario – dal grande bailamme di PianoCity che fra sabato e domenica ha coinvolto la città fino a sconvolgerla – è emersa una vera chicca ad opera di due musiciste vere e proprie impegnate in un concerto coraggioso e rigoroso di musiche di John Cage.

In una gradevole sala dell’Università Popolare in via Terraggio, ai più ignota, Ricciarda Belgiojoso al pianoforte (“preparato”, come spesso in Cage) ed Eleonora Ravasi a una tastiera elettronica, hanno eseguito dapprima il famoso “A book of music” del 1944 poi, con la partecipazione di Walter Prati al sintetizzatore, la “Winter music” scritta per “… da 1 a 20 pianoforti” e infine la splendida “Electronic music for piano”, una elaborazione del 1965 di alcuni pezzi precedenti originariamente scritti per uno o più pianoforti. Un concerto molto poco usuale e di grande fascino, particolarmente intrigante per chi da ormai dieci anni ascolta su Radio Classica il sabato mattina alle 12 le interviste a compositori contemporanei di Ricciarda  Belgiojoso (incredibile il legame familiare con quella Cristina di due secoli fa!) e magari ha anche letto i suoi due bei volumi “Note d’autore” (postmedia.books) e “Costruire con la musica” (Franco Angeli).

Come si vede le signore della musica a Milano lavorano e – musiciste o manager che siano – rappresentano delle eccellenze; temo che si debba tornare molto indietro nel tempo per trovare epoche felici dal punto di vista della presenza femminile nella musica colta, e forse bisognerebbe far tesoro di questa evidenza per incoraggiarne tutte le possibili evoluzioni.

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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