13 maggio 2015

TRE MAGGIO: LA PRIMAVERA NO TAG DELLA GIUNTA PISAPIA?


Cosa sta succedendo a Milano? La primavera No Tag della Giunta Pisapia? I danni provocati dai black block anti-Expo non sono senza precedenti, anzi sono stati relativamente modesti se paragonati con quanto accade in occasioni analoghe in altre città, non ultima Francoforte. La cosa veramente originale, singolare – ovvero senza, che io sappia, precedenti analoghi – è stata la manifestazione di protesta contro i danni del black block con ben 20 mila partecipanti: “Nessuno tocchi Milano”. Anche fossero stati la metà, ripensandoci continuo a stupirmi. A fronte di meno di 100 tra auto e vetrine distrutte.

04hutter18FBIl successo di questa manifestazione è stato determinato da un mix di ingredienti che meritano un’analisi differenziata. Innanzitutto c’è stato un bombardamento o meglio un gioco di rimbalzo tra social media, web, tv e mondo politico che hanno fatto a gara a ingigantire la gravità di quello che stava succedendo e a esasperare i toni. Se si faceva notare che non solo non era la strage di Charlie Hebdo, ma neanche un episodio paragonabile agli anni ’70 si rischiava di esser presi per giustificazionisti.

Ci è toccato difendere la saggezza della polizia dagli strali di un visceralismo che evocava anche da sinistra cariche botte o peggio. Lo ricordo ora, a distanza, perché l’opinione pubblica di questa città dovrebbe essere consapevole che nessuna polizia in nessuna metropoli occidentale può metterci del tutto al riparo da un gruppo di kamikaze assassini né tantomeno da un gruppo di sfascia vetrine. Capiterà ancora. Mantenere sempre il senso delle proporzioni è un antidoto essenziale per evitare il delirio del panico, della reazione autoritaria.

La singolare manifestazione del 3 maggio comunque non ci sarebbe stata, o non avrebbe avuto successo senza l’abile mossa creativa di chi a Palazzo Marino l’ha inventata e accortamente l’ha collegata all’idea che occorresse “pulire Milano” con l’aiuto dei cittadini. Non si è parlato subito di corteo, si è evitato di politicizzare apertamente l’appuntamento, si è evitato un corteo che gridasse “vendetta”, si è puntato sulla virtù civica del pulire (i muri). Il riferimento alla pulizia è stato molto più metaforico che reale, perché poco preparato tecnicamente, e alcuni manifestanti credevano davvero che si potessero pulire le tag col Cif.

Ma ha funzionato e ha valorizzato ed esaltato – credo per la prima volta così tanto nella storia di una città italiana – il mondo dell’antigraffitismo militante e/o professionale , appunto i No Tag. Che sul loro sito spiegano come vi siano almeno 8 modi diversi di pulire o coprire le scritte sui muri, a seconda di dove sono state fatte. Mentre il Nucleo specializzato del Comune raccomanda di non improvvisarsi pulitori e l’Amsa rivendica la superiorità del suo servizio dedicato.

Per capire il successo del “Nessuno tocchi Milano”, che non a caso si è concluso in Darsena, occorre tener presente il successo dell’operazione Darsena stessa, “liberata il 26 aprile” con una grande festa nazional popolare e un forte orgoglio di governo (come se solo la Giunta Pisapia avrebbe voluto e potuto “restituire la Darsena ai cittadini”).

La terza tappa di questo momento felice del rapporto tra la Giunta e “la città” potrebbe essere il weekend prossimo di “Prendiamoci cura della città”, dedicato ad attività No Tag. Mossa felice anche questa perché dribbla in anticipo un eventuale mugugno sul Comune che non fa “abbastanza per pulire i muri” e riduce, si spera, gli ingenti costi pubblici previsti per l’operazione. É quanto meno curioso che la riscossa dell’identità politico amministrativa popolare della Giunta Pisapia si giochi sull’inaugurazione di opere avviate dalla Moratti come la Darsena e la MM 5 e sul movimento No Tag, temi assenti o quasi dal programma del 2011 perché giudicati poco caratterizzanti.

Mentre una iniziativa popolare ma un pochino più di parte ed ecologista come le domeniche a spasso sia stata lasciata del tutto cadere. Sta succedendo forse alla Giunta di Milano qualcosa di simile al Pd di Renzi, ovvero tanto successo ma con un pubblico diverso da quello iniziale? Intendiamoci, l’esaltazione di un nuovo spazio pedonale a bordo acqua e la voglia di cancellare le scritte dai muri non sono di per sé un tradimento di princìpi più validi. Si tratta però di capire se e quanto questo trend di successo di #BellaMilano sia in grado di ricomprendere le aspirazioni ecologiche, sociali, urbanistiche più avanzate e di promuovere un dibattito più impegnato e consapevole sulla città.

Paolo Hutter



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