13 maggio 2015

libri – I SOGNI DELLE DONNE


 

LELLA RAVASI BELLOCCHIO

I SOGNI DELLE DONNE

Utet 2015

pp. 376, euro 15 (E-Book compreso)

 

Il saggio verrà presentato mercoledì 20 maggio, ore 18, presso Palazzo Sormani, Sala del Grechetto, a cura di Unione Lettori Italiani Milano. Introduce Lina Sotis, interviene Luigi Zoja.

libri18FBGnose seauton” conosci te stesso, secondo Socrate era il viaggio più aspro che ogni essere umano avrebbe dovuto intraprendere per disvelare il dilemma sulla propria identità: filosofi, scrittori, sin dal sec. V a.C., poi egiziani, su su fino a Freud e Jung con la psicanalisi.

Il sogno, figlio dell’immaginazione, è parso un ottimo grimaldello per entrare nella “porta occulta dell’anima”, come dice Jung. E junghiana è l’autrice Lella Ravasi Bellocchio, analista, scrittrice, allieva di Bauman, nipote di Jung.

In questo saggio l’autrice racconta con brio, curiosità,leggerezza, grande poesia, la materia dei sogni, per cercare la nostra identità (Musatti): la verità del “sè”, il nostro irrazionale, l’inconscio, sfondando il muro del buio nel quale siamo immersi sin dall’origine del mondo.

Quando Lella Ravasi, all’inizio della sua carriera, va in analisi dal grande Musatti, alla domanda cosa fanno loro due insieme, essendo di due scuole diverse, lui risponde in veneziano: “discutèmo, discutèmo“.Non più per interpretare i sogni, ma per costruire un racconto poetico: ecco spiegato perché ogni capitolo è introdotto da una poesia, per orientare noi lettori alla “pratica luminosa della solitudine”.

L’importanza della musica nei sogni, la amata musica della autrice, è “una specie di colonna sonora dell’inconscio”, tanto più assordante. quanto i morti sono muti, ma con la bocca aperta, nelle tombe egiziane, una specie di maschera pazza a difesa “del lago ghiacciato della solitudine”. Nell’Enrico IV di Shakespeare, trasposto nel film Oblivion di Marco Bellocchio, il re, ossessionato dalla sua bruttezza, è paragonato da Elvio Facchinelli, con un ossimoro folgorante, a una “freccia ferma”.

I sogni dunque sono ambasciatori dell’inconscio-istinto,per tentare di ricostruire la nostra identità, frutto di scontri violenti di opposti, dentro di noi. Per dare un senso alle “frantumaglie” nella testa, che ti fanno piangere. Per capire il senso dell’andare, nel tandem-coppia, per scalzare l’antico bisogno di sottomissione- passività. Liberazione femminile anche grazie al sogno, processo di crescita, di cambiamento, di svolta, che racconta la diversità tra pedagogia e psicologia delle relazioni, per uno scambio autonomo del desiderio, in quel “pollaio che è la vita”.

Perché infine il problema è sempre come sottomettere l’altro, come modulare la pulsione distruttiva (della guerra) che è in noi, ricorrendo all’Eros, superando “lo scoglio maledetto dell’anaffettività”, originato spesso dall’assenza di una madre amorosa. Servirebbero gesti minimi, essenziali, come “un bicchiere d’acqua.” “Assenza, più acuta presenza” diceva Bertolucci. “La signoria del femminile” può liberare la vita dai troppi vincoli del quotidiano, essendo la nostra vita “polvere di stelle”, “un cerchio dopo l’altro” .

Infine un omaggio onirico di Fellini a Pasolini. Termini che ritornano sempre come l’immagine dell’acqua per le donne del carcere, la paura dell’abbandono, il buio, l’eros, la madre, la musica,i film, il teatro e su tutto aleggia la poesia dei massimi poeti, tutti nominati nell’indice. Un repertorio di sogni femminili e non solo. Chissà se dobbiamo aspettarci dalla Ravasi un prossimo saggio di sogni … maschili. Visioni profondamente radicate, echi dalla notte dei tempi.

Marilena Poletti Pasero

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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