6 maggio 2015

C’È DANTE A TEATRO E ALL’EXPO


La terra dove sei nato può essere matrigna e cacciarti, o metterti in condizione di lasciarla; e matrigna può essere la terra dove giungi, quando non ti accoglie, o ti crea dolore e smarrimento. C’è, però, un luogo che è terra madre, ovunque: ed è quello in cui una giusta visione del rapporto fra gli uomini rende questa vita sopportabile, riuscendo a creare – qualche volta – anche felicità. È stato vero per Dante che, lasciata Firenze matrigna, trova calda ospitalità da Moroello in Lunigiana e Cangrande a Verona. È stato vero per milioni di esiliati – sapienti, artisti, letterati, politici – che, nel corso della storia, hanno lasciato una terra non più madre per approdare a lidi sconosciuti dall’accoglienza incerta. È vero adesso per migliaia di persone in fuga dalla loro terra in cerca di un luogo che sia più ospitale.

08nuvoli17FBDante a Teatro, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, avrà come tema centrale Terra madre e Terra matrigna. Il 7 maggio, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, si terrà la sesta edizione di Dante a teatro, da me curata, quest’anno inserita nel progetto Dante 750, scelto dall’Università degli Studi di Milano per rappresentarla a Expo 2015 e aperto, come sempre, a università, scuole, cittadinanza, visitatori.

Nell’edizione 2014 di Dante a teatro, il sapiente e il viaggio il tema era già presente: quest’anno l’abbiamo reso più esplicito, in una sorta di omaggio e monito alla città di Milano che, sappiamo, nella sua storia ha saputo essere perfetta madre e terribile matrigna.

Lo spettacolo è scandito in due parti, tra loro speculari, con un alternarsi tra interventi e recitativi, in una commistione di Musica, Teatro e Arte. In apertura la narrazione dell’esilio dantesco con le letture dell’attore Marco Tajani dalla Commedia e dal Convivio, accompagnate dalle musiche trobadoriche di Antonio Minelli del gruppo Arundel. Ancora musica, questa volta barocca, della Scuola Civica di Musica sul tema della nostalgia e sul dolore della lontananza.

Durante la mattinata ci sarà l’anteprima assoluta di uno dei protagonisti dello spettacolo e del progetto Dante 750, Dante Virtuale, un ologramma la cui ricostruzione artistica e tecnologica sarà descritta da Nadia Scardeoni e Giorgio Manfredi. Dante virtuale interpreterà due pièces teatrali: la prima, Parliamo d’amore, lo vedrà incontrarsi con Francesca da Rimini; nella seconda, Parliamo di politica, incontrerà il Che Guevara.

I due dialoghi sono una piccola anteprima di dieci pièces, attualmente in scrittura, in cui Dante, nel Paradiso dei Simili, parla della vita, della morte, del male, della speranza, della felicità con personaggi di un passato remoto (Francesco d’Assisi) o di un tempo che si è appena concluso (Hannah Arendt, Jorge Luis Borges).

Si parlerà anche del rapporto tra l’opera dantesca e il cinema, e in particolare a come nei film di ispirazione dantesca sia stato rappresentato il tema cardine della giornata: Terra madre Terra matrigna; Elettra Pizzi, giovane producer italo-canadese, racconterà il film Dante (2014) mostrandone alcuni spezzoni.

A seguire la pièce, in prima assoluta, Il prezzo della libertà, scritta e recitata da Mohamed Ba, un poeta/attore “nuovo italiano”. Prima del congedo Dante Virtuale rimarrà a dialogare con il pubblico sulle tematiche legate al cibo e all’alimentazione, e non solo.

Dante a teatro aprirà così gli eventi dell’Università degli Studi per Expo e tornerà ancora nei mesi successivi, chiudendo in trasferta, a Edimburgo, il 23 ottobre). Ma Dante 750, che costituisce l’insieme di eventi più articolato e innovativo in Italia per celebrare i 750 anni della nascita del Poeta, è altro ancora: letture in piazza della Commedia, con l’Accademia della Crusca; una mostra di codici in collaborazione con la Biblioteca Trivulziana; un incontro/spettacolo sulla violenza con associazioni femminili; ed è, sopra tutto, l’installazione multimediale che si inaugura il 19 giugno nella Sala dei Pilastri del Castello Sforzesco e che, fino a ottobre, permette al pubblico di dialogare con l’ologramma di Dante e di conoscere – in modo interattivo – i rapporti del poema col cinema e le arti figurative.

Dante nel terzo millennio sarà anche questo: uno strumento di comunicazione fra l'”Accademia” e la “Piazza”. Dante ha influenzato e disegnato l’immaginario del mondo occidentale in modo più esteso e duraturo di quanto non si pensi; ed è un segno che diventa via via più profondo grazie al cinema e agli strumenti multimediali. È la strada che abbiamo iniziato a percorrere ormai da anni, avvalendoci anche di tecnologie avanzate: Dante esce benissimo dalle pagine dei libri per parlarci dallo schermo e dagli olobox. La forza della sua poesia è travolgente; i suoi valori sono assoluti. E di questo, nei giorni che stiamo vivendo, abbiamo disperatamente bisogno.

 

Giuliana Nuvoli



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