6 maggio 2015

METROPOLITANA MILANESE: CARO PRESIDENTE TI SCRIVO


Caro Presidente, ritengo che sia un’ottima idea utilizzare i cantieri della futura M4, e mi permetta di usare le sue parole, “per riscoprire la storia e il vissuto delle zone interessate dagli scavi”, trasformandoli in “in uno spazio vivibile per tutto il quartiere” e facendoli diventare il “fulcro del racconto di quello che la M4 sarà”.

10marini17fbAltrettanto condivisibile è l’attenzione che Metropolitana Milanese e, ovviamente, il Comune di Milano, hanno dedicato e stanno dedicando nel coinvolgere e informare Consigli di Zona, cittadini, associazioni e tutte le forze della città. I vantaggi derivati dal saper ascoltare e utilizzare i suggerimenti di chi abita la città sono ampiamente e concretamente dimostrati proprio da chi sta amministrando oggi Milano, che ne ha fatto una delle sue bandiere. Per rendersene ampiamente conto basta leggere il libro appena editato dal sindaco Pisapia e il lungo elenco di iniziative e interventi realizzati dalla sua amministrazione nati dalla capacità di “ascoltare”.

Ritengo che ciò che lei propone sulle “pagine” di ArcipelagoMilano sia un’ottima idea, perché penso che l’interesse per la storia della città, per quello che nasconde nelle sue viscere, sia diffuso e ampio, così come ritengo che la domanda di spazi “vivibili” sia pressante a Milano come altrove. E poi i grandi cantieri, le voragini, le gallerie scavate nella terra sono sempre un po’ magici, forse perché ci ricordano il legame indissolubile che abbiamo con Madre Terra, e perché ci permettono di fantasticare su ciò che essa custodisce della nostra storia. Informare la cittadinanza attraverso visite guidate o schermi o quant’altro mi sembra, appunto, un’ottima idea. Forse mi sbaglio, forse sto proiettando su altri dei desideri del tutto personali, ma l’appello che Metropolitana Milanese sta lanciando deve essere raccolto, perlomeno perché prova a trasformare un problema – la strada chiusa, un giardino non più utilizzabile, il rumore, e così via – in un’opportunità.

Ma c’è un però, come sempre, ovviamente. Il però sono i tempi delle opere che Metropolitana Milanese deve attentamente tener d’occhio in quanto soggetto che avrà la responsabilità dei lavori, ovvero stazione appaltante. Mi permetto questo suggerimento pensando ai lavori per il prolungamento della linea rossa dalla fermata di Sesto-FFSS fino al comune di Monza e Cinisello Balsamo, e di cui mi sono dovuto occupare in qualità di amministratore di Sesto San Giovanni. Certamente un cantiere a dir poco sfortunato, benché si tratti di pochi chilometri.  I lavori sono iniziati fra marzo e settembre del 2011, doveva essere finiti entro fine dicembre 2014 e a tutt’oggi non si sa quando saranno conclusi. Forse alla fine del 2016, forse l’anno successivo. Lavori che fin dall’inizio sono andati avanti come lumache, due imprese fallite, un pezzo di città sventrato per anni, quasi certamente costi maggiorati.

Senza contare le attenzioni, le risorse e, appunto, il tempo che la stessa dirigenza di Metropolitana Milanese ha dedicato e sta dedicando per risolvere il problema, insieme ai colleghi di Cinisello Balsamo ovviamente, agli amici funzionari e amministratori di Milano, a quelli di Monza. Quante risorse sprecate, quante attenzioni sottratte ad altri progetti, quanti disagi. Quanto fastidio arrecato ai cittadini. Forse perché si tratta di un cantiere più piccolo? Forse perché i cittadini di Sesto o Cinisello Balsamo (o di Monza) sono cittadini di una “città metropolitana minore”? Non lo penso, e mi rifiuto di pensarlo. Sospetto invece che ci sia un problema di appalti e di regole, e una scarsa attenzione da parte degli addetti ai lavori alla variabile tempo. Anche a fin di bene, magari, ad esempio, per contenere i costi.

Per questo spero che il progetto per la M4 sia stato accurato, che l’appalto abbia previsto tempi certi e verosimili, che siano state previste penali stratosferiche per i ritardi, e che Metropolitana Milanese abbia la costanza di essere inflessibile sul rispetto del cronoprogramma. Per inciso: ho sempre pensato che dichiarare domani, sapendo che sarà dopo domani o settimana prossima, non solo è controproducente e inutile ma è anche poco rispettoso dell’intelligenza altrui.  Spero anche, e proprio di cuore, che chi ha vinto o vincerà l’appalto non sia una delle solite imprese scatole vuote: niente più che organizzatori di lavoro altrui, con tutto il corollario di tempi morti, passaggi barocchi, difficoltà di organizzazione, ritardi nei pagamenti, evanescenza e scarsa possibilità di individuare i responsabili. Forse qualcuno dovrebbe inventare “l’impresa a filiera corta”.

Come Lei certamente conosce meglio di me, è certo che molti dei problemi riguardano il modo con cui in Italia sono realizzate le opere pubbliche e le regole che le disciplinano, ma in questo caso il discorso si fa complesso e ci porterebbe lontano. Sono certo che l’esperienza di un’istituzione storica per Milano come Metropolitana Milanese saprà far fronte adeguatamente a questi problemi, nell’attesa che il governo, speriamo, riformi nel frattempo efficacemente e finalmente il codice degli appalti.

Un amico che vive sopra i lavori infiniti del prolungamento della M1 mi raccontava di come sono pesanti i disagi di convivere con un cantiere che non finisce mai e, soprattutto, di come sia triste e deprimente osservare quelle poche persone che ci lavorano o quella escavatrice, quella gru, che da sola giorno dopo giorno affronta un lavoro che dovrebbero essere svolto da ben altre maestranze. Abitando vicino al prossimo cantiere della M4 sono un filo preoccupato. Spero sinceramente di sbagliarmi.

Edoardo Marini*

 *Assessore all’urbanistica, edilizia, politiche energetiche, mobilità – Comune di Sesto San Giovanni



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