29 aprile 2015

la posta dei lettori_29.04.2015


 

Scrive Fausto Scarpato a proposito della Brigata Ebraica – Concordo con l’articolo in questione. Il collegare la Brigata Ebraica con gli attuali conflitti Israeliani-Palestinesi è assolutamente antistorico e frutto di ignoranza se non malafede. Ho 85 anni e quindi ricordo benissimo “la spada dell’Islam” di Mussolini e la presa di posizione degli arabi a favore dei Tedeschi, o, peggio dei nazisti come il Gran Muftì. Un po’ quella di certe popolazioni Sovietiche anti Staliniane che si arruolarono nelle SS.

Certo si può e si deve considerare il colonialismo Anglo Francese, anche se quello Italiano in Libia fu assai peggio … . Oggi certamente i Palestinesi si sentono privati di una patria, ma la sinistra Israeliana avversa fortemente Nethaniau e i destrorsi del loro paese. Quindi invito una certa nostra vetero-sinistra a documentarsi meglio che di guai ne hanno già fatti tanti con la loro faziosità.

 

Scrive Piero Basso a proposito della Brigata Ebraica – Ho letto con un certo disappunto l’articolo di Massimo Cingolani sulla Brigata Ebraica, e desidero chiarire perché non sono d’accordo. Nessuno contesta il contributo dato alla campagna d’Italia dalla Brigata Ebraica, come da tutte le altre brigate aggregate agli eserciti alleati, tra cui brasiliani, francesi, greci, polacchi e arabi (nel corpo di spedizione francese).

Il problema però non è quello che è accaduto settant’anni fa (se mi mettessi sullo stesso piano di Cingolani dovrei ricordare che furono molto più numerosi gli ebrei che si candidarono ai consigli ebraici o alla polizia ebraica nei ghetti, di quanti si opposero ai nazisti nell’eroica resistenza del ghetto di Varsavia), ma il problema è quello che succede oggi: perché mai i discendenti (?) di un corpo di spedizione straniero, che ha validamente combattuto in Italia, sente il bisogno di sfilare in un corteo di partigiani (tra cui furono anche numerosi ebrei italiani), corteo cui non ha mai sentito il bisogno di partecipare nessun altro corpo di spedizione?

A me questo atteggiamento “presenzialista” ricorda un po’ quello della signora Letizia Moratti, che prima di governare Milano con i fascisti sentì il bisogno di far sfilare l’anziano padre in carrozzella lungo tutto il corteo.

 

Replica Massimo Cingolani – Veramente il contributo dato dalla Brigata Ebraica è spesso contestato, come è successo questo 25 Aprile. Polemiche che sicuramente a nessuno verrebbe in mente di fare se sfilassero greci, polacchi, brasiliani, ecc.

Non si può paragonare la Brigata agli altri reparti militari, perché la sua principale caratteristica era quella di essere formata da volontari, che tra l’altro in caso di cattura non sarebbero stati considerati normali prigionieri di guerra. È come valutare i volontari garibaldini che combatterono a Digione nella guerra franco-prussiana un corpo di spedizione straniero.

Per quanto riguarda brasiliani, francesi greci e polacchi erano parte degli eserciti alleati avendo dichiarato guerra alla Germania. Gli arabi aggregati al corpo di spedizione francese,i goumier più assimilabili a dei mercenari che a dei volontari, furono, dopo i tedeschi, le truppe che commisero più crimini di guerra in Italia, commettendo stupri e uccisioni. Per documentarsi basta leggere “La ciociara” di Moravia.

Alcuni ebrei entrarono nella Judenpolizei, è normale che in una fase di annientamento come la vita in un ghetto, ci siano scelte opportunistiche. Il fatto è che si parla di decisioni individuali, che, anche se riguardarono diverse persone, sono ben diverse dalle posizioni prese da élite religiose e politiche, come ad esempio il Gran Muftì di Gerusalemme e Alì al Gaylani ex primo ministro iracheno.

La tradizione che vuole, anche in ricorrenze particolari come il settantesimo, l’assenza delle rappresentanze degli eserciti alleati, è senz’altro un’anomalia, visto il contributo militare determinante. Probabilmente è un’eredità della guerra fredda, quando la presenza della bandiera americana avrebbe potuto creare imbarazzo, anche se credo sarebbe fischiata anche adesso e comunque cosa “c’azzecca”quella palestinese con il 25 Aprile?

 

Scrive Sergio Brenna a proposito di Giunte e realizzazioni – Stefano Boeri scrive al B.I.E. chiedendo di non demolire i padiglioni nel dopo Expo, in nome della “sostenibilità” dell’operazione: anche il padiglione a tronchetto, a cappello di paglia, a seme, ad alveare (per decenza non sto a dire a cosa assomiglia quello di Libeskind per l’immobiliare cinese Vanke)? Un conto è salvaguardare l’impianto a cardo-decumano, altro rendere permanenti le bizzarìe progettuali permesse ai singoli espositori. Da Parigi dovrebbero rispondergli “Il aurait fallu y penser auparavant!“, quando si potevano prevedere padiglioni-tipo facilmente riconvertibili: oggi si può salvare ben poco e la “sostenibilità” diventa l’alibi per rendere permanenti gli errori e gli orrori!

Pisapia in Tv e sulla stampa: tremulo e inconsistente come sempre, assolve le scelte delle amministrazioni precedenti «Partirei dallo skyline intorno a piazza Gae Aulenti. Lì i grattacieli si uniscono con sintonia alle case “vecchia Milano”, moderno e antico si fondono insieme e la vista va verso il quartiere Isola. Un’istantanea perfetta di quello che la città rappresenta oggi: una metropoli inclusiva, innovativa, interculturale e interreligiosa. Che non si è lasciata trascinare nel baratro della crisi perché ha avuto la forza di anticipare il futuro». «Pisapia: siamo cambiati così», intervista a cura di Giovanni N. Ciullo, in «D», suppl. a «La Repubblica», a. XX, n. 935, 18 aprile 2015, p. 62. Intanto Gian Giacomo Schiavi sul Corriere Milano trova del buono in tutti i Sindaci da Albertini “amministratore di condominio” alla Moratti “Maria Antonietta dei Navigli” a Pisapia “tremulo e amletico” e quindi Albertini ha gioco facile a dire che Pisapia si può vantare solo di cose avviate da lui: tutti insieme appassionatamente, peccato che siano quelle sbagliate!

 

 

Scrive Sergio Murelli a proposito di graffiti – Lodevolissima l’attività di Retake Milano: però, se si vuole essere veramente efficaci e scoraggiare l’aggressione dei Bad Writers, il Sindaco e le forze dell’ordine devono agire in stretto collegamento per individuare le diverse bande (crew) attraverso i loro segni e simboli e punirle severamente (gli imbrattatori vanno denunciati e costretti sotto sorveglianza ad eseguire la pulitura dei muri ). Utili i corsi di sensibilizzazione nelle scuole: ma attenzione che siamo di fronte a delinquenti abituali che spesso vengono dall’estero attratti dalla nostra proverbiale mancanza di certezza della pena.



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