22 aprile 2015

IL GIULIANO PISAPIA PENSIERO – EBOOK A € 9,99


Il sindaco ha scritto un libro*. “Che sarà mai?” dico anch’io come Francesco Piccolo nel suo intrigante libro Il desiderio di essere come tutti fa dire alla moglie, imperturbabile di fronte alle cose del mondo. Nel numero scorso mi ero complimentato con Giuliano Pisapia per la franchezza con la quale aveva espresso i suoi dubbi sia sul sostegno del Pd alla Giunta milanese sia sull’interesse del partito al modello Milano di coalizione.

 

01editoriale15FBSembrava un’indicazione per le forze politiche locali dopo la sua rinuncia a ricandidarsi e così almeno l’avevo intesa io ma non mettevo in conto l’imprevedibilità dell’uomo e dunque il suo libro mi ha lasciato perplesso perché va in tutt’altra direzione.

 

Naturalmente a quest’uscita sono seguite le reazioni più varie e, se mai il libro voleva essere un messaggio politico, ha fallito questo intento perché la parte che tutti sono andati a leggere era quella sorta di pagellina della quale il sindaco ha gratificato la sua Giunta. Sulle persone in questione comunque ognuno di noi ha un suo giudizio a volte molto diverso. Il suo ufficio pubbliche relazioni avrebbe dovuto avvertirlo che i media sfogliano questi libri come i faldoni che contengono intercettazioni alla ricerca delle cose che piacciono al pubblico o agli avversari politici, soprattutto se i giudizi sugli altri sono accompagnati da qualche presuntuosa affermazione su di sé.

 

A questo proposito Claudio Schirinzi e Giangiacomo Schiavi sul Corriere della Sera gli hanno ricordato i pericoli che si corre a farsi belli con le penne del pavone. Detto tra di noi, in genere è meglio che siano gli altri a dare giudizi perché giudicare se stessi è difficilissimo. Se il suo auto giudizio era ed è così chiaramente positivo perché sottrarsi al secondo mandato? Uno sberleffo ai milanesi? O il risentimento di chi non si sente sufficientemente apprezzato? Il desiderio di volare più alto nell’empireo della politica? Non pensiamoci troppo: così come non abbiamo capito il rifiuto alla candidatura, non capiremo né il perché di questo libro, né il perché pubblicarlo in questo momento: le vere ragioni di simili gesti non si sanno mai, e forse non interessa saperlo, meglio attenersi agli effetti di un gesto e guardare nella direzione del futuro.

 

Milano è cambiata e i meriti di questo cambiamento ognuno li attribuirà a chi meglio crede. La città ha subito un’accelerazione del suo mutarsi: il desiderio e la disponibilità a collaborare tra pubblico e privato sono cresciute, l’occasione di Expo ha messo in moto molte intelligenze forse più out-Expo che in-Expo, i comitati si sono rivelati strumenti di partecipazione non ancora strutturata ma positiva, insomma Milano oggi è un’occasione da cogliere per non perdere il treno della ripresa economica, che non è fine a se stessa ma premessa per la soluzione di molti dei nostri problemi, quelli sociali in particolare.

 

Governare Milano alla vecchia maniera e con vecchi burocratici strumenti amministrativi senza spegnere questo slancio sarà difficile e in fondo forse è qui la ragione dell’abbandono un po’ rancoroso di Pisapia: non sapere quale potrà essere il nuovo modo di governare. Lo stesso problema di fronte a un Paese fortemente mutato lo ha la classe politica di governo sempre e ancora più attenta ai problemi del potere personale che non al cosiddetto vecchio “bene comune”, una classe di politici professionisti che si autocondannano alla politica per sempre, condannando loro stessi e noi.

 
Luca Beltrami Gadola

 
(* ) Giuliano Pisapia, Milano città aperta. Una nuova idea di politica, Rizzoli Editore, 2015

 



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