22 aprile 2015

XXV APRILE. LA DERIVA XENOFOBO-FASCISTA DELLA REGIONE


Arriva il 25 aprile e la Regione Lombardia non trova nemmeno un centesimo per celebrare il settantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Sembra incredibile che la Regione protagonista di una delle più belle pagine della nostra storia, teatro di gloriose gesta partigiane, sia ridotta dall’ottusità del governo di centrodestra a promuovere e finanziare convegni sulla difesa famiglia (con ospiti di Forza Nuova), dimenticando la primavera della nostra Repubblica.

 

02castellano15FBIn qualità di capogruppo del Patto Civico qualche settimana fa avevo interrogato la giunta di Roberto Maroni per conoscere quali iniziative sarebbero state preparate per ricordare la lotta partigiana, il sacrificio di migliaia di antifascisti, la battaglia per la riconquista della libertà e della democrazia. Si tratta di un impegno congenito alle istituzioni ispirate dalla nostra bella Costituzione che affonda le radici proprio nella Liberazione.

 

La risposta della giunta di centrodestra è stata disarmante. Il sottosegretario alla partita ha comunicato al Consiglio che nessuna iniziativa è stata messa in cantiere dalla Regione Lombardia e che nulla può essere fatto per ricordare questa data storica per il nostro Paese perché non ci sono finanziamenti a disposizione. La giunta non ci ha pensato, non ha destinato nessun fondo alla celebrazione della Resistenza. Il Presidente del Consiglio Regionale (forse per correre ai ripari?) ha organizzato per martedì prossimo un momento di commemorazione, in occasione della seduta d’Aula. Lo ringrazio per averci pensato, almeno lui, e credo che questo attenui la brutta figura nazionale della nostra Regione.

 

Però l’indifferenza della Giunta resta, a mio parere, molto grave. Mentre la Lega di Salvini marcia su Roma, insieme con alleati impresentabili, mentre il leader leghista sostiene la cancellazione dei campi rom con le ruspe, nella ricca e opulenta Lombardia non c’è nemmeno un euro per festeggiare il 25 aprile. La giunta di centrodestra del Pirellone non conosce più i limiti della decenza politica e istituzionale. La febbre della propaganda deve aver oscurato la mente dei leghisti che si sono dimenticati il loro impegno antifascista, almeno così assicurava in passato il fondatore Umberto Bossi.

 

La colpevole dimenticanza di Maroni è grave, sotto il profilo istituzionale, politico e culturale, perché testimonia la mancanza di responsabilità e di sensibilità davanti a una pagina di storia che ha riscattato il nostro popolo dalla vergogna fascista, dalla guerra, dalle leggi razziali, dalle deportazioni. Questa mancanza oggi è tanto più grave perché lascia un campo aperto alle minacce neofasciste. Si moltiplicano, com’è noto, le iniziative provocatorie e intollerabili promosse da organizzazioni di ispirazione nazifascista, che predicano l’odio razziale, la discriminazione, la violenza. Si tratta, come abbiamo visto anche in casi recenti a Milano e in altre città della nostra regione, di manifestazioni che minacciano la nostra convivenza e attentano ai principi fondamentali della Costituzione. Ma il governo di centrodestra della Lombardia ha dimostrato, anche con la legge sui luoghi di culto chiaramente incostituzionale, di non aver alcun interesse per il rispetto dei principi di tolleranza, di pluralismo, di convivenza civile. Siamo purtroppo di fronte a una deriva politica e culturale della giunta della Lombardia che suscita gravi preoccupazioni per il futuro.

 

Le recenti manifestazioni fasciste sono tanto più pericolose perché s’inseriscono in un panorama europeo in cui emergono formazioni politiche neonaziste, xenofobe, antisemite, estremiste che trovano adesioni e consensi in frange sociali colpite dagli effetti più duri della grave crisi economica. Anche nella nostra Regione, negli ultimi tempi, si sono moltiplicate le manifestazioni, le violenze, le minacce di gruppi di estrema destra che avrebbero raccolto l’adesione di circa 150mila “nuovi fascisti” sui social media, secondo le stime delle forze di polizia. Oggi il pericolo non può essere sottovalutato. Le istituzioni democratiche devono reagire e vigilare affinché questi fenomeni vengano ostacolati, combattuti e repressi con estrema fermezza.

 

Nell’anniversario della Liberazione, è necessario rinfrescare a memoria di Maroni e dei suoi assessori: la Regione Lombardia deve ribadire con forza la difesa dei principi della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, promuovere iniziative pubbliche per diffondere i cardini costituzionali dell’antifascismo, impedire le gazzarre pubbliche di gruppi nazifascisti. Nessuno può derogare a questo impegno. Purtroppo, a oggi, da Palazzo Lombardia non si è fatto un passo in questa direzione. Dagli scranni dell’opposizione lo denunciamo con forza.

 

Lucia Castellano

 



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