22 aprile 2015

GLAESER: SENZA MILANO, L’ITALIA NON RIPARTE


Se Adam Smith ha cercato di capire le cause della ricchezza delle nazioni, Edward Glaeser analizza le cause della ricchezza delle città e l’interazione fra la ricchezza delle città e la ricchezza delle nazioni. La sua analisi ha rivoluzionato la Urban Economics e ha offerto una nuova prospettiva sulle politiche volte a favorire lo sviluppo economico delle città e delle regioni in cui esse sono localizzate. Nel suo libro “The Triumph of the City“, pubblicato nel 2011, si trovano i risultati del suo lavoro, esposti in una prosa appassionata che lascia trasparire tutto l’amore del Professor Glaeser per la New York della sua infanzia e per la vita urbana. È uno dei più ricercati (e pagati) conferenzieri al mondo e c’è chi dice uno dei prossimi, possibili premio Nobel. Grazie al Centro di Ricerche Economiche e Sociali Rossi-Doria dell’Universita’ Roma Tre siamo riusciti a intervistarlo
 
09esposito15FBProfessor Glaeser, lei che studia le città, che ne pensa dello stato di salute di Milano? È ancora la locomotiva dell’Italia? O è la città che ha svenduto i grattacieli agli arabi e di Pirelli ai cinesi?

Non è in queste cose che vedo il segno del declino, a dire il vero. Però è curioso: la Pirelli sia proprio l’esempio di connubio tra industria e design che ho utilizzato nel mio libro The Triumph of the City per giustificare il posizionamento di Milano tra le smart city, le città cioè che hanno mostrato una capacità fuori del comune di reinventarsi e di rinascere dalle crisi che le hanno colpite negli ultimi cento anni.
 
Quindi ora non lo è più? Se dovesse pubblicare una nuova edizione del suo libro, inserirebbe ancora Milano tra gli esempi di “smart city”?

Credo di sì, ma bisognerebbe approfondire il confronto con altre città. Le città che hanno successo nell’economia globale sono quelle che divengono luogo d’incontro per individui smart, permettendo loro di scambiare idee innovative, di sviluppare relazioni che ne incrementano la capacità creativa, le competenze e la produttività. Milano è ancora smart perchè è piena di persone smart. Si è reinventata parecchie volte nell’ultimo secolo, ma sta incontrando numerose difficoltà e fa sempre più fatica a tenere il passo, così come l’Italia d’altro canto. Di certo, per guardare con ottimismo al futuro di Milano è necessario poter contare su una nuova opera di radicale rinnovamento.
 
Expo può essere il motore di questo rinnovamento radicale?

No, Expo è un evento, importante quanto si vuole, ma rimane un evento. È molto più importante che le istituzioni scolastiche e universitarie di Milano siano rese forti e competitive a livello globale. Ma anche un eccellente sistema dell’istruzione non serve a molto, se non si creano le condizioni affinché per un giovane neodiplomato o neolaureato sia facile iniziare una nuova attività lavorativa e imprenditoriale.
 
Quindi cosa serve?

Milano, come l’Italia, ha un disperato bisogno di riformare tutta la regolamentazione che blocca lo sviluppo di nuova imprenditorialità. Milano deve diventare una città a cui il business internazionale guarda per stabilire la propria sede o un centro di ricerca. Purtroppo, Milano, come l’Italia, è rimasta ferma per decenni, mentre gli altri correvano. La sfida è difficile e il percorso lungo, ma, con un pizzico di fortuna, il vostro premier Renzi e i suoi successori dovrebbero riuscire a farcela.
 
Qualità della vita e stile italiano non possono essere un fattore attrattivo per i giovani talenti esteri?

Se pensate di contare su questo fattore, rischiate di commettere un grosso errore.  Il gap tra la qualità della vita a Milano e a Londra o New York non è più così elevato come una volta. Mio nonno è stato direttore del Centro per gli Studi Mediterranei a Roma e ha vissuto in Italia per 30 anni dal 1950 al 1980. Allora, sì che il gap esisteva. Ma adesso Londra e New York offrono, per chi ama lo stile di vita italiano, una qualità che non è più così inferiore rispetto a quella che si trova a Milano e Roma. Per non pensare alla possibilità di viaggiare a costi enormemente ridotti e godere così delle bellezze del mondo, senza dover necessariamente risiedere in un paese meraviglioso come l’Italia.
 
Che consiglio darebbe al Sindaco di Milano?

Non me ne voglia il vostro Sindaco, ma il consiglio lo darei anche e soprattutto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Senza una politica per Milano è impossibile far ripartire l’economia italiana. Un modo per capire quello che voglio dire è … Per continuare a leggere l’articolo su LINKIESTA clicca qui

 
Marcello Esposito
 
 



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