22 aprile 2015

cinema – MIA MADRE


MIA MADRE

di Nanni Moretti [Italia Francia Germania, 2015, 106′]

con Margherita Buy, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, John Turturro

 

cinema15FBCon questo film, lieve e profondo, Nanni Moretti mette in scena il tema del lutto, della malattia e morte della madre interpretata da una strepitosa Giulia Lazzarini, del passaggio dallo status di figlio, a quello di genitore dei propri stessi genitori.

 

Moretti affida a Margherita Buy il compito di raccontare la malattia e morte di sua madre; Margherita interpreta quindi una regista che, durante le riprese di un film, si trova ad accudire la madre malata. Racconta, questo film, lo spaesamento. Il non sapere più chi si è, cosa si deve fare, il giusto e lo sbagliato, il perdere i riferimenti.

 

Moretti in questo film ripercorre i mesi della malattia e morte della madre, ha riletto i propri appunti di quel periodo prima di scrivere la sceneggiatura, ha voluto che la libreria della madre fosse presente nel film. Mette in scena la fragilità di questa donna, insegnante, razionale, che a momenti non sa più distinguere tra sogni e realtà. Celebra non tanto l’idea di madre, ma specificamente la propria, con il suo amore per le lingue antiche, la letteratura, la curiosità per la vita e le persone.

 

Lucrezio, Tacito …. Cosa sarà di tutti quei libri quando lei non ci sarà più? Cosa sarà di tutto quel lavoro, di tutte quelle ore passate a studiare ogni giorno …?” si chiede Margherita prima di dare il via a un ciack.

È un film sulla memoria, sul lascito morale di chi sta andando, sulla responsabilità di chi resta. È un film commovente, ma che non cerca di toccare le corde del pathos, è un film introspettivo e personale che però non rimugina in maniera autoreferenziale – ombelicale si può dire – sul proprio dolore, sulla propria pena.

 

È un film in cui la vita va avanti prepotentemente: la figlia ginnasiale combatte con il latino; l’attore americano, un magnifico John Turturro, star del film che Margherita sta girando, è un povero uomo pieno di difetti e paure, che vive una vita in cui realtà e finzione sono inscindibili.

 

Il film è pieno di momenti di grande ilarità, si ride molto. Alcune scene hanno tempi comici perfetti. Alcune battute sono destinate ad entrare, come già altre di Moretti, nel linguaggio di noi tutti.

 

Moretti ha scelto di affidare il se stesso uomo all’interpretazione di Margherita, e ha ritagliato per sé il ruolo di fratello, di secondo figlio. È il figlio che, al contrario di Margherita, lascia il lavoro per accudire la madre, che sa cosa prepararle, come seguirla, come parlare coi medici, come gestire le mille visite che questa donna riceve da persone che l’hanno molto amata e che vogliono congedarsi da lei.

 

Ma nel momento della decisione finale sarà Margherita, non il fratello, a proporre l’unica cosa che la madre avrebbe scelto per sé: tornare a morire a casa propria, accompagnata dalle persone care, circondata dai suoi libri. Il film si chiude con una frase semplice, ma che rappresenta il lascito spirituale di questa donna tanto amata. Margherita: A cosa stai pensando, mamma? Ada: A domani.

 

Tootsie

 

questa rubrica è a cura di Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


2 novembre 2019

MARTIN EDEN

Jacopo Gardella



28 settembre 2019

HONEYDEW: ON THE EDGE OF ILLEGALITY

Francesco Cibati



20 maggio 2019

PORTARE LA BOSNIA A MILANO

Francesco Cibati



23 aprile 2019

IL CAMPIONE

Samuela Braga



20 febbraio 2019

UN’AVVENTURA

Samuela Braga



14 febbraio 2019

SE ANSELMO DIVENTA COPPERMAN

Samuela Braga


Ultimi commenti