22 aprile 2015

la posta dei lettori_22.04.2015


Scrive Pietro Vismara a proposito del rapporto tra eletti e cittadini – Trovo molto azzeccata la chiosa di Luca Beltrami Gadola sul fastidio dei nostri politici su chi li critica, con la scusa che loro “stanno lavorando” (lo diceva già peraltro Edoardo Bennato: che folla di ministri e deputati, proprio mentre io sto cantando, stanno seriamente lavorando…). La questione è anche più sottile: loro hanno avuto l’opportunità – se non addirittura il privilegio – di poter intervenire sulla cosa pubblica, non fanno partecipare nessuno, non accettano proposte e consigli… resta solo la critica (a fronte di lavori fatti male). E invece non va bene neanche quella, chi “lavora” automaticamente ha anche ragione, gli altri sono solo dei rompiscatole.

Che tristezza quindi leggere l’intervista di Giuliano Pisapia su La Repubblica del 15.4.2015, anche lui ce l’ha con quelli che dicono di no. Ma, mi chiedo, quando il comitato “No Canal” protestava contro la “Via d’Acqua” progettata da Acerbo&Co, la Vicesindaco, prima di difendere con protervia quel progetto, non faceva meglio ad ascoltare i motivi delle proteste dei cittadini? Chi ha avuto ragione alla fine? Forse sarebbe stato più gentile alla fine ammetterlo e scusarsi.

Perché insomma, Pisapia nel suo programma non aveva promesso più partecipazione? Chi l’ha vista? Le decisioni invece sembrano venir prese in un circolo chiuso, e difese in modo rigido (anche a fronte di evidenti errori). Ci fosse più possibilità di contribuire, o di vedere accolte le proprie proposte… sono sicuro che anche le critiche e i “no” diminuirebbero.

 

Scrive Piero Baracchi a proposito dei lavori di Piazza XXIV Maggio – Alle considerazioni generali di Alberto Caruso che condivido, a lavori quasi completati, vorrei aggiungere le mie osservazioni su 4 punti particolari: 1) per quale motivo si è realizzato un piccolo e brutto e povero edificio isolato e mal piazzato per alloggiarvi la pescheria? 2) chi ha realizzato il nuovo mercato dove pensa che debbano fare i loro bisogni gli esercenti dell’ala verso viale D’Annunzio e il relativo pubblico, visto che non sono stati realizzati servizi igienici! 3) per quale motivo si insiste nel pavimentare con cubetti di granito a faccia superiore irregolare grandi piazze mettendo in difficoltà gli anziani e chi ha problemi deambulatori? (quando già in precedenti esperimenti si è dovuto intervenire a lisciare le pavimentazioni siffatte con gravi costi per la collettività)

4) era proprio necessario avere una enorme estensione di superfici pavimentate, per adunate oceaniche?, e non si poteva cogliere l’occasione per incrementare le superfici a verde già presenti in origine contribuendo a un disegno generale della Piazza, oggi mancante, e magari per separare i percorsi dei tram dalle aree di passaggio pedonale che mi sembra un aspetto veramente mal risolto? Il risultato di questo intervento sulla città, interessante grandioso e costoso, alla fine appare come l’ennesima occasione mancata.

 

Scrive Miro Capitaneo sul modello Milano – Leggo sempre con soddisfazione ed entusiasmo l’editoriale del Direttore. Oserei dire che ne condivido anche la punteggiatura. È giusto palesare l’orgoglio della nostra “milanesità” e rivendicare la nostra autonomia da Roma e la nostra capacità di autogoverno. Bello l’avviso di prestare attenzione a una eventuale “imboscata elettorale” da parte dei 5 stelle! L’ho già scritto in un mio intervento cui avete dato spazio: alle Europee ho votato Renzi e non me ne pento ma, qualora 5 stelle candidassero un magistrato o comunque un grintoso garante della legalità, io non avrei dubbi … Un De Magistris in salsa milanese, l’ho definito … Attento Pisapia a non continuare a tirare fuori sassi dalle scarpe con continuativa ossessione … Vieni invece in periferia a “pè biot” (piedi nudi per i non ambrosiani).

 

Scrive Valerio Tradardi a proposito della giunta Pisapia – Senza farla lunga non basta dire che questa giunta che pure ho votato sia migliore della precedente anche perché ci vuole poco, ma come fanno i cittadini a capire cosa ha fatto questa giunta di meglio? Io stesso pur bazzicando il Consiglio di Zona 6 non mi è sembrato che il rapporto con i cittadini, i movimenti le associazioni sia stato molto fecondo. Non mi si fraintenda, non voglio che vinca il centro destra, ma la vedo dura, anche perché la sinistra dov’è, cosa è rimasto, io sono un transfuga da Rifondazione, non posso dire che il Pd oggi rappresenti concretamente la sinistra dal mio punto di vista ovviamente, questo guardando i fatti naturalmente.

Anche il metrò linea 4 si sviluppa in un percorso a mio avviso sbagliato, sono i paesi da raggiungere. Vi ricordate il gamba de legn in via Novara tolto molti anni fa? queste sono state scelte politiche per favorire l’auto contro il tram, il trenino etc. per quel poco che ho girato in Europa non ho mai visto il caos di Milano con un record di macchine per abitante. Si deve prolungare ad esempio il metro come quello che arriva a Bisceglie per arrivare nei paesi limitrofi, fra l’altro vedendo il progetto quei percorsi sono tratteggiati. In entrata entrano una infinità di macchine per contro in uscita le strade sono scorrevoli e non affollate e io l’ho fatte per 30 anni. certo i metrò sono comodi e io abitando in Lorenteggio ne trarrò giovamento per andare in centro, la mia casa verrà rivalutata fra l’altro ma a Linate se va bene ci vado una volta all’anno, ma quanto costerà? (si parla di un miliardo e otto ad oggi ma poi?).

Fra l’altro l’alta velocità ha portato via molti passeggeri all’aereo e gli uomini in grigio che vedevo quando lavoravo ora li vedo in stazione. Con quei soldi si potevano costruire case popolari, rimettere apposto le quasi 10000 del Comune e dell’Aler vuote per l’assegnazione , dare maggiore assistenza agli anziani nelle periferie etc, insomma si potevano fare un sacco di cose, considerando poi una crisi che non finirà in quanto strutturale. fra l’altro i negozianti hanno protestato, la loro protesta ha portato a una modifica dei lavori permettendo una corsia di scorrimento mantenendo la linea 50 molto comoda per andare in centro e spostando la 61 come capolinea in Piazza Napoli, oggi poi ho saputo che per non chiudere un garage al numero 37 di Lorenteggio, Maran ha sospeso quella parte di progetto per una sua revisione, ma non si sapeva prima del garage? dopo aver visto Report per anni è difficile pensare bene di questo povero paese e non è necessario essere un vetero marxista per dirlo. Grazie per la pazienza e un saluto.

 

Scrive Hugo Jan Bassi a proposito dei Magazzini Raccordati – L’articolo di Angelo Cappellina è stimolante e porta alla ribalta un grosso problema urbanistico che l’iniziativa della Proprietà/Gestore, da tempo in incubazione, ora rende ineludibile. Occorre tener ben presente che tipo di Proprietà/Gestore era e non c’è motivo per credere che non sia ancora Grandi stazioni: per mia esperienza (vedi P.S.) il peggio della burocrazia FS unito alla più becera mentalità speculativa.

Per l’Amministrazione comunale sarebbe un’occasione per svolgere il ruolo di indirizzo e decisione urbanistica che non seppe avere prima di tutto a livello politico, ma anche tecnico, in occasione della “riqualificazione” iniziata nel 2005, prendendo per buone allora studi, promesse (parole) e rendering di GS! La presenza di “progettualità milanese” sarebbe necessaria non per campanilismo, ma perché il centro decisionale e progettuale di GS è lontano: lo era allora (tutto a Roma) e sembra lo sia anche ora (Roma, Torino?)

Riprendo le parole di Alberto Caruso in altro articolo di ArcipelagoMilano “Si deve pretendere una direzione politica dei lavori pubblici (nel nostro caso non è un lavoro pubblico, ma senz’altro un lavoro di rilevanza pubblica) dotata di una visione culturale, di un’idea di città coerente e riconoscibile, diversa e migliore. Altrimenti, quale è la differenza con le altre amministrazioni? E si deve pretendere anche un apparato comunale che sia tecnicamente autorevole”.

Un progetto serio di riqualificazione dovrebbe considerare non solo quello che c’è sotto il rilevato, ma anche gli spazi non o mal utilizzati sovrastanti (probabile complicazione burocratica perché presumibilmente non oggetto della convenzione tra FS e GS !), nuovi accessi secondari alla stazione, il problema dei senza dimora sempre più rigettati ai margini …. . Auguri di buon lavoro al GRUPPO FAS Post Scriptum: lo scrivente ha avuto un ruolo secondario nella fase costruttiva della precedente operazione di “riqualificazione” (corpo frontale del fabbricato viaggiatori, nuovi spazi commerciali) realizzata tra il 2005 ed il 2008, che gli ha consentito però di conoscere bene sia il progetto originale della stazione che la “ qualità  gestionale e progettuale” espressi da GS.

 

Scrive Ferdinando Mandara a proposito dei fatti del Tribunale di Milano – Premesso che non mi arrogo la capacità di immaginare cosa passasse per la testa dell’autore della strage, mi sembra assai ragionevole e plausibile l’analisi di Giuseppe Ucciero quando attribuisce all’ossessione per “la roba” una possibile motivazione dell’attentato. Non sono invece per niente d’accordo con le affermazioni “L’aver dipinto l’ordine dei magistrati come organo intento a tutelare i vizi parassitari dei giudici, l’averli messi alla berlina come “fannulloni”, l’averli caratterizzati come i principali frenatori di un percorso di riforme dell’apparato giudiziario, quanto è diventato materia psichica dell’ossessione omicida?” Forse che sono stati delegittimati anche gli avvocati e i coimputati, anch’essi vittime dell’attentato? Oppure “Mattarella ha preso posizione, finalmente, contro la “solitudine” dei magistrati e Renzi se ne sta zitto, che capisce che non è aria. Per quanto ci riguarda, la morte del giudice Ciampi, integro giudice della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano, la mettiamo anche, non solo ma anche, sul conto del clima politico, politico – mediatico che ogni giorno delegittima, espressamente e surrettiziamente, la figura complessiva della magistratura, come presidio della società dialogante e rispettosa delle regole.

Che ci sia chi ha interesse a delegittimare la magistratura è fuori di dubbio: cioè i lestofanti. Secondo me, ci sono invece parecchie situazioni che discreditano la magistratura agli occhi delle persone che non hanno alcun interesse a delegittimarla. Non tanto l’inaccettabile lunghezza dei processi o la situazione scandalosa delle carceri (che non sono responsabilità unica dei magistrati, ma ci sono pure tribunali che hanno smaltito l’arretrato organizzandosi meglio) ma certamente il fatto che magistrati che commettono errori grossolani rarissimamente subiscono conseguenze disciplinari: vedasi come caso esemplare la vicenda di Tortora o recentemente quella di Scaglia. E anche il fatto che Gratteri abbia fatto arrestare tempo fa 205 persone con accusa di mafia in un paese siciliano di 4000 abitanti e 195 siano state assolte fa pensare che abbia fatto bene Napolitano a non avallare la proposta di Renzi (come si è sentito dire) di farlo ministro della giustizia: senza contare che Falcone sosteneva che anche se si è certi della colpevolezza di un mafioso bisogna evitare di portarlo in tribunale in mancanza di prove inoppugnabili, per evitare di dargli – con la probabile assoluzione –  una patente di innocenza.

Insomma, credo che anche per i magistrati la difesa corporativa dei non meritevoli danneggi l’immagine anche della maggioranza dei capaci.

 

Replica Giuseppe Ucciero – Naturalmente convengo che nessuno di noi è in grado di conoscere e valutare cosa passasse per la testa del Giardiello ed anche per questo formulo domande piuttosto che risposte. Certo, non posso negare l’evidenza, non mi pare peregrina l’ipotesi che vede il concorrere di un clima massmediatico al formarsi di una rappresentazione paranoide, e neppure basta a metterla fuori gioco l’osservazione di Ferdinando Mandara che chiede come mai allora Giardiello abbia ammazzato anche l’avvocato ed il complice delle sue malefatte.

A contrario, potrei sottolineare che parrebbe plausibile che il Giardiello abbia ammazzato il complice “lestofante”  proprio in quanto tale, a suo giudizio, e che l’avvocato ci sia andato di mezzo in quanto strumento “indocile” alla sua volontà, il tutto nel teatro dell’aula. Mentre il soggetto terzo, il giudice Ciampi, se l’è invece andato a cercare in quanto soggetto – attore che non dà giustizia e qui il suo assassinio diviene, sia pure solo simbolicamente, “segno dei tempi”.

Che poi la magistratura abbia limiti e chiusure corporative, si può anche ammettere, salvo sempre ricordare che parliamo del potere dello Stato  che da decenni combatte una troppo solitaria guerra contro il malaffare delle classi dirigenti e l’ammorbante clima corruttivo diffuso in tutta la società.

Quanto della crisi del sistema giustizia sia dovuto alla cultura ed all’atteggiamento di casta dei giudici, questo non saprei dire, ma certo che non siano loro a fare le leggi sconclusionate e contraddittorie, e che neppure tocchi a loro assicurare mezzi e personale per amministrazione l’esercizio della Giustizia, o che l’edilizia carceraria non rientri tra le loro competenze, mi pare di evidenza solare.

In conclusione, ho tratteggiato scenari e formulato ipotesi, certo opinabili, ma non mi pare che il segno prevalente con cui guardare alla vicenda Giardiello possa essere il desiderio di rivalsa contro errori individuali e carenze culturali della magistratura.”

 

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti