15 aprile 2015

ATELIER D’ARTE NEL CUORE DI MILANO


Dimore storiche, cortili nascosti e giardini aperti in occasione delle visite organizzate dall’Associazione culturale Città Nascosta Milano e delle Giornate di Primavera del FAI; aree dell’archeologia industriale milanese accessibili durante il Fuori Salone del Design: momenti in cui è possibile addentrarsi in una Milano poco nota o sconosciuta e scoprire luoghi della città di solito inesplorati. Analogamente durante le Giornate Europee dei Mestieri d’Arte, promosse a partire dalla Francia in diversi paesi dell’Unione nell’ultimo fine settimana di marzo per dare valore alle arti applicate, Milano apre le porte di botteghe e atelier per far conoscere il saper fare con ceramica, vetro, tessuti, metalli, legno e molto altro ancora.

 

10bramante14FBPromotrice dell’iniziativa è l’Associazione 5VIE art+design – che si propone di rispettare e valorizzare l’identità e la “milanesità” del distretto 5VIE, unendo la forza della storia alla sperimentazione tipica del’innovazione – insieme alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte, impegnata a promuovere un “nuovo Rinascimento” dei mestieri d’arte, soprattutto formando nuove generazioni di Maestri d’Arte, che possano salvare le attività artigianali di eccellenza dal rischio di scomparsa che le minaccia.

 

Il quartiere delle 5VIE – tra Corso Magenta, Via Santa Marta e la Darsena – rappresenta il cuore pulsante dell’operosità milanese, una porzione di città piena di eccellenze commerciali ricche di storia e di un raffinato background artigianale. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, è stata creata questa via tematica per la promozione delle eccellenze artigianali dell’area. Un itinerario dedicato al saper fare meneghino di eccellenza, lungo il quale i visitatori sono guidati alla scoperta di numerosi atelier artigiani.

 

Dal restauro del legno, di dipinti, dorature e lacche alla lavorazione del vetro, dai ricami d’arte alla legatoria, alla lavorazione di metalli e pietre preziose, al restauro e alla decorazione di ceramiche, fino ai cappelli e alle pipe; e accanto alle tecniche della tradizione non mancano le realtà più all’avanguardia, come The Fab Lab: Make in Milano che, col sostegno della Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri, propone un approccio innovativo al saper fare grazie a un laboratorio di progettazione condivisa e fabbricazione digitale, in cui antichi saperi artigianali e innovazione tecnologica si mescolano per creare qualcosa di nuovo e di rivoluzionario, la “bottega 2.0”. L’obiettivo è quello di innovare i mestieri tradizionali, rinnovare le procedure produttive dell’artigianato tradizionale, tutelando le competenze del saper fare italiano, ma arricchendole con tutte le possibilità di miglioramento rese disponibili dalle nuove tecnologie.

 

L’homo faber, da sempre qualificato dalla sua attitudine a concepire e realizzare oggetti, a escogitare tecniche e processi per adattare di volta in volta la materia, a scopi ritenuti utili o necessari, ha attraversato tutta la storia dell’umanità e per le nuove generazioni può essere educativo studiare il cammino dell’uomo attraverso gli ambiti specifici del suo ingegno, le invenzioni o i manufatti che nei secoli hanno avuto incredibili sviluppi. La storia dell’homo faber dalla preistoria alle biotecnologie è per questo una lettura che consiglio (1).

 

Rita Bramante

 

(1) E. BONCINELLI – G. SCIARRETTA, Homo faber, Baldini&Castoldi, Milano, 2015.

 



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