25 marzo 2015

libri – 1177 A.C. IL COLLASSO DELLA CIVILTÀ


ERIC H. CLINE

1177 A.C. IL COLLASSO DELLA CIVILTÀ

Bollati Boringhieri, 2014

pp.272, euro 24

libri12FB“L’economia della Grecia è piombata nel caos. Rivolte intestine stravolgono il volto di Libia , Siria ed Egitto e a fomentare la rivolta ci sono mercenari e truppe straniere. Come Israele, anche la Turchia teme di venire travolta. I rifugiati si accalcano nella terra di Giordania. L’Iran è minaccioso e sempre più agguerrito e l’Iraq si trova in uno stato di conflitto permanente”. È una cronaca dei nostri giorni? No, è la situazione dell’anno 1177 a.C.

Abbiamo voluto riportare testualmente il folgorante incipit del saggio di Cline, perché il lettore colga immediatamente lo spessore e il fascino della nuova opera del direttore del Capitol Archeological Institut presso la George Washington University.

L’autore, appunto uno degli archeologi più noti del mondo anglosassone, ha sviluppato nelle sue trenta e più campagne di scavo nel Medio e vicino Oriente, quei metodi innovativi, basati sull’uso massiccio della tecnologia, che hanno consentito alla ricerca sul campo e su quella epigrafica sorprendenti rovesciamenti di prospettive e, a volte, di pregiudizi ereditati dalla archeologia classica.

Le pagine di Cline ci illuminano sul mondo mediterraneo allargato del 1300 – 1100 a.C.; un tempo immaginato come un panorama primitivo con economie frammentate in mercati di scala modesta e incomunicanti, ma che invece la archeologia comparata dell’ultimo ventennio ha trasformato – nella percezione degli studiosi- in un mondo incredibilmente organizzato e vasto con processi di globalizzazione produttiva a commerciale diffusi e vistosi. Processi fondati su organismi solidi, multietnici e multinazionali, che agli occhi dei nostri lontani antenati apparivano, nella loro complessità, armonici, profittevoli e immutabili.

Ebbene, questo sistema regolato da leggi economiche condivise ed efficaci, cadde di schianto, travolgendo un’intera civiltà – quella del bronzo – e le sorti di regni e imperi del Mediterraneo e della Mezzaluna fertile e di popoli i cui nomi antichi evocano avvenimenti remoti: Egizi, Ittiti, Assiri, Babilonesi, Minoici, Micenei, Amorrei, Uganti, Cretesi, Ciprioti, Cananei e altri ancora.

Il bronzo, alla base di una cultura materiale nata millenni prima della catastrofe descritta da Cline, era il risultante della fusione dello stagno, proveniente dall’Afghanistan e del rame, proveniente da Cipro. Ogni utensile e ogni arma erano fuse nel bronzo.

L’arrivo dei cosiddetti Popoli del Mare, appunto nel 1177, secondo un calendario egizio sufficientemente attendibile, sconvolse dapprima gli equilibri economici e commerciali, su cui si basava la produzione di beni bronzei, e poi, in rapidissima successione, i rapporti politici e sociali all’interno dei singoli regni e quelli diplomatici tra i diversi potentati.

Caduto il primo anello, racconta Cline, quello della fornitura costante dei due metalli e della loro lavorazione, caddero tutti gli altri in rapida successione lasciando un lungo e misterioso vuoto nella storia, da cui provengono solo echi lontani nella narrazione della guerra di Troia e dall’esodo ebraico dall’Egitto.

Il collasso fu determinato soltanto dai rovesci militari causati dai misteriosi popoli del mare (forse una mescolanza di Sardi, protosiculi, Filistei di Creta e Danai dell’Egeo)? No di certo. L’invasione straniera coincise con un improvviso peggioramento climatico in tutto il Mediterraneo orientale, con una grave crisi del mercato internazionale, favorita da diffusi torbidi interni, con il manifestarsi di prolungati e temibili sciami sismici trasformatisi in alcune aree in devastanti terremoti.

Un sorta di “tempesta perfetta” che ha prima piegato e poi estinto la più complessa e organizzata civiltà che fosse apparsa, fino a quel momento, nel mondo antico.

Una lettura, lo ripetiamo affascinante, evocativa, basata su un ordito e una trama di altissima cultura. E, da ultimo, tale da indurci a qualche riflessione sull’oggi.

Paolo Bonaccorsi

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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