12 ottobre 2009

LAST MINUTE MARKET


Crisi ambientale e crisi sociale paiono camminare di pari passo e pregiudicano l’equilibrio dell’ecosistema e delle collettività, mentre le politiche sembrano ingabbiate nelle logiche “economicistiche”, rimangono spesso troppo lontane dai problemi reali, come se mercato e aumento della produzione fossero la panacea a tutti i mali del mondo.

L’approccio “sviluppista” improntato sulla crescita illimitata, poggia le sue fondamenta su qualcosa che è, allo stesso tempo, un paradosso un inganno e profondamente iniquo. La crescita infinita è, infatti, irrealizzabile poiché il mondo è uno spazio chiuso, e con una quantità di risorse limitata, e dall’altro lato si fonda su un’iniqua distribuzione e utilizzo delle risorse, che porta a una profonda disparità tra le varie parti del mondo e tra i vari gruppi sociali.

Ma nonostante tutto ciò una quantità non irrisoria di risorse ogni giorno viene sprecata, acqua, materie prime, cibo e tanto altro ancora, spesso viene scartato o perso pur essendo ancora perfettamente utilizzabile.

Il 50% del cibo che produciamo va sprecato: un dato allarmante che emerge da una ricerca presentato a Stoccolma nel corso del World Water Week 2008.

L’agricoltura è sicuramente il settore in cui le eccedenze alimentari rappresentano la regola e non l’eccezione. Ma le eccedenze prodotte dall’agricoltura non sono le uniche, in quanto nel corso della catena agroalimentare non sempre è facile far incontrare domanda e offerta e, quindi, il risultato che ne consegue è che spesso si produce più di quanto si riesca a vendere e a consumare. Comunque gran parte del cibo viene persa o sprecata prima che arrivi sul piatto. Il ruolo che consumatori, ristorazione, distribuzione organizzata e industria alimentare stanno svolgendo in questo spreco sta aumentando. In Italia è stato stimato che quotidianamente vengono distrutte 4 mila tonnellate di alimenti ancora perfettamente consumabili, il 15% del pane e della pasta che gli italiani acquistano, il 18% della carne e il 12% della frutta e della verdura. Ogni nucleo familiare in Italia getta via ogni anno cibo per un valore di 584 euro, equivalente all’11% circa della spesa annua.

In stridente contrasto con ciò oltre 1,2 miliardi di persone vive in condizioni di povertà estrema e poco più di 1 miliardo di persone soffre cronicamente la fame.

Che il problema del cibo e, dunque, della fame non sia una questione di carenza, che anzi nei paesi ricchi di cibo ce n’è fin troppo, tanto da dover essere gettato via nei rifiuti, è ormai fin troppo evidente.

Proprio questo paradosso è stato il movente che ha spinto Last Minute Market nell’attivare una ricerca universitaria e quindi uno studio di fattibilità, per capire come poter affrontare e contrastare tale fenomeno, in quanto questo immane spreco può essere utile, almeno per qualcuno. È questo l’obiettivo di Last Minute Market, progetto ideato da Andrea Segrè, Preside della Facoltà d’Agraria dell’Università di Bologna nel 1998, attivo con più di 40 progetti in 10 regioni italiane ed in fase di sperimentazione in Argentina e Brasile. Last Minute Market, oggi Spin-off accademico dell’Università di Bologna, è un’impresa che fornisce un servizio capace di generare benefici di gran lunga superiori ai costi generati, che permette di recuperare a livello locale, in totale sicurezza, prodotti agricoli, alimenti e cibo (e altri beni) rimasti invenduti per destinarli gratuitamente ad enti ed associazioni che prestano assistenza a persone in condizione di disagio.

Il recupero di tali beni permette di attivare una solida rete locale che lega la sostenibilità (economica, ambientale, sociale) con la solidarietà, l’equità e la reciprocità.

Il principio logistico di Last Minute Market è tanto innovativo quanto semplice dal punto di vista sostanziale: la localizzazione e la continuità territoriale. In altre parole si raccoglie e si consuma sempre in una zona ristretta ed entro un raggio di pochi chilometri in modo da non avere costi di conservazione e di trasporto, e abbattere l’impatto che questi hanno sull’ambiente.

In effetti l’attivazione di un simile meccanismo permette di avviare concretamente un processo virtuoso di sviluppo sostenibile locale a beneficio della società, dell’economia, dell’ambiente e della salute.

La portata di un simile servizio è, attraverso poche cifre, di immediata comprensione. Da un ipermercato di medie dimensioni si possono salvare dalla distruzione, circa 100 tonnellate di prodotti alimentari all’anno, con le quali è possibile, da un lato preparare 200.000 pasti, dall’altro di far risparmiare al punto vendita 60.000 euro di costi di smaltimento rifiuti, ma anche di evitare la produzione di 12 tonnellate di anidride carbonica.

Ma anche laddove vengono coinvolti piccoli commercianti i vantaggi non sono pochi, soprattutto se viene interessata l’amministrazione pubblica.

Il mercato e l’economia che si genera con questo servizio non è alternativo al sistema corrente, ma complementare e capace di reimmettere in un “non mercato” ciò che le logiche di mercato rigettano. Un bene ha in sé un valore d’uso, inteso come utilità che il consumatore percepisce dal suo impiego, e un valore di scambio, che si genera nel mercato nel momento i cui la scarsità di un bene va a determinare il suo prezzo. Last Minute Market ridona utilità al bene rifiutato dal mercato il quale, senza tale intervento, rappresenterebbe soltanto uno spreco, un rifiuto da smaltire pur essendo ancora un bene perfettamente consumabile.

In conclusione è però necessario sottolineare come con Last Minute Market si persegua un duplice obiettivo, uno di breve periodo, con l’effettiva e materiale trasformazione dello spreco in risorsa, uno nel lungo periodo, contaminando il territorio con una nuova filosofia dello sviluppo.

Quindi trasformare lo spreco in risorsa si può anzi si deve!

 

Luca Falasconi



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.



Ultimi commenti