11 marzo 2015
ALFIO CARUSO
QUANDO LA SICILIA FECE GUERRA ALL’ITALIA
Longanesi, 2014
pp. 320, euro 17,60
Il libro verrà presentato mercoledì 11, ore 18 a Palazzo Sormani, Sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano, a cura di Unione Lettori Italiani Milano Relatore Paolo Bonaccorsi.
Nella vastissima letteratura sulle vicende del separatismo siciliano e, più in generale, sugli anni roventi che vanno dal ’43 al ’50, il volume di Alfio Caruso ha occupato fin dal suo primo apparire nel novembre del 2014, un rilievo fuori dal comune. La ricostruzione accurata, la capacità di accendere il faro della ricerca storica su dettagli dimenticati o fino a oggi trascurati, la scultura a tutto tondo di figure centrali del dramma siciliano, come Finocchiaro Aprile e Antonio Canepa, impongono a “Quando la Sicilia fece guerra all’Italia” il titolo di opera di alto rilievo.
Così, già dal momento dello sbarco degli alleati a Licata, nel luglio del ’43 (e, anzi, anche prima, dal tempo degli incontri ad Algeri tra il generale Eisenhower, l’avvocato Guarrasi e il principe Lanza di Trabia) vediamo all’opera l’onnipotente PUS (Partito Unico Siciliano, composto da massoni, imprenditori, boss di Cosa Nostra, latifondisti, politici di ogni colore, magistrati) che manovra come un grande puparo gli innumerevoli protagonisti e deuteragonisti delle vicende istituzionali, economiche e criminali, che per sette anni gettarono l’isola nell’anarchia e nel terrore.
La consumata abilità di Alfio Caruso, autore di oltre venti volumi, tra romanzi, saggi storici e incursioni nel mondo dello sport (con Giovanni Arpino) restituiscono vita e drammatica attualità all’inestricabile groviglio di interessi, utopie, tradimenti, rovesciamenti di fronte, violenze, accordi da subito violati, che vede avvinti , via via, grandi patrizi siciliani e britannici, agitatori fascisti che tentano di sabotare la leva obbligatoria, agenti dell’OSS, ministri badogliani, poveri cristi scesi in piazza contro l’ammasso dei generi di prima necessità, fino ad alimentare una sanguinosa guerriglia per il pane, costata più di 2000 morti.
Guerriglia che si diffuse in 100 comuni, compresi Palermo e Catania e che fu sedata a colpi di mitragliatrice e con i blindati del regio esercito.
Non mancarono episodi che solo per dettagli casuali della storia non condussero a esiti epocali. Come la congiura diretta a instaurare una monarchia dei Savoia in Sicilia, in parallelo con l’organizzazione e la formazione dell’EVIS (Esercito Volontari Indipendenza Siciliana), temibile concentrato di visionari, di criminali e, beninteso, di occhiuti manovratori.
In questo magma ribollente emergono figure misteriose, e, a loro modo carismatiche, come quelle di Finocchiaro Aprile e Antonio Canepa. Il primo, massone, antifascista, pedinato dall’Ovra, ma in corrispondenza con Mussolini, in corsa nel 1939 per la direzione generale del Banco di Sicilia, negatagli dal duce, poi sostenitore di una Sicilia indipendente sotto l’ombrello americano, ma contemporaneamente in contatto con Andrej Vjsinskij, ministro di Stalin, che indusse con successo a un misterioso viaggio nell’isola.
Il secondo, Canepa, docente universitario, architetto di un attentato a Mussolini, capo dello spionaggio britannico in Sicilia, autore anch’egli di vibranti appelli per l’indipendenza dell’isola, iscritto clandestinamente al PCI e ucciso casualmente (?) a un posto di blocco da un anziano, ignaro (?) carabiniere.
Il volume si chiude con pagine memorabili dedicate all’evento che conclude quell’epoca e ne apre per molti versi un’altra. L’uccisione di Salvatore Giuliano. Evento degli eventi, dice Caruso, con il quale Cosa Nostra, in un colpo solo, chiude per sempre la bocca al braccio armato dell’indipendentismo, fa sparire ogni documento compromettente per suoi nuovi alleati, in atto o potenziali e salda il legame con settori chiave delle istituzioni, diventando depositaria di segreti che non dovranno mai essere rivelati, pena la bancarotta morale della nascente Repubblica. Il resto è storia d’oggi.
Paolo Bonaccorsi
questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero