4 marzo 2015

cinema – GEMMA BOVERY


 

GEMMA BOVERY

di Anne Fontaine [Francia, 2014, 99′]

con G. Arterton, F. Luchini, J. Flemyng, E. Zylberstein, N. Schneider, M. Raido, K. Mottet Klein, I. Candelier, P. Uchan

 

Martin Joubert è un intellettuale che da Parigi ha fatto ritorno in un paese della Normandia alla ricerca di equilibrio e tranquillità. Ma questo suo progetto che lo induce a riaprire la panetteria del padre, cozza con la monotonia della vita di paese. Finché, finché a interrompere l’inesorabile scorrere sempre uguale dei giorni arrivano Gemma e Charles Bovery. Una coppia che giunge dall’Inghilterra per iniziare una nuova vita. E dove vanno a vivere i due? Proprio nella casa di fronte a quella di Martin. Questi nuovi vicini sono un dono del cielo per un amante della letteratura, specie quella ottocentesca e, anche se Charles non fa il medico e Emma si chiama Gemma, per Martin ce n’è abbastanza per evocare il suo romanzo preferito e leggere gli avvenimenti come parte del romanzo stesso.

Per il panettiere da qui in poi i suoi vicini sono visti sub specie emmabovary. Gemma è bella, sensuale e incanta tutti. Suscita passioni e condivide sentimenti erotici che però non hanno mai come oggetto Martin. Ossessionato il nostro eroe, che prende atto della fine dieci anni di tranquillità sessuale, sembra a volte accontentarsi di incanalare la vita della giovane inglese nei binari del romanzo intervenendo quando le cose gli sembrano sfuggire anche con una lettera. E Gemma inconsapevolmente, dichiara di non aver mai letto l’opera di Flaubert, si trova a ripercorrere situazioni che rinviano al suo modello romanzesco.

La giovane vive la sua vita di coppia complicata come quella di tante coppie e se ne infischia solennemente di Flaubert e della letteratura. Ama, lavora, passeggia, compra dell’arsenico per far fuori i topi e non per sé e non finirà come Emma, il suo finale sarà meno romanzesco, accidentale, frutto di equivoci e tragicomico. Allibito Martin non sa spiegarsi l’accaduto ma quando sta per darsi per vinto ecco sopraggiungere due nuovi vicini che si insediano nella casa dei Bovery, il figlio gli suggerisce che sono russi e che lei si chiama Anna e ha un cognome che ricorda Karenina. Martin sorride, rispolvera mentalmente le quattro espressioni russe che conosce e in compagnia del cane si avvia a incontrare la nuova vicina.

Questa deliziosa commedia francese, tratta da una graphic novel, e con una sceneggiatura elegante e in punta di penna deve la sua riuscita alla magistrale interpretazione di Fabrice Luchini (già delizioso in Moliere in bicicletta) e Gemma Arterton che riescono a dare fisicità all’ironia della narrazione.

Dortothy Parker

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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