4 marzo 2015
CELLO SUITES (IN DEN WINDEN IM NICHTS): L’ARIA E IL NULLA DI HEINZ SPOERLI
Le Suites per violoncello solo di Bach hanno ispirato il coreografo e già direttore del Balletto di Zurigo, Heinz Spoerli, per due creazioni: … und mied den Wind (… ed evitai il vento) sui tre elementi platonici di acqua, terra e fuoco e In den Winden im Nichts (nei venti del nulla) sul quarto elemento, l’aria.
Dal prossimo 5 marzo fino al 19 sarà in scena al Teatro alla Scala di Milano il suo corpo di ballo in Cello Suites (In den Winden im Nichts). Per l’allestimento è stato chiamato il coreografo o – come preferisce essere chiamato lui stesso – il dance maker svizzero. Spoerli, nella migliore tradizione mitteleuropea fonde le discipline teatrali, si mantiene fedele alla poetica del Tanztheater, per questo il termine ‘coreografia’ gli sembra riduttivo, pur se è molto evidente la presenza della danza neoclassica in tutte le sue creazioni.
Heinz Spoerli ha cominciato a danzare tardi per gli standard della danza: a diciassette anni ha fatto la sua prima sbarra accademica di danza classica negli anni ’50 e nel 1960 (19 anni) era già nel corpo di ballo del Theater Basel (Basilea), poi alla Kölner Oper (Germania), solista al Royal Winnipeg Ballet e al Les Grands Ballets Canadiens (Canada) e infine solista al Theater Basel e al Ballet du Grand Théâtre de Genève (Svizzera). Da lì comincia la sua carriera di direttore artistico, prima a Düsseldorf-Duisburg (Deutsche Oper am Rhein), poi a Basilea e infine allo Zürcher Ballett, per il quale ha fatto le sue maggiori coreografie.
La sua formazione è per lo più neoclassica (ha ballato e si è ispirato a Balanchine), con la sua poetica dell’astrazione e dell’Art for Art; si è poi perfezionato nel contemporaneo alla Béjart e infine al Tanztheater.
Cello Suites (In den Winden im Nichts) riprenderà tutto il bagaglio di Spoerli, nel quale il coreografo ha cercato attraverso i colori e il minimalismo di scenografia e costumi di (rap)presentare forse l’elemento più difficile da mettere in scena e in danza, l’aria. A questo contribuisce la musica di Bach, senza tempo e ispiratrice (secondo lui): la polifonia del contrappunto, il virtuosismo e l’infinita creazione degli archi sono la base perfetta per le danze di virtuosismo puro e una successione di passi a due e passi a tre, ma soprattutto coreografie d’ensemble del corpo di ballo.
Domenico G. Muscianisi
In scena al Teatro alla Scala di Milano dal 5 al 19 marzo 2015.
questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi