25 febbraio 2015

UNA TANGENZIALE PEDONALE AL MARGINE TRA CITTÀ E CAMPAGNA


Senza clamore e lontano dai riflettori puntati sull’effimero evento espositivo, da alcuni lustri si porta avanti un progetto di riscoperta del territorio milanese e, specificamente, della storia e della cultura del Basso Milanese e della sua millenaria campagna irrigua. E fin dal loro inizio, nel 2002, si seguono gli incontri di Campo! Università di Milano, coordinati con intelligenza da Alberto Belotti in uno straordinario pensatoio di buone pratiche: il piccolo oratorio di fianco alle marcite di Cascina Campazzo, nel Parco Agricolo del Ticinello al margine sud della città.

09righini08FBTra le iniziative, si studiano nuovi itinerari e si programmano camminate serali “alla scoperta delle lucciole” tra maggio e giugno. In particolare, una volta all’anno nei freddi “giorni della merla”, si organizza un trekking periurbano
milanese con la Commissione Scientifica “G.Nangeroni” della sezione CAI di Milano e il Corpo Consolare di Lombardia del TCI, per quello che è divenuto un appuntamento assai gradito ai soci CAI e TCI: un’occasione per “prendere le misure” a un territorio ricco di Storia e Natura, nonostante le ferite al paesaggio, causate da un’espansione urbana, talvolta disordinata e irrispettosa.

Non si tratta soltanto di un’attività di svago, ma di un’azione di riscoperta del territorio a occhi aperti lungo un itinerario ciclo-pedonale. Tale iniziativa si distingue dal cosiddetto “trekking urbano” che, in ambito milanese, non è altro che un escursionismo turistico -lo stesso descritto nelle classiche Guide Rosse del Touring – rinominato con lessico alla moda. E nemmeno si confronta con il variegato campionario delle proposte “agri-culturali” degli ultimi mesi: qui si fa cultura del territorio, nonostante (e oltre) l’imminente manifestazione internazionale.

Un ottimo riferimento si trova nel recente libro di Sebastiano Brandolini (Milano: a piedi nella metropoli, Compositori, Bologna 2013), in cui l’Autore descrive alcuni itinerari del territorio milanese come un atto politico: ovvero con lo sguardo lento del camminatore, che osservi le trasformazioni, con oggettività e senza pregiudizi, e definisca i possibili luoghi eletti di una città metropolitana, plurima e non più accentrata, nella prospettiva di un futuro immaginario. Rispetto alla visione dell’architetto e dell’urbanista, il nostro obiettivo è quello di offrire alcuni strumenti basici di conoscenza, premessa necessaria per qualsiasi giudizio informato.

La tangenziale pedonale milanese, svoltasi in tre tappe dal 2011 al 2015 nell’area metropolitana al margine tra la città e la campagna, permette di riscoprire le superstiti emergenze storico-ambientali del territorio e di ricucire la trama di vie storiche con il passo lento del camminatore. L’itinerario segue un percorso semicircolare, da nord-ovest a sud-est (da Molino Dorino verso il “cammino dei monaci” tra Chiaravalle e Nosedo) lungo circa 35 km, e si sviluppa ben distinto dalle tangenziali autostradali (evocate nel fortunato libro di Gianni Biondillo e Michele Monina, Tangenziali: due viandanti ai bordi della città, Guanda, Parma 2010), attraverso la rete verde dei sentieri e delle stradine dei parchi urbani e dei campi agricoli (per cascine e borghi, chiese e abbazie, fontanili e marcite), pienamente fruibile a parte qualche punto o tratto critico.

Una dettagliata guida all’itinerario complessivo, con le sue varianti e le deviazioni verso le altre emergenze storico-ambientali dell’area periurbana milanese, è in corso di elaborazione. Il prossimo anno sarà poi presentato un progetto più ampio, frutto di una ventennale ricerca sul territorio agricolo del Basso Milanese: un nuovo itinerario dal Ticino all’Adda lungo circa 75 km.

Marco  Righini

(*)

Quest’anno si è proposto un itinerario di raccordo tra i due precedenti, portando a compimento una “tangenziale pedonale” da Molino Dorino a Chiaravalle e Nosedo. Eccone una sintetica descrizione. Da Chiesarossa (che fu nel 2013 il punto di partenza del trekking per il Parco del Ticinello, Vigentino, Chiaravalle e Nosedo) si passa per il complesso restaurato delle cascine di Chiesarossa e la chiesa Santa Maria alla Fonte (XII secolo) e si prende la direzione del Naviglio Pavese. Oltrepassata la Conca Fallata, nei pressi di un incrocio tra il Naviglio Pavese, il Lambro Meridionale e il Canale Deviatore Olona, si lascia il naviglio all’altezza della Cascina Annone e si entra nell’area agricola, che si estende tra i navigli dal quartiere Gratosoglio (Cascina Basmetto) al quartiere Barona (Cascina Battivacco). Superata l’autostrada per Gènova, si costeggia la Cava Bassa e si passa per la Cascina San Marcaccio, la chiesa San Marco al Bosco (solitaria tra le risaie), la Cascina San Marchetto e il Molino Doppio fino a raggiungere la Cascina Battivacco. Poi si riprende verso le Cascine Trecastelli e il Molino fino a Ronchetto sul Naviglio Grande, dove la Villa Corio-Beltrami, di origine quattrocentesca, testimonia l’antica potenza della famiglia Corio tra Ronchetto, Robarello e Lorenteggio. Superata la ferrovia per Vigèvano, si arriva a Lorenteggio e al Palazzotto Durini-Borasio, di origine secentesca. Infine si prosegue tra nuovi insediamenti residenziali, torri e palazzi per uffici, lungo la direttrice della medievale via longa, fino a Garegnano e Sellanuova (che fu nel 2011 il punto di arrivo del trekking da Molino Dorino per Trenno e i parchi) o, in alternativa, lungo una direttrice parallela, da via Sant’Anatalone verso il quartiere Creta. (Lungo il tratto dal Naviglio Grande a Sellanuova è ora in cantiere una nuova pista ciclo-pedonale, nell’ambito del discusso progetto delle cosiddette “vie d’acqua” per l’evento espositivo 2015).



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