11 febbraio 2015

la posta dei lettori_11.02.2015


Scrive Luciana P. Pellegreffi a proposito di Case Aler – Vorrei sottoporre solo una nota all’articolo che condivido nella maggior parte del suo contenuto. In riferimento a: “Quest’ultima operazione -far uscire da un regime di aiuto chi non ne ha più bisogno – è uno dei tabù della politica italiana sulla casa che non può sconfessare mai una sua caratteristica fondamentale: essere una politica clientelare su grande scala. Tutte le leggi in materia di agevolazioni all’accesso alla casa hanno questo connotato: il reddito preso in considerazione per acquisire il diritto all’aiuto è quello dell’entrata in possesso del bene, eventuali aumenti di reddito successivi, anche considerevoli, sono ininfluenti. Siamo l’unico Paese in Europa che ha legiferato in questo senso.” Per quello che è di mia conoscenza, ed essendo inquilina Aler, posso segnalare che ogni due anni Aler provvede a effettuare un aggiornamento anagrafico degli inquilini assegnatari in cui, oltre ad aggiornare la composizione della famiglia (numero persone ecc) aggiorna i dati del reddito. Tali informazioni servono a verificare che gli assegnatari siano nella corretta “classe” d’appartenenza tipo: permanenza, decadenza, ecc. rispetto al reddito Isee Erp del nucleo familiare.

Su tale base, ad esempio vengono aumentati o diminuiti gli affitti ove ciò sia previsto dal reddito. La classe “decadenza” è appunto quella che prevede la cessazione del diritto all’assegnazione; presumo quindi che in tal caso l’assegnatario debba lasciare l’appartamento e non vi sia il rinnovo del contratto … .

Un problema delicato ma a cui sarebbe utile trovare soluzione è, ad esempio, quello che trova molti alloggi di 3/4 locali anche con doppi servizi abitati oggi da una sola persona superstite del nucleo familiare originario, spessissimo quindi persone anziane. Dall’altro lato vi sono appartamenti in stato di “sovraffollamento” con nuclei aumentati nel corso del tempo, ad es. anche 3-5 persone in monolocali o bilocali a cui non è possibile proporre soluzioni più dignitose per mancanza di appartamenti più spaziosi. (Comitato di Quartiere Salomone – Presidente)

 

Scrive Fausto Scarpato a proposito di Case Aler – Condivido pienamente quanto scritto. Inoltre mi chiedo: ma possibile che per tutte le scorrettezze, porcherie ed ingiustizie che risultano da un esame della questione Aler non ci sia nessuno che paghi? Ci dovranno rimettere solo dei poveracci e mai chi ha amministrato, o chi ci ha lucrato?

 

Scrive Umberto Scarpetta a proposito del Monte Stella – Concordo pienamente con l’articolo Monte Stella: malumori inevitabili?, che ha il pregio di mettere in chiaro che il Monte Stella è tutt’altro che una zona trascurata della città. L’intensa frequentazione di esso da parte dei cittadini rappresenta un successo del progetto pregevole – e molto noto agli specialisti di architettura e di urbanistica – di Piero Bottoni e collaboratori, che a partire dal 1947 in occasione dell’Ottava Triennale diedero vita al Quartiere T8, il più bello dei quartieri (originariamente) popolari di Milano.

 

Scrive Danilo Pasquini a proposito del Monte Stella – Dopo aver letto la nota di Fedrighini sull’uso inappropriato del Monte Stella torno a perorare la causa della negazione dell’uso del Monte Stella nei termini che parte (spero solo parte?) della Giunta Municipale vuole promuovere negli imminenti prossimi mesi. I signori che hanno chiesto (e spero ancora non ottenuto definitivamente) l’uso della Muntagneta sostengono essere la periferia senza “occasioni” culturali non sono a conoscenza di quanto fatto dall’allora CdZ 19 (le zone erano 20) insieme al Piccolo Teatro di Paolo Grassi e Giorgio Strehler e la tenda del Circo Medini un “sacro esperimento” (nell’area oggi occupata dal parcheggio / mercato tra le vie Kant, Betti e Quarenghi davanti al Centro Civico) portandovi il programma del nostro Teatro per due anni consecutivi. Fu un evento culturale non solo per il Gallaratese ma per tutta Milano. C’è in auditorium dentro il Centro Civico per esempio … . I concerti proposti al Monte Stella anche se hanno un “senso” culturale non possono essere tenuti in quel luogo per motivi ormai noti e ripetuti. Comunque diverso da quanto fatto allora ben sapendo, chi scrive, che la Musica è una delle più alte espressioni culturali che l’uomo coltiva da sempre come il teatro e il cinema. Ma non si può distruggere una collina ormai assunta a emblema della nostra città, luogo del ricordo dei Giusti. Non esprimo pareri su come abbia lavorato il tecnico comunale nel sopralluogo e se ne conosce la storia. Salviamo la Muntagneta! facciamolo un impegno e una battaglia per tutta la città. (Consigliere e poi Presidente del CdZ 19 dal 1969 al 1985)



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