4 febbraio 2015

MONTE STELLA: MALUMORI INEVITABILI?


Partecipazione, decentramento e coinvolgimento dei territori nelle scelte“: se questi impegnativi slogan elettorali non si traducono sistematicamente in azioni conseguenti, rischiano di apparire agli occhi dei cittadini come un’amara presa per i fondelli. Con tutte le conseguenze inevitabili del caso. Soprattutto se in gioco ci sono questioni di grande rilievo urbano, come la collocazione di funzioni di elevato impatto all’interno di grandi parchi pubblici che fanno parte del patrimonio storico e ambientale della città, come il parco Monte Stella. Questioni forse un po’ più importanti della coltivazione di qualche “cavolfiore condiviso” all’ombra del Duomo.

07fedrighini05FBL’Amministrazione comunale, in primis l’assessore Del Corno, vorrebbe trasferire la stagione dei concerti City Sound all’interno del parco Monte Stella. Le motivazioni pubblicamente espresse dall’assessore a sostegno del progetto sono tre: “portare la musica nelle zone trascurate della città“; “non si può bollare come demoniaco un festival del rock” (?) e infine, come se non bastasse: “è stata la società a individuare il pratone del Monte Stella, altre con le stesse caratteristiche non ce ne sono” (a parere della società che organizza l’evento, ovviamente).

Oggi, come negli anni Ottanta, Milano è priva di uno spazio urbano “open” polifunzionale, da dedicare in estate a eventi musicali e concerti (a parte lo stadio Meazza, che per capienza e costi è vincolato a specifiche categorie di eventi). In ogni città europea esistono spazi open dedicati ai concerti rock, e presentano precise caratteristiche: si tratta di aree molto ampie, ben accessibili, senza interferenze con aree residenziali, lontane da luoghi già congestionati, dove i flussi di pubblico provenienti da un’area vasta possono essere agevolmente assorbiti dalla capacità di carico della rete di trasporto pubblico e privato. Sono spazi pensati, realizzati a questo scopo, individuati attraverso una analisi territoriale. E funzionano, senza sollevare problemi né conflitti, perché non interferiscono con la normale vita urbana e con l’ordinaria fruibilità degli spazi pubblici esistenti. Tutto questo avviene in città governate da amministrazioni che, al di là del colore politico, riescono a svolgere il minimo sindacale.

Potremmo copiare, sarebbe già qualcosa. E invece no. A Milano la geniale pensata degli assessori Del Corno, D’Alfonso e Bisconti è di concedere una delle aree verdi pubbliche maggiormente fruite dai milanesi, il parco Monte Stella, agli organizzatori dei concerti estivi della rassegna “City Sound”, sottraendola all’uso ordinario dei cittadini. Una porzione del parco verrebbe recintata per l’intera durata della rassegna (gli eventi sono ovviamente a pagamento); i concerti potrebbero attirare fino a 22.000 spettatori da varie parti della regione; nuovi flussi di traffico privato invaderebbero la viabilità locale residenziale, già gravata nei restanti mesi dal maggior carico di traffico a livello urbano.

Oggi il Parco Monte Stella è uno dei parchi urbani più intensamente frequentati, specie nella stagione estiva: è mèta quotidiana di corridori e ciclisti (runners e bikers per gli amanti degli inglesismi); di praticanti di nordic walking; di giocatori di calcio sui manti erbosi; di proprietari di cani; di squadre di cultori del Tai Chi; di istruttori e allievi di orienteering; di famiglie e di intere comunità. è una palestra verde a cielo aperto e a ciclo continuo, uno dei parchi periferici maggiormente fruiti da tutti i milanesi. è anche sede del Giardino dei Giusti, funzione nobile e prestigiosa degna – penso – di una qualche forma di riguardo.

Quando l’assessore Del Corno dice che realizzare City Sound al Monte Stella significa “portare la musica in zone trascurate della città”, ho la sgradevole sensazione di essere amministrato da chi conosce poco o nulla della nostra città (intesa come qualcosa di più esteso della cerchia dei Bastioni), e che proprio questa profonda non conoscenza sia alla base di simili decisioni. Quando dice “non si può bollare come demoniaco un festival del rock, Milano non può diventare Beaumont City” (citazione colta: riguarda la cittadina che bandì la musica rock nel film Footlose, un pilastro della storia del cinema), non capisco di cosa parli: in discussione non è la realizzazione dell’evento, ma la sua localizzazione. E quando afferma che il Monte Strella è l’unica localizzazione possibile perché rappresenta la soluzione migliore per i promotori dell’evento (e ci mancherebbe), mi chiedo: quale concezione di “interesse pubblico” ha l’assessore alla cultura?

Ma c’è un altro aspetto grave in questa vicenda: il metodo seguito. Il Consiglio di Zona 8 avrebbe potuto illustrare, preventivamente, i problemi e le criticità legate a questa. E invece gli assessori hanno preferito inviare il tecnico del settore verde a effettuare sopralluoghi nel parco insieme ai promotori (è previsto l’accesso di TIR e mezzi pesanti per carico / scarico di palchi e attrezzature, strutture, ecc.), tenendo accuratamente all’oscuro proprio il Consiglio di Zona 8. Alcune persone, che a quella di private servant antepongono la funzione di civil servant, hanno informato la Zona 8 di quanto stava accadendo; la Zona 8 ha quindi deliberato un no deciso a tale progetto, ricordando che proprio il parco Monte Stella è oggetto di una richiesta di vincolo paesistico deliberata dall’attuale amministrazione comunale (dove forse la mano destra e la mano sinistra potrebbero iniziare a comunicare). Proposte alternative ne esistono: la Zona 3 ha chiesto di poter ospitare eventi musicali al Parco Lambro (questo si che rivitalizzerebbe zone trascurate); esiste l’Idroscalo, esiste l’Arena.

Risultato della brillante operazione di sordità politica: è nata una forte opposizione al progetto da parte della Zona 8 e dei residenti; si stanno organizzando forme di mobilitazione, con un trasferimento inevitabile della conflittualità già sperimentata sul territorio contro il progetto Via d’Acqua sul versante Monte Stella. Complimenti: forse questa è l’unica forma di partecipazione davvero praticabile e utile alla città.

 

Enrico Fedrighini

Presidente della Commissione Ambiente e Mobilita’ del Consiglio di Zona 8



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