4 febbraio 2015

cinema – STILL ALICE


 

STILL ALICE

di Richard Glatzer e Wash Westmoreland [USA, 2014, 99′]

con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth

 

cinema05FBAlice ha poco più di cinquant’anni, insegna linguistica alla Columbia University, ha avuto e fatto ciò che ha sempre voluto, carriera universitaria e famiglia compresi. È brillante, determinata, bella, ha un marito che la ama e tre figli grandi che le riconoscono, ognuno a suo modo, di essere una buona madre e un riferimento importante nel loro universo. A metà della vita, Alice che si è sempre definita in base alla sua intelligenza e alla sua proprietà di linguaggio, si accorge che le parole le ‘galleggiano davanti’ e con dolorosa consapevolezza comprende che qualcosa non funziona davvero. Si sente persa. È persa, e con coraggio affronta la diagnosi terribile di un Alzheimer precoce.

Con caparbietà impara a confrontarsi con l’arte del perdere ogni giorno parole, cose, orientamento, ricordi, conservando fin che può lucidità e sguardi intensi dentro e fuori di sé, mentre diventa ogni giorno più certo ch tutto ciò che ha raccolto e accumulato nella vita le verrà portato via. Sa essere lucidissima quando si accorge che “cambia la percezione, quella che gli altri hanno di me e quella che abbiamo di noi stessi”, tanto da desiderare di avere un’altra malattia che devasta il corpo ma non la mente.

È dolorosamente lucida quando, davanti a una platea di malati e familiari, compresi i suoi, legge il suo intervento, costato tre giorni di lavoro sul testo, e ripassa con un evidenziatore le righe da leggere per non ripeterle. E ammette che l’Alzheimer rende ridicoli agli altri, ma rivendica che è la malattia e ‘non siamo noi’ quello che gli altri vedono.

Il film racconta attraverso le espressioni e i gesti sofferti e intensi di una straordinaria Julianne Moore, l’altalena tra rabbia verso se stessa e ricerca di tenerezza e comprensione, in una strenua lotta per restare parte della realtà, per restare attaccata a quello che era una volta. Per questo passa tanto tempo con il suo telefono, per ricordarsi di ricordare e per imparare l’arte di perdere. Per questo usa il suo computer, lasciando istruzioni alla nuova Alice, quando la memoria l’avrà lasciata, quando, non avrà più ricordi e non saprà da sola scegliere cosa fare di sé.

Si segue con apprensione la scena concitata in cui cerca di obbedire alle istruzioni, e si partecipa con una struggente commozione quando non le porta a compimento, perché è inconsapevole nel fare ciò che la Alice consapevole avrebbe voluto che facesse.

È un film sul tornado che si abbatte su rapporti familiari solidi quando arriva la malattia che rende irriconoscibili e incapaci di riconoscere, dove la comprensione si trova nella figlia, una giovane e sensibile Kristen Stewart, che è sempre sembrata la più distante da sé, quella che ha scelto la sua strada malgrado la madre ne volesse un’altra per lei.

Il film si chiude con un’ultima parola potente e liberatoria, consolatrice, pronunciata prima che lo schermo diventi di un bianco abbagliante con la scritta STILL ALICE che galleggia in trasparenza.

Film che colpisce e lascia scossi, molto personale e vero, dove tutto ruota intorno a una magnifica interprete come Julianne Moore, che non si è mai sottratta a ruoli difficili e dolenti, sempre capace di levare più che aggiungere, che ha meritato con Alice il Golden Globe.

Adele H.

 

 

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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