28 gennaio 2015

MILANO 2011: “I PROSSIMI CINQUE ANNI SARANNO QUELLI DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA …” [G. Pisapia]


Così recitava, nel 2011, il Programma del candidato Sindaco Giuliano Pisapia, a pag.4: ” I prossimi cinque anni saranno quelli della democrazia partecipativa, una scommessa positiva sulla volontà e capacità di cambiamento, un atto di fiducia nei confronti dei cittadini.” Vi si affermava categoricamente: “ la partecipazione deve essere uno strumento reale per decidere e governare, dal bilancio partecipato alle scelte di insediamento, di infrastrutture, ecc.“. Si individuavano strumenti e spazi di intervento e partecipazione: lo “Sportello dei Diritti in tutte le zone e in ogni quartiere, per raccogliere segnalazioni dei cittadini su condizioni di strade, scuole, parchi e giardini …“; e “un sistema di controllo permanente svolto da cittadini e utenti dei singoli servizi su qualità, efficacia e rendimento, attuando la legge che prevede un ruolo specifico delle associazioni dei consumatori“. Quanto di quel programma si è realizzato?

05natale04FBL’amministrazione Pisapia ha cercato di andare incontro ai cittadini, almeno quelli più informati e impegnati, che hanno provato a partecipare con impegno, anche ritico ma comunque propositivo? La distanza tra cittadini e amministratori si è accorciata oppure si è ulteriormente allungata? Insomma, tra Politica e Società civile, non solo a livello generale e nazionale, ma soprattutto locale, i rapporti sono migliorati o peggiorati?

Le risposte alle domande precedenti, purtroppo di segno negativo, sono tutte dentro l’articolo di fondo del direttore di ArcipelagoMilano del 7 gennaio scorso. Partendo dall’affermazione che “partecipazione è affrontare insieme un problema condiviso in quanto problema e cercarne insieme la soluzione”, si constata con amarezza che a Milano in questi tre anni e mezzo si è registrata una “mancanza reale di partecipazione”; e tale mancanza “è un danno inferto al processo di identificazione sociale che dovrebbe legare governati a governanti”. L’articolo di Beltrami Gadola ci stimola a fare, da questa ottica, un bilancio del rapporto tra cittadini e amministrazione Pisapia, in modo laico libero indipendente. Bilancio che né la politica né i mass media provano a fare.

Diventa facile prevedere che il distacco tra governanti e governati aumenterà ancora. A meno che i “governati” (almeno la parte più consapevole di essi) non riescano a dimostrare di potere diventare essi stessi cittadini governanti, promuovendo istanze e proposte di interesse comune e generale attraverso strumenti (purtroppo ce ne sono pochi) di democrazia partecipativa e diretta. Di strumenti e spazi di partecipazione attiva al governo del bene comune a disposizione dei cittadini si ha tanto bisogno. Soprattutto da quando è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco attraverso un sistema elettorale, maggioritario e premiale, che riduce la rappresentanza reale e plurale, accentra il potere esecutivo in modo monocratico, sminuisce il potere legislativo ed emargina gli organi consiliari. Si sta invece mettendo in discussione il principio della divisione dei poteri e limitando drasticamente l’efficacia degli organi di controllo e di garanzia.

Perché l’analisi diventi concreta, cercherò ora di dimostrare che le impegnative dichiarazioni del programma di Pisapia e della sua coalizione sono rimaste sulla carta. Né lo sportello dei diritti né un sistema di controllo permanente sono stati realizzati. I Comitati per Pisapia, strumenti di supporto elettorale, trasformati poi in Comitati per Milano, non sono riusciti – meglio non è stato consentito loro – di poter svolgere il ruolo di veicoli di partecipazione dei cittadini e di controllo democratico degli atti dell’amministrazione. Nonostante la buona fede e l’impegno di molti militanti che ancora credono nella “rivoluzione arancione”, si stanno esaurendo le ultime energie partecipative. I Comitati per Milano attraversano una crisi irreversibile.

Sul bilancio partecipato, un Comitato di cittadini denominato Audit Debito Pubblico, era riuscito – nonostante ostacoli politico-burocratici – ad esaminare in modo critico le voci del bilancio e aveva avanzato alcune proposte (audit sul debito del Comune di Milano, messa in discussione del patto di stabilità , revisione dei costi per Expo, rimodulazione delle imposte comunali a tutela dei redditi bassi). Inascoltato, nonostante qualche presidio a Palazzo Marino. Purtroppo quei cittadini non ce l’hanno fatta e forse hanno mollato: si spera di no!

Sono tanti i Comitati che si battono per risolvere problemi gravi che riguardano i quartieri, l’assetto idrogeologico del territorio, l’ambiente, i diritti sociali (casa , istruzione, salute, spazi culturali e di aggregazione, ecc.), la speculazione edilizia, il verde, la mobilità e il trasporto pubblico, le opere devastanti e dispendiose collegate con l’Expo. Questa cittadinanza attiva non è presa in considerazione. Senza voce.

Avviso ai naviganti e ai … manovratori: aumenta in modo esponenziale il numero degli elettori di Pisapia che giudicano la sua amministrazione una fotocopia di quelle di centro destra. Amministrazioni, entrambe, accomunate dal pensiero unico del dio mercato, della compatibilità e dell’austerità, dell’uso della città e del territorio funzionale ai grandi interessi della finanza e della rendita, delle grandi e dispendiose opere inquinate da corruzione e criminalità organizzata. Il programma elettorale svolge la funzione dello specchietto per le allodole . Buone intenzioni e tanta ipocrisia.

Altre due questioni: M4 e Città Metropolitana. Ha ragione Beltrami Gadola quando afferma in modo categorico che “la vicenda della M4” è il paradigma della “mancanza totale di partecipazione”. L’amministrazione non risponde ai rilievi critici di esperti del settore e non si preoccupa neanche delle riserve e perplessità interne alla sua stessa maggioranza. Ignora l’appello del Forum Civico metropolitano con cui si chiede di non realizzare la M4 per le ragioni di sostenibilità economico – finanziario e ambientale, nonché per una ragione intrinseca in quanto opera ancora una volta milanocentrica, avulsa dal contesto di area vasta mentre si sta costruendo proprio la Città Metropolitana (cfr. l’articolo di Ugo Targetti su ArcipelagoMilano del 14 gennaio). L’obiettivo dell’appello è anche quello della partecipazione propositiva finalizzata ad elaborare dal basso e con competenza una proposta di piano strategico di livello metropolitano e policentrico della mobilità e del trasporto pubblico.

All’amministrazione Pisapia, come a quelle precedenti, manca una visione strategica che superi i confini amministrativi di Milano; esca dalla tinozza monocentrica; imposti una politica di area metropolitana; e realizzi il superamento del comune unico e l’articolazione in più comuni del capoluogo dentro un sistema equilibrato di città dell’area metropolitana. Sempre su ArcipelagoMilano del 7 gennaio scorso, Valentino Ballabio propone di uscire dall’autoreferenzialità e dall’impasse politico-istituzionali dando la parola ai cittadini metropolitani tramite un referendum d’indirizzo centrato sui quesiti relativi al superamento del centralismo e del gigantismo di Milano e della polverizzazione dei piccoli comuni. Il Forum Civico Metropolitano condivide la proposta e intende mobilitarsi, con altri soggetti disponibili, per promuovere il referendum.

 

Giuseppe Natale

Forum Civico Metropolitano



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti