28 gennaio 2015

FUNERALI LAICI: SPAZI IN CITTÀ


Secondo una recente indagine DOXA commissionata dalla UAAR, Unione Nazionale degli Atei e Agnostici Razionalisti, l’Italia resta un Paese fondamentalmente religioso e di fede cattolica, dove più del 75% della popolazione si dichiara credente, la somma di atei e non credenti è intorno al 15%, gli ‘agnostici’ rappresentano circa il 4%, quelli che non definiscono con chiarezza la propria areligiosità il 5%. All’interno di quel 75% , ufficialmente un 5% professa altre religioni, ma resta un dato difficile da quantificare con esattezza, per la difficoltà ad avere un campione rappresentativo di intervistati che fa riferimento alle tante comunità straniere.

07bocci04FBNegli ultimi anni nel nostro paese è cresciuta l’attenzione verso i valori laici e contemporaneamente, soprattutto nelle grandi città, si è accentuato l’aspetto multiculturale della società. Questo anche a Milano, dove la convivenza e interazione tra culture diverse necessariamente coinvolge la sfera rituale. La nostra comunità, che per storia e prassi ha interpretato i propri riti e le proprie tradizioni come riferimenti privilegiati e consolidati, sta cambiando ed è compito di un’istituzione che vuole essere aperta e attenta ai cambiamenti che attraversano la sua comunità, accogliere nuovi valori e introdurre pratiche che danno spazio anche a nuove sensibilità e culture.

Non fanno eccezione le cerimonie funebri: la commemorazione, la celebrazione del distacco tra chi resta e chi non c’è più è un rito di importanza centrale in tutte le culture, un’opportunità, per una piccola o grande comunità, di riconoscersi, di avere un momento di socialità e vicinanza stretta per condividere ricordi e affetti. Un rito non necessariamente legato a un credo o a una fede religiosa, o alla fede cattolica.

Sono stata in questi mesi sollecitata da molti nostri concittadini, perché i desideri di avere per sé e per i propri cari cerimonie e riti di natura laica abbiano risposte pratiche di facile attuazione e luoghi belli e accessibili espressamente dedicate.

Un funerale laico non richiede permessi particolari o requisiti speciali, il suo svolgimento è previsto dalla normativa nazionale, che dispone che nel territorio comunale ci siano sale civiche a questo scopo specificatamente attrezzate; non sempre però la norma ha trova applicazione e per queste cerimonie vengono utilizzate sale private di onoranze funebri, sale d’albergo o la casa stessa dei familiari. Si chiamano “Sale del Commiato” o “Sale della memoria”, e spesso per praticità e comodità, sono in prossimità di aree cimiteriali dove si effettua la cremazione.

Firenze è stato il primo capoluogo, già dal 2008, a scegliere e destinare spazi civici alternativi in città per lo svolgimento dei funerali laici, coinvolgendo le zone di decentramento e mettendo a disposizione sale attrezzate, disponibili a chiunque ne richiedesse l’utilizzo a questi scopi, con diritto di precedenza agli abitanti del quartiere.

Milano ha celebrato addii ai suoi cittadini illustri con camere ardenti allestite in luoghi pubblici non religiosi a loro cari (penso a Franca Rame al Piccolo di via Rovello, ma non è stata la sola), ma questa opportunità risulta ancora complessa e difficile per un cittadino qualsiasi. La strada più semplice è delegare la ricerca dello spazio alle imprese che si occupano della sepoltura stessa, ricerca che si esaurisce il più delle volte tra la grande sala del cimitero di Lambrate, distante e non facilmente raggiungibile se non con mezzi propri, e le sale private nelle sedi delle aziende funebri.

La nostra città è ricca di luoghi belli e accoglienti, adatti ad accogliere una piccola o grande comunità che voglia raccogliersi intorno al ricordo e all’affetto per chi non c’è più, che voglia condividere momenti anche di serenità, e perché no, allegria e non solo di tristezza, che la vicinanza ad un cimitero può rendere meno sentiti.

Luoghi caldi e accoglienti, luoghi di città, di prossimità, più di uno, di dimensioni diverse, perché una piccola comunità non si senta spersa e una grande non si senta stretta. Alcune sedi dei CAM, di competenza dei consigli di zona, in città potrebbero essere i luoghi ideali per il commiato, come l’ex chiesa sconsacrata degli Angioli in Corso Garibaldi, o come altri luoghi storici cittadini come Villa Litta, la Palazzina Liberty, e molti altri, luoghi conosciuti, riconoscibili e amati.

Credo che per questa Amministrazione dedicare uno o più spazi di sua proprietà, dichiararne la disponibilità ad accogliere queste cerimonie di prassi, accogliendo i desideri di molti cittadini che vogliono salutare laicamente i propri cari, sia un segno importante di rispetto delle pari opportunità di tutti i suoi cittadini, qualunque sia la loro cultura, qualunque sia il loro credo. e apprezzo che l’assessore D’Alfonso che ha la competenza ai servizi civici abbia fatto sua questa sollecitazione e dimostrato sensibilità alla proposta e disponibilità a individuare risposte.

Un altro passo avanti nel riconoscimento di tutte le sfumature che abitano la nostra comunità di cittadini, un incoraggiamento e accompagnamento del percorso nel dialogo tra le diversità, altrettanto importante come il riconoscimento della necessità di luoghi di culto dignitosi per tutte le religioni.

 

Paola Bocci

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