21 gennaio 2015
LA TEORIA DEL TUTTO
di James Marsh [Gran Bretagna, 2014, 123′]
con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Emily Watson, David Thewlis
Stephen Hawking è universalmente conosciuto e riconosciuto come un geniale scienziato affetto da una malattia neurologica progressiva e cattiva che fin da giovane, non solo lo ha costretto su una sedia a rotelle, ma gli ha tolto l’uso della parola.
Questo film non racconta il suo essere un genio della fisica, ma la storia privata di Stephen e di sua moglie, conosciuta e amata quasi contemporaneamente alla rivelazione della malattia a poco più di vent’anni, portando con sé la diagnosi, errata, di un’aspettativa di vita brevissima: due anni.
È la storia di Jane, lo sguardo di Jane sul suo compagno di vita, quel ragazzo con cui ha condiviso per poco la giovinezza sana, quell’uomo a cui è stata accanto per anni per amore. Per amore con lui ha fatto tre figli e con lui ha sperimentato la fatica quotidiana del convivere con una persona geniale e ironica, dalla mente vivace e velocissima, ingabbiato in un corpo che non gli rispondeva più, raccontando senza veli il loro stare insieme in un libro, ‘Travelling to Infinity: My Life With Stephen‘, a cui il film è ispirato.
Il film parte dall’innamoramento del giovane Stephen, ancora studente di Fisica a Cambridge, interpretato dal giovane Eddie Redmayne, per Jane, studentessa di lettere, una solare e bellissima Felicity Jones, e accompagna il pubblico attraverso i loro sentimenti e l’amore che cambia.
Una narrazione e una regia tradizionale non particolarmente originale che lascia tanto spazio alla bravura degli interpreti, sempre in perfetta sintonia di sguardi e battute tra loro, perfetti nel disvelare i personaggi nelle loro debolezze oltre che nel loro essere coraggiosi in modo diverso.
Il regista James Marsh, che ha vinto un Oscar per il bellissimo documentario Man on Wire, sulla storia del funambolo americano Petit, che attraversò il cielo di New York su una fune, non osa quanto nel suo precedente lavoro, ma confeziona un buon prodotto ben sostenuto sostenuto da una bella squadra di attori.
Un cast interamente inglese di grandi professionisti, a cominciare da Eddie Redmayne, attore inglese con doppio passato, da giovane modello e da attore shakespeariano, che ha compiuto un gran lavoro su una scommessa difficile, tanto da vincere il Golden Globe per il miglior attore drammatico della stagione. Sotto gli occhiali troppo grandi e sempre storti, il suo sguardo velatamente ironico di non può non conquistare lo spettatore portandolo sempre a guardare ben oltre la scompostezza del suo corpo in pieno decadimento fisico.
Perfetta, Felicity Jones, un volto da attrice di hitchcockiana memoria, che riempie lo schermo con il sorriso morbido e lo sguardo deciso. Comprimari di spessore David Thewlis e Emily Watson, che con una semplice battuta ‘molto inglese’, rivolta a Jane, dimostra tutta la comprensione di una madre attenta. Fanno da bellissimo sfondo gli spazi universitari di Cambridge, con grande cura nei costumi e nelle scenografie che l’atmosfera accademica degli anni ’60/70.
A Milano apre una nuova sala cinematografica
Il Teatro Martinitt in un momento difficile per le sale inizia una nuova avventura scegliendo di regalare al suo quartiere, Lambrate, una sala cinematografica. Dal primo febbraio, dalla domenica al mercoledì, il sipario del Martinitt si apre sul grande schermo, con proiezioni per tutti i gusti, per tutte le età e per le scuole.
La sala sarà inaugurata mercoledì 21 gennaio 2015, con una giornata di proiezioni no-stop dalle ore 10 alle ore 23. Alle ore 20 a ingresso gratuito sarà proiettato il capolavoro di Vittorio De Sica “Miracolo a Milano“.
Tutte le informazioni le potete trovare qui: http://www.teatromartinitt.it/CINEMA/index.html
questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi