10 dicembre 2014

M4, IL COMUNE E IL BENEFICIO DELL’INVENTARIO


Da qualche settimana sulla M4 anche la stampa quotidiana cittadina si è mossa e ha innescato il dibattito su due fronti: l’opposizione dei residenti al cantiere di via Solari da un lato e gli oneri finanziari per il Comune per la realizzazione delle opere e per la successiva gestione della nuova linea. Alla delibera di Giunta sulla M4, per la quale si è astenuta l’assessora Balzani e dalla quale ha preso le distanze l’assessore D’Alfonso, ha fatto seguito una richiesta del Presidente del Consiglio Comunale di discussione o quantomeno illustrazione del provvedimento in Consiglio. Interpellata, la Segreteria Comunale ha risposto due cose: non è necessaria una discussione in aula perché la M4 è un’opera prevista da un decreto legislativo come “essenziale all’evento”(!) e dunque è una di quelle per le quali l’iter di approvazione può esser “derogato” e perché non si poteva correre il rischio di sforare il termine del 31 dicembre per il cosiddetto closing finanziario.

01editoriale43FBSono doverose alcune osservazioni su questa vicenda tipica della way of life italiana. Derogare a una norma di legge o a parte di esse non è un obbligo ma una facoltà e dunque la scelta di farlo ha un estremo valore politico, soprattutto se si tratta di evitare una discussione pubblica. Di questa discussione pubblica se ne sente la necessità perché oltre a quello che la Repubblica ha pubblicato venerdì scorso, ci sono ancora molti aspetti della vicenda che vanno chiariti oltre ai costi dell’opera e al tipo di convenzione sottostante.

Per una Giunta non esiste il cosiddetto beneficio dell’inventario nei confronti dell’eredità – il diritto di guardarci dentro prima di accettare – l’eredità che le ha lasciato chi l’ha preceduta e non esiste nemmeno la possibilità secca di rinunciarvi: quel che c’è c’è. Tuttavia non si può nascondere un certo tardivo rammarico: la nuova Giunta milanese dopo qualche mese dall’insediamento avrebbe forse potuto far capire alla città quale difficile lascito le toccava, in particolar modo il contratto capestro con il consorzio di imprese per la M4, per non parlare di Expo 2015, e cominciare ad attribuire qualche responsabilità prima che il tempo annacquasse tutto. Non sarebbe stata una prassi consueta? Forse ma certo un segno di discontinuità col passato.

La vicenda della M4 parte dagli ultimi fuochi della Giunta Albertini, traversa tutta la Giunta Moratti e i cittadini ne hanno saputo poco salvo quel che nelle sue campagne elettorali strillava donna Letizia. Solo chi fosse passato dalle parti dell’aeroporto di Linate nel marzo 2012 si sarebbe accorto che qualcosa si muoveva vedendo la demolizione del parcheggio aeroportuale e la comparsa dei primi cartelli di cantiere. Ci vogliono due anni da allora perché il 24 marzo 2014, dopo la consegna delle aree di cantiere nel 2013 lungo la via Forlanini, vengano finalmente calate le due frese che dovranno scavare la prima tratta da Linate a Forlanini FS della M4. Si festeggia.

Alla cerimonia di allora non poteva mancare il ministro Lupi che cova aspirazioni a sindaco e che saltando di partito in partito ma sempre ministro dei Trasporti, è attore di peso in tutta la vicenda, ingarbugliata sopratutto per l’intreccio con Expo 2015 che di “pasticci” ne colleziona parecchi. Promette soldi – 172 milioni col governo Letta – ma nel promettere questi ultimi fissa una data fatidica per la loro concessione: il 31 dicembre 2014 per la chiusura del closing, ossia l’accordo tra le banche e il consorzio di imprese per il finanziamento dell’opera. Vuol portare a casa l’opera fin che gli serve.

L’ultima boa nella navigazione di M4 è in luglio, quando il Responsabile del procedimento (RUP) segnala che il consorzio era inadempiente e che si sarebbe potuto rescindere questo contratto capestro ma la Giunta tra un mal di pancia e l’altro decide di andare avanti.

Sono le ragioni di questa decisione che vanno chiarite fino in fondo con una illustrazione in aula perché ognuno si assuma le sue responsabilità.

Tra i sostenitori dell’avanti a tutti i costi qualcuno dice che la maggioranza dei cittadini è favorevole. Vorrei ben vedere! Chi non lo sarebbe? Bisogna però anche dire agli stessi cittadini e con chiarezza, quanto costerà e a che cosa saranno chiamati a rinunciare visto che il bilancio del Comune non è il pozzo di San Patrizio. Tra i sostenitori, poi, c’è chi mette in campo nuovi posti di lavoro. Sommessamente ricordo che in questo genere di opere pubbliche l’incidenza della mano d’opera è la più bassa che in qualunque altro caso: meglio pensare a “rammendare le periferie” o proteggere il territorio, opere dove l’incidenza della mano d’opera è invece molto alta. So che mi si risponderà che i soldi che arriveranno sono finalizzati esclusivamente alla M4 e qui vorrei aprire un altro fronte: perché una città come Milano, che avrebbe tutti i diritti di pretendere investimenti nazionali sul suo territorio, deve avere chi decide per lei sul cosa si deve fare? Ne parliamo un’altra volta.

 

Luca Beltrami Gadola

 

 

 



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