10 dicembre 2014

PIAZZA D’ARMI IN VIA FORZE ARMATE: LE “GIARDINIERE” MEGLIO DEL PGT


Le Giardiniere corrono. Siamo nate, più di due anni fa, come uno dei Tavoli di donne istituiti dalla Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, Anita Sonego. Abbiamo scelto come tema la Salute, distinguendo il termine da quello di Sanità. Perché colleghiamo la salute alla prevenzione, allo star bene, cioè alle condizioni di vita, a loro volta connesse a terra, acqua, aria e cibo, elementi fondamentali da cui dipende la nostra esistenza.

04binda43FBPerché Le Giardiniere? Perché abbiamo voluto ispirarci a un gruppo di donne che nei primi decenni dell’800 si spesero a Milano per la causa risorgimentale. Noi, come loro, senza enfasi ma con passione, scommettiamo su una Milano capace di cambiamento e di sguardo al futuro. Nel nostro caso un futuro libero dai retaggi di un passato urbanistico in cui il suolo è stato troppo spesso oggetto di occupazione selvaggia che ha tolto alla città respiro e salute.

Il tema di Expo ci ha sollecitato a ipotizzare un progetto volto a fermare il consumo di suolo con particolare attenzione al cibo, alle sue modalità di produzione e alla riduzione della filiera alimentare.

Abbiamo da subito individuato l’idea di un bioparco agro pastorale, cioè di un piccolo ecosistema urbano che ricongiungesse città e campagna, una penetrazione della fascia agricola periurbana dentro i confini della città, un sito di biodiversità ma anche di green economy, una risorsa economica che crei lavoro e servizi, un esperimento per dimostrare nei fatti come la natura che nutre in modo sano e a filiera corta possa coesistere con la città e darle respiro. Che diventi anche un laboratorio di studio e sperimentazione, un format estendibile ad altre realtà urbane.

Abbiamo creato relazioni con associazioni, professioniste/i, residenti, che sia hanno condiviso idealmente il nostro progetto sia sono entrati a farne parte con i loro contributi e idee.

E abbiamo individuato in città un luogo ideale, la Piazza d’Armi della caserma Perrucchetti , una vasta area di circa 60 ettari, dismessa dal Ministero della Difesa ,in zona 7. Era sito di esercitazioni militari, cessate da circa trent’anni, e quello che prima era un campo spoglio, brullo e pietroso, ha visto una rinaturalizzazione spontanea. Nel corso degli anni è stata riabitata da pioppi, salici, robinie, vegetazione e fauna stanziale, che costituiscono quel terzo paesaggio che Gilles Clément ha definito come “il terreno di rifugio della diversità, respinta dagli spazi dominati dall’uomo“.

Quest’area è attualmente oggetto di un protocollo d’intesa tra il Comune e il Ministero della Difesa che ne chiede un piano di riuso, con un ritorno economico, in cambio della cessione. Il rientro economico deriverebbe dalla edificabilità del 50% consentita dall’attuale PGT.

Ma noi abbiamo trasformato questo acronimo secondo una filosofia e una pratica che prevede una diversa visione di città del futuro, dove i pochi vuoti rimasti rimangano spazio aperto, dove prevalga la cultura del riuso, dove un grande terreno verde non diventi l’ennesimo giardino condominiale diffuso a servizio di una nuova lottizzazione. Inutile in un mercato dell’immobiliare saturo fermo, e dannosa sia perché sottrae ulteriore suolo rendendolo impermeabile sia perché porta con sé nuovo indotto di traffico cittadino. Il nostro nuovo PGT è acronimo di Progetto Generativo di Trasformazioni.

Che cosa proponiamo? Che il verde venga riabitato da funzioni “verdi” e che si utilizzi come edificato ciò che già lo è, cioè tutta l’area dei magazzini, circa 60.000 mq, ristrutturando o ricostruendo. Perché laddove ci sono le api, le lucciole, il tritone, il rospo smeraldino e il germano reale c’è un ambiente che produce salute. Le funzioni individuate sono varie, e altre ancora sono individuabili, con una progettazione aperta ad altri contributi compatibili con il nostro. Alcuni dei quali già presentati da altri al Consiglio di Zona 7. Una gamma di possibilità attuabili e variabili in funzione dei finanziamenti, degli sponsor e dei gestori che entrassero in gioco. Alcuni già individuati.

Abbiamo ipotizzato per l’area verde: il mantenimento dell’attuale campo di polo, da destinare eventualmente anche a pascolo, un grande campo agricolo, la regolamentazione degli esistenti orti urbani abusivi, una zona umida, un orto botanico per specie orticole di particolare natura e un orto/catalogo della biodiversità delle diverse specie vegetali alimentari lombarde, la conservazione e valorizzazione di parte della vegetazione spontanea e non produttiva, come memoria di “terzo paesaggio”, con l’inserimento di altre essenze arboree, percorsi per renderla fruibile, prevista anche come area di studio botanico/forestale. Per i restanti 18 ettari si svilupperebbe un vero e proprio Parco Urbano con percorsi interni e area di sosta e ristoro. Corredato da attività culturali quali il Parco Letterario (con l’associazione Quarto Paesaggio), installazioni di Arte sostenibile, percorso didattico su innovazione ambientale, casa dell’acqua.

Parte degli attuali magazzini, di cui alcuni sottoposti a vincolo architettonico diventerebbero sede di diverse funzioni e attività, a seconda degli interessi e delle richieste. Potrebbe esserci agrinido, ostello, caseificio e luoghi di trasformazione dei prodotti agricoli e pastorali, mercato dei prodotti, officina del riciclo e del riuso, punto di aggregazione per anziani. Ma il progetto più ambizioso sarebbe quello di creare un Istituto Tecnico Agrario orientato allo studio del biologico e della biodiversità, che governi la produzione agricola come azienda.

Tutte queste attività dovrebbero garantire l’autosufficienza del sistema parco, ma è ovvio che per la loro realizzazione occorrono sponsor e finanziatori disposti a investire nel progetto. Il che potrà succedere solo quando la volontà politica di Comune e Ministero permetterà di farlo accogliendo la proposta.

L’Expo del 1906 ha regalato alla città il Parco Sempione, già Piazza d’Armi del Castello. Vorremmo che l’Expo 2015 ci lasciasse in eredità una nuova trasformazione di Piazza d’Armi, inserita in un contesto più attuale e futuro di metropoli agricola e in sintonia con il tema del “nutrire il pianeta”. Esercitazioni di guerra che lasciano il campo a energie di pace per la vita.

 

Patrizia Binda

per Le Giardiniere

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali