10 dicembre 2014
QUANDO ARRIVA LA RÉVÉRENCE: SYLVIE GUILLEM E IL SUO ADDIO ALLE SCENE
Una lezione di danza classica comincia con il riscaldamento e risveglio muscolare, poi alla sbarra si svolgono esercizi dedicati al rinforzo e all’allungamento di tendini e muscoli graduati per difficoltà, partendo dai pliés e arrivando agli adagi in centro e tutti gli allegri – piccoli e grandi salti e figure. Alla fine prima di andare via arriva il momento della révérence, il saluto di congedo dalla lezione e ringraziamento all’insegnante.
La révérence arriva solitamente dopo il picco della lezione, dopo che si sono fatti i grandi salti, giri veloci in centro o in diagonale e i manèges. Se si dovesse descrivere una lezione di danza con un diagramma, si noterebbe l’asimmetria di una linea crescente che attraversa i vari punti – esercizi e tra il penultimo e l’ultimo punto una vistosa caduta in verticale.
Alla acme della sua carriera, dopo che il pubblico per oltre trent’anni l’ha amata e applaudita, qualcuno l’ha criticata – ma anche questo fa parte della vita di palcoscenico -, Sylvie Guillem ha deciso di fare la sua révérence.
Famosa per essere stata la più giovane prima ballerina étoile del mondo, quando a soli diciannove anni l’allora direttore artistico dell’Opéra di Parigi Rudol’f Nureev la nominò dopo una brillante esecuzione del Lago dei cigni. Solo l’anno prima era stata ‘scelta’ da Rudy come solista per il ruolo della Regina delle Driadi nell’atto bianco del Don Chisciotte.
Sylvie Guillem è diventata famosa per essere stata la controparte femminile della rottura con il precedente stile di danza che qualche decennio prima aveva fatto il suo maestro Nureev per la danza maschile. Nella «rottura Nureev – Guillem» le doti fisiche sono state portate al livello superiore delle doti tecniche e interpretative; il virtuosismo e il temperamento deciso sono entrati anche nel balletto romantico. Nel gala per i cinquant’anni del maestro Nureev, il pubblico londinese del Royal Opera House, abituato alla dolce delicatezza e sensibilità di Margot Fonteyn, ha assistito a quelle che sono diventate le ammirate/criticate «gambe all’orecchio» nei relevés lents e arabesques di Giselle.
Dopo una brillante carriera come étoile internazionale di spettacoli di balletto classico e neoclassico (Balanchine, Petit, etc.), Sylvie con Maurice Béjart inizia una carriera nella introspezione della danza contemporanea, che la porterà poi anche a tentativi coreografico – registici, come la sua versione ‘contemporaneggiante’ di Giselle per il Balletto Nazionale di Finlandia (1998), in cui più vicino al proprio temperamento l’ingenua fanciulla del balletto romantica si trasforma in donna decisa e grintosa, così come le Willi diventano sirene seduttrici, senza più vincoli storici né letterari.
Nelle scorse settimane è stato annunciato che da marzo a dicembre 2015 Sylvie Guillem volerà in tutto il mondo per la propria beneficiata di addio. La révérence della forse più famosa ballerina del mondo partirà dall’Italia: il 31 marzo 2015 al Teatro Comunale «Luciano Pavarotti» di Modena si assisterà alla prima mondiale di Life in Progress. Con questo titolo Sylvie Guillem vuole dire addio alla vita entusiasmante da danzatrice e interprete ‘di rottura’ a un nuovo progresso che la sua vita prenderà in una nuova direzione.
Domenico G. Muscianisi
questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi