3 dicembre 2014

BREVE NOTA SULL’APPROVAZIONE DEFINITIVA DEL REGOLAMENTO EDILIZIO


Il Regolamento edilizio di Milano è stato definitivamente approvato con le controdeduzioni alle osservazioni. Un centinaio tra accolte e parzialmente accolte e poco meno di quattrocento non accolte. Si completa così, con la partecipazione dei cittadini – tecnici, un’operazione di aggiornamento e adeguamento dello strumento all’evolversi dell’attività edilizia; non cambia molto nel rapporto Stato – cittadino.

02targetti42FBMolte delle osservazioni non accolte riguardano i requisiti degli alloggi: superfici minime degli ambienti, rapporti aeroilluminanti, caratteristiche di cucine e vani cottura, servizi igienici, soppalchi, ecc.. Le motivazioni del respingimento si riferiscono spesso al parere dell’ASL (appunto un parere) ma anche a norme nazionali.

Tra le osservazioni respinte una (presentata dal sottoscritto) affermava il principio che ai cittadini deve essere garantita piena libertà di organizzare il proprio spazio abitativo (come in Francia) purché non contrasti con l’interesse pubblico o diritti di terzi. Di conseguenza con l’osservazione si chiedeva che le norme che riguardano l’interno degli alloggi non valessero per i progetti presentati dai proprietari residenti. L’articolo proposto era il seguente.

Art 115 bis – Il proprietario(*) di un immobile utilizzato come propria abitazione, o il promissario acquirente di un appartamento in via di costruzione che intende utilizzare come propria abitazione, hanno diritto di trasformare l’immobile esistente, o di realizzare la nuova abitazione, in difformità alle disposizioni dei CAPI II, III, IV e V del Titolo II, della PARTE IV, relative alla residenza privata.

La non applicazione delle suddette norme deve essere esplicitamente richiesta al progettista e all’impresa costruttrice, che sono di conseguenza sollevati da ogni responsabilità, e deve essere segnalata negli eventuali, successivi atti di compravendita, o affitto, o cessione a qualsiasi titolo, dell’immobile.

Del contrasto con alcune norme nazionali (e con il parere dell’ASL) si era ben consapevoli. L’osservazione sollecitava una scelta politica da parte del Comune e la relazione all’osservazione indicava un principio giuridico di prevalenza, in base al quale risolvere il contrasto. Si riporta uno stralcio: “Le norme nazionali sono recepite dal Regolamento Edilizio. Tuttavia con l’articolo proposto il comune di Milano ne definisce meglio il campo di applicazione, escludendo dall’applicazione generalizzata casi specifici per ragioni d’ordine superiore alla finalità della norma, in quanto attengono ai diritti fondamentali dei cittadini.”.

L’osservazione è stata respinta con due motivazioni: una risibile: respinta perché “l’osservazione propone un articolo aggiuntivo e non un’osservazione al testo adottato”; l’altra burocratica: “L’articolo contrasterebbe con ampie parti del regolamento (in realtà non contrasterebbe con il Regolamento ma articolerebbe i campi di applicazione di alcune norme) e con la normativa nazionale e regionale”;

Alla motivazione dell’osservazione – che è il nocciolo politico dell’osservazione – cioè l’affermazione di un diritto, non è data risposta. Se ne deduce che il Comune o non è d’accordo sul principio di libertà affermato nell’osservazione o non intende impegnarsi in un’azione di rinnovamento su tale materia, come sta facendo in altri campi, per esempio in quello dei diritti civili, sui quali ha aperto un deciso scontro giuridico con lo Stato centrale.

L’accoglimento dell’osservazione da parte del Comune di Milano si sarebbe collocato in una più ampia prospettiva di riforma del rapporto Stato cittadino, che vedrebbe ridurre il controllo pubblico sulle prestazioni edilizie, lasciando ai rapporti tra privati la verifica di qualità del prodotto edilizio, come parte del sempre auspicato e poco praticato processo di “semplificazione normativa”, anche in previsione dell’annunciato regolamento edilizio unico nazionale.

Una prospettiva di riforma che impegni lo Stato a perseguire i grandi obbiettivi destinati a far migliorare le condizioni generali della collettività, (per esempio a Milano a far funzionare bene la Città metropolitana) e d’altra parte lo impegni a ridurre i campi di regolamentazione di dettaglio della vita dei cittadini (un’osservazione chiedeva che il Regolamento edilizio precisasse meglio quale parte dell’angolo cottura deve essere lavabile: è stata accolta!).

Ugo Targetti

Nota (*) Sarebbe stato meglio “il proprietario o chi è in possesso”



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