3 dicembre 2014

cinema – RITORNO ALL’AVANA


 

RITORNO ALL’AVANA

di Laurent Cantet [Francia, 2014, 90′]

con Jorge Perugorría, Isabel Santos, Fernando Hechevarria, Nestor Jimenez

 

cinema42FBAmedeo dopo sedici anni di Spagna torna all’Avana, lo accolgono i suoi amici di gioventù. Erano rivoluzionari, sostenitori di Castro. Non lo sono più, hanno più di 50 anni, sono cambiati e spesso hanno pagato un prezzo salato per le loro libere opinioni coerenti. Rafa pittore non riesce più a dipingere se non croste per il mercato; Aldo, ingegnere, fa l’operaio e ha le mani bruciate dagli acidi delle batterie che prepara abusivamente; Tania, oculista, che lavora per un compenso minimo e rimpiange i figli emigrati a Miami. L’unico che se la cava economicamente parlando è Eddy, che si è piegato, è diventato un funzionario del partito, ha conti all’estero ma con gli amici se ne vergogna. Il festeggiato è Amedeo, uno scrittore fuggito in Spagna nei giorni seguiti al crollo dell’Urss, nel momento tragico in cui i cubani privati degli aiuti sovietici sono stati costretti a una vita durissima e di fame.

Gli amici si trovano sulla terrazza di Aldo da cui dominano un quartiere della città e vedono da lontano il mare. Parlano fitto e a lungo del passato e del presente, rivivono sentimenti e prendono atto di una realtà molto lontana dai loro sogni; a volte sembrano voler regolare qualche conto. Nel corso delle varie discussioni o dell’infinita discussione che prende pieghe e toni diversi, Amedeo viene accusato di aver abbandonato la moglie, lasciandola tra l’altro priva di medicine mentre il cancro la divorava. Non è così, ma la spiegazione agli amici nasconde una ragione ancor più dolorosa che li coinvolge. Ora Amedeo è tornato, Cuba è cambiata, anche se si fa fatica a vivere e i giovani, come il figlio di Aldo, non sognano che di fuggire e diventare consumatori. Forse nello spiraglio di tolleranza che si è aperto Amedeo tornerà a scrivere.

Il film è caratterizzato da dialoghi serrati. Inoltre la quasi totalità delle scene avviene sulla terrazza creando un effetto teatrale; moltissimi sono i primi piani, poiché, come ha dichiarato il regista Laurent Cantet, nelle pieghe e nelle rughe si trovano i sentimenti, le illusioni e le delusioni dei protagonisti. I segni che la vita lascia sui corpi.

Da notare che il regista non indugia sulle bellezze di Cuba, il mare è visto da lontano e solo di sera, il quartiere visto dalla terrazza è degradato. L’isola è un luogo di vita faticoso dove, forse, si accende una piccola speranza per chi ci vive. Il titolo originale del film è Ritorno ad Itaca e in effetti l’opera è segnata dal nostos, dal ritorno in patria e ai tempi che hanno formato i cinque amici.

Il film è intenso e ha un finale eccessivamente drammatico e inutile, poiché il messaggio era già forte e chiaro e ogni eccesso rende meno credibile la vicenda. Ultima informazione: il film, nonostante il suo contenuto critico sul regime, è stato presentato anche a un festival dell’Avana.

Dorothy Parker

 

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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