26 novembre 2014

DISCUTERE DI PACE CONDIZIONE PER IL BENESSERE A MILANO


Proviamo a navigare in una mappa geografica molto particolare e con contorni ad un primo sguardo deformati: www.worldmapper.org. In questa mappa la grandezza dei paesi è commisurata al numero di bambini malnutriti: quanto più le aree geografiche appaiono grandi, tanto più si tratta di zone a maggior rischio di sicurezza alimentare, prive di cibo sicuro, sostenibile e sufficiente a garantire una vita sana e attiva per tutti.

10bramante41FBSiamo alla scadenza degli otto Obiettivi del Millennio, fissati e sottoscritti dai 191 stati membri dell’ONU ormai quindici anni orsono per migliorare le condizioni degli esseri umani del Pianeta, e se è vero che passi avanti sono stati fatti, tuttavia fame, malnutrizione, analfabetismo, epidemie, malattie infettive e trasmissibili, diseguaglianze di genere continuano ad essere condizioni che creano tensioni e aggressività e che devono essere affrontate per migliorare la qualità della vita.

Al count down, all’approssimarsi della definizione di una nuova Agenda per lo sviluppo sostenibile dei prossimi decenni, si intensificano le analisi su quanto resti ancora da fare prima che i costi sociali diventino insostenibili. Con una nuova sessione di studi presso l’Università Bocconi, la Fondazione Veronesi ha messo a tema della Sesta Conferenza Mondiale Science for Peace la pace come condizione di benessere. Titolo efficace e che di fatto si presta ad essere letto anche al contrario, cioè benessere come condizione necessaria e sufficiente per garantire pace e dignità a tutti i popoli della Terra .

Pace non significa solo assenza di guerra, ma sradicare la fame e la sete, ridurre ancora di più la mortalità infantile, garantire un accesso generalizzato all’istruzione primaria, ridurre e debellare le malattie che ancora affliggono le popolazioni più deboli. Combattere la violenza contro le donne, la lapidazione, lo sfregio con l’acido, la mutilazione genitale, il reclutamento di bambini soldato. Perseguire un nuovo contratto sociale tra i popoli del mondo per controllare il mercato globale degli armamenti.

Questi obiettivi possono far vedere il futuro anche a chi oggi non può vederlo, possono tracciare il cammino verso la direzione del superamento delle drammatiche differenze legate allo svantaggio sociale, in quanto per produrre salute, benessere e pace bisogna investire in nutrizione, empowerment delle donne, efficaci politiche di integrazione sociale, educazione e ricerca. La ricerca di nuove soluzioni e nuove strategie di intervento deve assolutamente continuare, affinché una migliore qualità della vita possa essere un bene di tutti e non soltanto il privilegio di una minoranza.

Come si misura la qualità della vita di una popolazione? Non sono più soltanto alcuni visionari a sostenere la necessità di abbandonare i soli parametri economici del PIL come indice standard, ponendo al centro delle scelte politiche un nuovo concetto di benessere, calibrato su principi di equità e sostenibilità, come testimoniano anche i Rapporti ONU sulla Felicità, compilati a partire dal 2012.

La statistica deve fare un salto di qualità e misurarsi con grandi temi che poco le appartengono, come la pace, la sostenibilità, la vulnerabilità, la capacità di resilienza e il capitale sociale. Nuovi indici per una pagella etica del funzionamento delle nostre società.

 

Rita Bramante



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