21 settembre 2009

RISANAMENTO: IL CAPITOLO MILANESE (S. GIULIA)


Abbiamo visto come nell’acquisizione di Risanamento Zunino abbia tratto vantaggio dalla sottovalutazione del patrimonio immobiliare della società. Ma anche nella vicenda urbanistica milanese di S. Giulia, da cui è partito l’attuale disastro, Zunino sembra avere goduto di un trattamento di favore.

Parte di quest’area (quella verso la stazione di Rogoredo) era a suo tempo di un’altra società immobiliare (Città 2000), società che ha sempre cercato di realizzare un progetto di trasformazione, senza mai riuscirci per opposizione del Comune. Da ultimo, nel ’99 aveva presentato un progetto del tutto conforme alle richieste comunali, compresa la realizzazione a spese della proprietà del nuovo centro congressi pubblico, ma non gli era stato approvato senza fornire particolari motivi. Il Sindaco Albertini aveva dichiarato ai giornali che la proposta era stata bocciata perché “non conforme al piano regolatore” (anche se in realtà era stata presentata in conformità a un programma – i cosiddetti PRUSST – per cui il Comune aveva dichiarato di accettare varianti al piano regolatore, dando indicazioni, tutte rispettate). A quel tempo, al Comune di Milano, l’Assessore Lupi diceva: sta arrivando un ragazzo molto in gamba, ci penserà lui.

In breve, la società proprietaria passa la mano al nuovo operatore (Zunino), allora sconosciuto, che in poco tempo ottiene dal Comune: il 60% di volumetria in più (oltre mezzo milione di metri cubi in più, ovvero un regalo di centinaia di milioni di Euro), 300.000 mq di area a parco pubblico in meno, il trasferimento del centro congressi in un’area più scomoda (lontano dalla stazione e dalla metropolitana), riservando le aree migliori agli edifici privati, infine la rinuncia al centro stesso. Quel centro congressi che sarà realizzato in area Fiera da una società di cui Lupi è amministratore delegato.

Il progetto complessivo, dicono, l’ha fatto lo studio londinese di sir Norman Foster, nome prestigioso; ma guardando i disegni il suo nome non compare, compare invece, assieme a quelli di Caputo e Carminati, quello dello studio milanese Urbam, diretto da un certo Intiglietta, che notoriamente non fa l’architetto, ma il dirigente della Compagnia delle Opere legata a CL (Foster ha progettato solo alcuni edifici, non il “master plan” ovvero il progetto complessivo). Il consulente legale di Zunino per l’intervento urbanistico è l’avvocato Bardelli, sempre legato a Comunione e Liberazione, a suo tempo consulente anche del Comune di Milano per la valutazione dei PII (S. Giulia compreso, un interessante caso di valutatore valutato).

Un occhio forse andrebbe dato anche allo studio d’impatto ambientale approvato dalla Regione Lombardia, perché la viabilità prevista non è sufficiente e in gran parte viene pagata direttamente con fondi pubblici, senza che ci sia stato niente da obiettare.

Sembra insomma la classica operazione “drogata” dalla politica. Zunino ha poi cercato disperatamente di vendere, a prezzi stratosferici, perché il suo mestiere è appunto quello di trader, di valorizzatore di terreni, e non di sviluppatore immobiliare; senza però riuscirci (tranne che alla Lega delle Cooperative, che quindi giustamente ha dato indicazioni all’opposizione di centrosinistra in Consiglio Comunale di non opporsi al progetto, e a Sky, chissà se saranno stati contenti della scelta!). Con le plusvalenze (solo teoriche) accumulate aveva acquisito altre aree, e qui segue quello che poi è noto.

La vicenda comunque è istruttiva, visto che molti dei protagonisti al contorno sono ancora attivi nell’area milanese, e che il Comune di Milano si appresta (con il PGT) a creare nuovi eroi della plusvalenza fondiaria (solo sulla carta).

 

Carneade



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