21 settembre 2009

DOPO LA BASSANINI ECCO IL SINDACO MARCHESE


“Ahò, aricordaevi che io so’ io e voi ‘nun siete un c.” . E’ probabile che Franco Bassanini non si sia ricordato della folgorante sintesi di Alberto Sordi nel film ” Il Marchese del Grillo” nel definire i rapporti fra un membro dell’oligarchia al potere ed il resto del mondo , altrimenti non avrebbe confezionato la legge che va sotto il suo nome e che equipara sostanzialmente sindaci e Presidenti di Regione ( non il Premier , cosa di cui si lamenta un giorno si ed uno pure l’attuale inquilino di Palazzo Chigi) alla nobiltà papalina , cui tutto era permesso dopo la nomina..

Certo anche il vostro Giano Bifronte, inguaribile nostalgico, deve ammettere che prima dell’introduzione dell’elezione diretta le stanze del potere amministrativo erano a volte dotate di porte vorticosamente girevoli per via delle manovre concorrenziali fra partiti e più ancora dentro i singoli partiti, con un susseguirsi di giunte che non avevano mai molto tempo per programmare alcunché ed alcuni interventi , in primis l’elezione diretta del Sindaco , sembravano l’unico rimedio possibile al momento . Ma il successivo adattamento normativo , con riduzione delle aule consiliari ad aule “sorde e grigie” , l’introduzione degli assessori “esterni” di nomina e fiducia del sindaco-presidente e gli ampi margini di manovra sul bilancio e la gestione corrente data all’esecutivo ha trasformato il potere locale portando all’inevitabile proliferazione della macchietta di Sordi incarnatasi nella maggior parte dei nuovi podestà .

I vari consiglieri comunali, provinciali e regionali, sempre meno legati a partiti evanescenti e transeunti, cosa hanno avuto in cambio? Esattamente quello che avevano i servi del Marchese, baiocchi e zecchini della Zecca Vaticana: sapevate che, per dire, un presidente di Zona di Milano, che ha grosso modo il 10% delle attribuzioni che avevano quelli del 1975 senza indennità di sorta, hanno un appannaggio di circa 4 mila euro al mese ? E che i consiglieri comunali per assistere a riunioni nelle quali, da Albertini in poi, sindaco e giunta si presentano per gli auguri di Natale, hanno un’ indennità simile, che rispetto a quella dei “primarepubblica” parigrado è 7 volte maggiore? Infine, che i consiglieri regionali (ma anche gli altri) sono spessissimo membri dei Cda delle società a partecipazione pubblica , a loro volta lievitate del 500% rispetto al 1990 , e arrotondano con compensi di svariate migliaia di euro l’indennità consiliare che pure ricevono anche per controllare ( …) le società di cui sono amministratori ?

Demagogia populista e pauperista? Sarei disposto ad accettare la critica se non fosse che viene, molto spesso, da quegli stessi che hanno lapidato la precedente classe di “professionisti della politica” per instaurare un sistema nel quale la politica ha raggiunto costi diretti ( tangenti escluse, per essere chiari) nemmeno paragonabili a quelli ante 1994 . Oppure se avessero almeno realizzato la promessa di un senatore brasiliano del 1985 che in campagna elettorale disse ” io rubo, ma faccio funzionare la cosa pubblica”.Invece al sistema delle giunte che cadevano, ma che nel 99% dei casi venivano sostituite in poco tempo, in fondo senza interrompere la gestione garantita da una macchina burocratica nella quale non veniva inserito come “facility manager” un ex vigile urbano a 170 mila euro l’ anno, si sono sostituiti poteri inamovibili che, a trattativa privata, pretendono di governare l’interesse pubblico .

Come definire altrimenti l’incredibile querelle che oppone il Comune di Milano , la Provincia ed il loro maggior sponsor sodale , l’eterno ing. Ligresti , ovviamente per questioni di metri cubi ? La crisi c’è per tutti , Zunino salta in aria con la palude di Santa Giulia ed anche l’ing. ha seri problemi con Citylife , ragione per la quale può dare poco spazio alla poesia e vuole riprendere a seminare il territorio di grossi parallelepipedi dove il verde al massimo è il colore della piastrellatura e se gli amici tentennano si va in cerca di altri “più amici” per sbrigare la faccenda. Il tutto senza che i consigli elettivi sappiano nulla, l’informazione intervenga se non quando è impossibile non farlo e senza che nessuno capisca se esista una maggioranza politica e cosa pensi in merito.

Ma il sistema funziona, dicono : vedrete che presto ci sarà una riunione ad Arcore e tutto si chiarirà.

Del resto, il marchese del Grillo mica sistemava le cose in assemblee di fittavoli e fornitori , andava dal Papa-Re sperando di essere sempre il preferito . Dove è la differenza?

Franco D’Alfonso

 

 

 



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