19 novembre 2014

la posta dei lettori_19.11.2014


Scrive Gianfranco Brambati a Paolo Viola a proposito di Grattacieli e nuove architetture – Concordo in pieno con l’analisi fatta alla quale aggiungerei, se possibile, il non trascurabile dettaglio del “vuoto” che c’è dietro alle nuove costruzioni. Sulla stessa piazza Gae Aulenti, la “solita” banca sta costruendo un ulteriore palazzotto destinato a essere uno spazio per attività “varie”, il tutto a fronte degli spazi vuoti che si trovano nell’edificio situato sulla medesima piazza (quello che a piano terra ospita alcuni negozi come Colmar, Muji e Grom). Tutta la zona di Porta Nuova, eletta a simbolo del rinnovamento edilizio, è piena di edifici vuoti! Dalla Torre Galfa agli ex uffici dell’INPS in Melchiorre Gioia passando per via Sassetti (ex uffici della Regione Lombardia), tutti con l’immancabile cartello: “Affittasi Uffici”. Possibile che tutti questi spazi non possano essere riutilizzati e che si continuino a costruire uffici per aziende inesistenti? Di questo passo finiremo con l’avere una città piena di palazzi da guardare ma non da abitare, nell’attesa che il tempo faccia il suo lavoro… (perché se è crollata la reggia del re di Cnosso, prima o poi anche la Torre Galfa è destinata a crollare. E non lo dico io, ce lo dice la storia…).

 

Scrive Luciano Onida a Paolo Viola a proposito di Grattacieli e nuove architetture – Condivido totalmente il contenuto dell’articolo sui grattacieli di Milano. Piazza Giulio Cesare è divenuta un orrore snaturando il piacevole angolo di Milano come era prima e come me la ricordo io tanto tempo fa (ho 81 anni). La zona Porta Nuova è divenuta la sede del “bosco verticale” che solo le lucertole potranno percorrerlo e non i bipedi incapaci di camminare sul piano verticale. Qualunque balcone con piante rampicanti appare più verde di questo “bosco”. II giardinetto sottostante è bellino ma quando ci sarà il sole della bella stagione sarà impossibile sedersi all’ombra perché le panchine sono lontane dagli alberi. Piazza Gai Aulenti è raggiungibile con una “ciclabile” in salita inadatta a bambini e anziani. I “giardini di Porta Nuova” sono ancora una buca di terra nuda e brulla, li vedranno i nostri nipoti perché gli alberi richiedono 20 anni per divenire veri alberi.

 

Scrive Michele Palma a Lucia Castellano a proposito di Emegenza abitativa – In passato si è data la casa a milioni di italiani finanziandoli col patto di riscatto. A queste condizioni tutti potevano costruire, Cooperative, Comuni ed enti vari. Gli assegnatari, felici, custodivano il bene con ogni dedizione e rispetto delle quote di riscatto. Oggi è meglio chiudere queste aziende politiche e regalare il patrimonio, inciviliremo gli utenti e miglioreremo la società: faremo ottenere ben altri risparmi ai bilanci pubblici.

 
 



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