12 novembre 2014

sipario – MATTHEW BOURNE’S SWAN LAKE, QUANDO I VERI CIGNI SALGONO SUL PALCO


 

MATTHEW BOURNE’S SWAN LAKE, QUANDO I VERI CIGNI SALGONO SUL PALCO

Dal 27 gennaio 1895 siamo abituati a immaginare i cigni come delicati ed esili esseri vestiti di bianco candido, aggraziati e ordinati, che accompagnano con la danza l’amore della principessa Odette e del principe Siegfried: questo è l’immaginario comune che nasce dal Lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij, nelle coreografie di Marius Pepita e Lev Ivanov.

sipario39FBEppure, chi avesse avuto esperienza diretta con i cigni si domanderebbe come sia stato possibile immaginare tanta delicatezza, grazia e candore da animali che vivono in stagni, che sono aggressivi (e possessivi, specialmente nella difesa dei pulcini e dei membri del gruppo) e soprattutto sgraziati nel camminare a terra e nello spiccare il volo dall’acqua!

Forse questa domanda si è posto Matthew Bourne quando nel 1995 ha per la prima volta ha messo in scena il suo Swan Lake al Sadler’s Wells Theatre di Londra. La trama e la drammaturgia è quella del Lago dei cigni di Petipa-Ivanov, la musica è quella di Čajkovskij, senza sostanziali modifiche; ma la versione di Bourne è nota soprattutto perché le tradizionali parti femminili dei cigni sono danzate da un corpo di ballo interamente composto da uomini.

I candidi tutù a disco, le delicate corone di piume e le agili e leggere punte sono sostituite da piedi nudi (per lo più in flex, in modo da ricordare le zampe palmate del cigno), una lunga e arcigna striscia di colore nero che dalla fronte scende lungo il naso a triangolo e da una culotte al ginocchio color bianco sporco e da piume non pettinate, ma disordinate. Matthew Bourne ha commentato la propria scelta dicendo «The idea of a male swan makes complete sense to me. The strength, the beauty, the enormous wingspan of these creatures suggests to the musculature of a male dancer more readily than a ballerina in her white tutu» [L’idea che un uomo interpretasse il cigno aveva perfettamente senso per me. La forza, la bellezza, l’ampiezza dell’apertura alare di queste creature mi suggerisce ed evoca più facilmente la muscolatura di un danzatore più che una ballerina con un tutù bianco].

Nella trama la modifica più importante è rendere Swan Lake un dramma psicologico rispetto al balletto fantastico (etichetta che definisce la storia di tipo magico-fiabesco) del Lago dei cigni. In questo, forse Matthew Bourne ha attuato più l’insegnamento di Rudol’f Nureev, che nella sua versione coreografica del Lago ha voluto dare più un’impronta psicologica al ruolo di Siegfried.

Il Matthew Bourne’s Swan Lake reinterpreta radicalmente anche il focus del balletto, che si sposta dalla Odette/Odile nell’originale al dramma psicologico del Principe. Infatti, Siegfried è vittima delle convenzioni sociali, della Regina Madre che lo opprime con la sua morbosità, incapace di mostrare affetto anche quando il principe dopo l’ennesima sfuriata finisce in un ospedale psichiatrico sotto osservazione e dove lì perde la sua vita, tra i suoi incubi e nella apoteosi finali con il suo amato Cigno.

Il Cigno bianco e il Cigno nero, come nell’originale, sono impersonati dallo stesso danzatore e questo espediente favorisce nella diegesi lo sviluppo del tema della labile mente del principe: infatti, nell’atto II il Cigno bianco esprime il suo amore per il Principe, nell’atto III il Cigno nero lo inganna, seduce e fa perdere e in fine nell’atto IV il Cigno bianco torna a difesa del suo amato Principe, che lotta con i suoi incubi sul letto di ospedale e termina nell’apoteosi d’amore. Il peccato è espiato solo nella morte.

Qual è il peccato? Per le convenzioni sociali, molto forte è il richiamo parodico alla monarchia britannica, il peccato è l’amore segreto, il desiderio di libertà e salvezza, che nella fattispecie di Swan Lake può essere letto anche come l’amore omoerotico del Principe e del Cigno-danzatore, che è un amore vero e puro, ma non riesce a spiccare il volo, rimanendo nella melma di uno stagno, che è la follia e la morte.

Il Matthew Bourne’s Swan Lake dopo la tournée del 2010 torna nuovamente a Milano dall’11 al 23 novembre al Teatro degli Arcimboldi. Assolutamente da non perdere!

Domenico G. Muscianisi

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

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