12 novembre 2014

libri – QUADERNI PROUSTIANI


QUADERNI PROUSTIANI

In occasione del Centenario della pubblicazione della Recherche di Marcel Proust, la rivista Quaderni Proustiani verrà presentata mercoledì 12 novembre, ore 18, a Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano, a cura di Unione Lettori Italiani Milano Relatori Gennaro Oliviero, Daria Galateria, Paolo Lagazzi, Eleonora Sparvoli

La rivista “Quaderni proustiani“, fondata a Napoli nel 1999 nell’ambito dell’Associazione Amici di Marcel Proust, l’unica bilingue (italiano-francese) tra quelle esistenti in Europa, ha la finalità di diffondere la conoscenza dell’opera del grande scrittore, universalmente considerato tra i massimi della letteratura mondiale; trattasi di pubblicazione annuale, destinata a un vasto pubblico, comprendente lettori eruditi e amatori, dilettanti e proustiani di professione.

libri39FBIl numero del 2014 – che si fa scrigno di una data memorabile, quel 14 novembre 1913 in cui uscì il primo volume di A la recherche du temps perdu – contiene contributi che potremmo raccogliere sotto il tema delle scelte tematiche di Proust (Tadié, Merlino, Garritano) o delle sue pratiche poetiche (Girimonti Greco, Oliviero, Vago), o ancora della sua fortuna nel mondo (Lagazzi, Antici, Chardin, Thon-That). Sei recensioni compongono l’ultima sezione, con libere variazioni sul genere, che vanno dal più schietto resoconto («Europe» a cura di Marie Miguet-Ollagnier, Proust e gli oggetti a cura di John Rogove) alla chiosa creativa (Ladenson, a cura di Anne Huez), dall’introduzione degli stessi curatori (Serça), all’intervista con l’autore (Mario Lavagetto risponde a Gennaro Oliviero).

Nella sezione italiana, con Proust e le memorie volontarie, Daria Galateria raccoglie le cangianti comparse di Saint-Simon nella Recherche, che vanno ben aldilà della semplice reminiscenza di lettura, per farsi anche, di volta in volta, citazione dichiarata, o allusione velata, imitazione del ritrattista o reincarnazione fittizia del mestiere di memorialista. Paolo Lagazzi ripercorre le tappe dell’influsso prodotto dall’opera proustiana sulla poesia di Attilio Bertolucci; ma forse, più che di influssi, si dovrebbe parlare di affinità elettive, essendo la sensibilità particolare del lettore, a lui innata, a renderlo particolarmente «poroso» a certe tematiche e ricettivo a certe idee.

Giuseppe Girimonti Greco, attraverso una erudita disamina dell’opera di Barthes e dei testi critici di Debenedetti, osserva come i due sommi critici abbiano affrontato il mistero della nascita del genere romanzesco dalle opere giovanili alla Recherche. Du côté de chez Salinas, Ilaria Antici rintraccia nelle tematiche del celebre poeta spagnolo accenti dal sapore tutto proustiano, che conferiscono alla scoperta di Proust da parte del poeta una chiara intuizione di affinità personali sensibili ed esistenziali.

Nel favorire il dialogo tra Francia e Italia, la rivista offre in traduzione alcuni testi altrimenti difficili da reperire in Italia. Grazie a Valeria Chiore, leggiamo in versione italiana una lettera di Henri Bosco datata del 1927, in cui vengono raccontati i primi passi di un quasi secolare Institut Français de Naples. Mentre dobbiamo a Michele Peretti la versione italiana di una riflessione condotta da Philippe Chardin attorno alle affinità tra Proust e Svevo in riferimento alla psicanalisi. Nello stesso spirito,viene molto utile e preziosa una versione francese dell’influente commento inaugurale di Camil Petrescu, che ebbe il pregio d’introdurre precocemente Proust ai lettori rumeni della prima ora .

Gennaro Oliviero analizza la formazione giovanile di un Proust visitatore di musei e relatore di “salons”: la tradizione baudelairiana spezza una nobile lancia a favore di un’attività solo in apparenza giornalistica, nella quale il giovane Proust affila la sua penna e calza gli occhiali dell’osservatore perspicace ,che sarà poi anche quello dei “salons” immortalati nella sua opera.

La sezione in lingua francese inizia da un motivo antico e ben noto, che Jean-Yves Tadié ha tratteggiato in modo originale e suggestivo: il motivo di Pompei come metafora della morte, se non della discesa agli Inferi. L’attenta e precisa indagine di Pyra Wise ci riserva infine sempre nuove scoperte di inediti: lettere o dediche d’esemplare non resistono alla sua perseverante indagine, e ci dimostrano come la punta dell’iceberg proustiano, benché ci sembri familiare, forse si regge su ulteriori mirabili strati di inediti da scovare. Da seguire!

Gennaro Oliviero

Direttore della rivista “Quaderni proustiani”

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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