5 novembre 2014

TOCQUEVILLE E GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE


In “L’Antico Regime e la Rivoluzione” Alexis de Tocqueville, il famoso storico e politico francese autore fra l’altro del fondamentale “La Democrazia in America“, nota come, fra i cahiers de doléance presentati dal Terzo Stato nei confronti dell’amministrazione statale, ci fosse una lamentela particolarmente ricorrente e risentita: quella che riguardava la tassazione per realizzare e tenere in efficienza le strade; tassa che veniva chiesta, riscossa, ma poi spesa in altro modo (di solito, per coprire le spese militari) e poi nuovamente richiesta imponendo alle città di realizzare e aggiustare le strade per conto proprio. Di tutte le gabelle aristocratiche, questa veniva percepita come la più ingiusta, proprio perché teoricamente corretta, ma del tutto sviata e inefficace nella pratica.

03libeaut38FBQualcosa di simile ahimè avviene spesso con gli oneri di urbanizzazione. Partiti come tassa di scopo (che serve appunto a realizzare i servizi e le infrastrutture di cui la città ha bisogno) si sono spesso trasformati per i Comuni in una fonte di finanziamento della spesa corrente (e così si pagano il riscaldamento delle scuole, gli stipendi dei dipendenti …), salvo poi il paradosso – visto che le opere di urbanizzazione servono – di accollarle come “extra-onere” agli interventi di trasformazione stessa. Versare gli oneri e realizzare le opere: ecco quello che spesso ci si sente dire nella cosiddetta “negoziazione urbanistica” (magari anche su aree già destinate, e non solo nel caso di modifica della destinazione urbanistica).

Di fronte a una situazione del genere, spesso si passa all’eccesso opposto: azzerare gli oneri, per favorire l’attività edilizia come propone Andrea Bonessa (ma poi, come si realizzeranno le opere? dico io. Si rischia insomma di dimenticarsi che le opere alla fine servono e che una città senza strade, parcheggi, verde e fognature non è un posto bello dove viverci).

Forse sarebbe meglio quindi cercare invece di ritornare ai fondamentali, alle ragioni originarie di questa tassa. Gli oneri dunque servono soprattutto nelle zone scarsamente urbanizzate o dove si va a generare nuova domanda di servizi; e vanno spesi per questa finalità.

Dov’è che invece possono essere ragionevolmente ridotti? Nella città già edificata e ben urbanizzata, dove le infrastrutture esistenti abbiano ancora buoni margini di capacità, per interventi che non incrementino in modo significativo il carico urbanistico. Già adesso in verità la legge regionale consente la riduzione degli oneri per interventi minori (c’è l’art. 44 comma 10bis della LR 12/05, mi pare, che consente appunto di dimezzare gli oneri per interventi di sostituzione edilizia). Ma soprattutto sarebbe importante che a livello di PGT ci fosse un’individuazione chiara e ragionevole di tali aree, a cui agganciare le riduzioni (non come adesso, dove ci sono PGT che indicano come TUC – tessuto urbano consolidato – anche aree verdi, agricole o aree degradate e compromesse).

Anche la riduzione degli oneri a fronte di migliori prestazioni energetiche (questa pure già prevista dalla legge) può sollevare qualche perplessità: è meglio infatti che venga applicata solo su una percentuale degli oneri stessi (senza azzerarli) e comunque non nelle aree dove le opere di urbanizzazione restano indispensabili (altrimenti, chi le paga?).

Diverso invece il discorso sul contributo sul costo di costruzione, che essendo invece una tassa sull’attività edilizia, potrebbe essere ragionevolmente riarticolato e ridotto soprattutto per le funzioni che si intendono incentivare, senza attestarsi sempre sul massimo del 10% previsto dalla legge.

In definitiva, sembra che oggi i Comuni abbiano tutti gli strumenti normativi per intervenire ragionevolmente sul tema. Serve però più un lavoro paziente e faticoso, che qualche facile scorciatoia.

 

Marcel Libeaut



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


18 marzo 2020

NON UN PARCHETTO DI MENO

Xavier Vigorelli









13 gennaio 2020

PARCO BASSINI E SCALI UN UNICO PROBLEMA

Fiorello Cortiana






7 aprile 2019

PIRELLINO E DINTORNI

Sergio Brenna


Ultimi commenti