5 novembre 2014

libri – IL LATO OSCURO DEL CUORE


CORRADO AUGIAS

IL LATO OSCURO DEL CUORE

Einaudi editore, 2014, Torino

pp. 275, euro 19,00

 

libri38FBChi di noi può affermare di non avere un lato oscuro del cuore? Dalla seconda metà dell’Ottocento, numerosi scienziati studiano il comportamento umano deviante. I grandi progressi della scienza e della tecnologia spingono gli studiosi verso nuove frontiere, ancora oggi poco conosciute: quelle dell’inconscio. “Au fond dell’Inconnu pour trouver du Nouveau” scriverà Charles Baudelaire.

Corrado Augias, giallista e giornalista, dopo quasi mezzo secolo di esperienza nella cronaca nera, fra tribunali, fascicoli impolverati e casi irrisolti, affronta territori proibiti, quelli di cui si avverte il fascino e il terrore. Sono le dimensioni della mente umana, strati profondi della memoria, che Janet e Breuer hanno tentato di raggiungere con l’ipnosi, Freud con i sogni, e che Augias tocca con la narrativa.

Questa è la storia di Wanda, che subisce il potere del maschio dominatore. “Mia madre apparteneva alla generazione nella quale le donne non si ponevano nemmeno il problema di essere indipendenti. Libere erano solo quelle nate ricche e le puttane” confessa a Clara, una psicologa di primo pelo, incaricata dall’avvocato Vettori di ricercare la verità per un caso di omicidio. Ed è proprio questa verità a dividere gli uomini di legge dagli psicologi. Per i primi, per verità s’intende il resoconto più fedele possibile dei fatti come si sono svolti, per la psicologia anche la menzogna può contenere una verità o più verità.

Wanda è dunque una vittima del nostro tempo, dei costumi, di una cultura insufficiente, di un matrimonio sbagliato e di una fragilità che ne avrebbero fatto una preda perfetta nelle mani di un amante-aguzzino.

Franco è l’immagine del “doppio”. Lo stesso doppio che abbiamo conosciuto con R.L. Stevenson in “Dottor Jekyll e Mr. Hyde” e con O. Wilde ne “Il ritratto di Dorian Gray“. Franco calcola ogni cosa. Sa che possedendo Wanda finirà per coinvolgerla sentimentalmente, perfezionando su di lei il suo dominio, e ridurla in stato di soggezione.

Non è un caso straordinario, quello di Wanda, magari è la nostra storia o quella della vicina di casa, ovvero di una donna dominata dalla paura di restare sola, di non essere degna d’amore, di essere abbandonata. Amare con paura porta ad attaccarsi a qualcuno che si ritiene indispensabile per la propria esistenza, senza sapere chi è realmente. Del resto, questo è l’esito di secoli di cultura errata, che ha sempre portato le donne a non aver stima di se stesse. “È stato insegnato loro che sono deboli, dipendenti per natura, paurose, fragili, bisognose di protezione e di guida” scrive Augias. Wanda incarna la donna che evade dal proprio focolare per essere liberata dalle frustrazioni, ma si trova coinvolta in processo distruttivo di degradazione, in cui, alla fine, solo l’odio le darà la forza per riemergere dall’inganno in cui è caduta e scappare di nuovo.

Cristina Bellon

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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