29 ottobre 2014

MILANO E I 9 MILIONI SOTTRATTI ALLA GIUNTA


Ho grande interesse, non lo nascondo, e anche attesa per il lancio e gli esiti dell’iniziativa del Comune varata venerdì scorso, di destinare 9 milioni per finanziare opere pubbliche proposte e promosse dai cittadini all’insegna della partecipazione e del bilancio condiviso. Naturalmente questa proposta non è piaciuta all’opposizione che strilla dicendo che i Consigli di Zona sono stati “umiliati” da questa scelta perché ritiene che questi denari andrebbero gestiti dai Consigli stessi, quasi fossero altra e diversa cosa rispetto ai cittadini. Vorrei ricordar loro che durante la Giunta Moratti i presidenti dei Consigli di Zona non furono nemmeno mai convocati dal sindaco anche se, e credo di non sbagliare, queste audizioni fossero previste dal Regolamento del Comune di Milano. Ma si sa, ognuno fa il suo gioco.

01editoriale37FBNoi di ArcipelagoMilano ci siamo sempre battuti per la partecipazione dei cittadini e dunque sosterremo questa iniziativa del Comune, però nelle dichiarazioni rilasciate dall’assessora Carmela Rozza alla stampa dopo il Consiglio e riportati dal comunicato stampa del Comune c’è qualcosa che lascia perplessi. “I nove milioni di euro –  ha sottolineato l’assessore ai Lavori Pubblici Carmela Rozza – sono sottratti alla discrezionalità della Giunta e del Consiglio e dati da gestire direttamente alla città.”. È la parola “sottratti” che non mi va giù. Che sia un membro della Giunta a usarla in questa circostanza è quanto meno contradditorio. I cittadini non credo che vogliano sottrarre niente a una Giunta perché sottrarre ha un significato abbastanza preciso: sottrarre (ant. sottràggere) v. tr. a. Portare via, togliere, e in partic. togliere al contatto, agli sguardi, o anche salvare da un pericolo e sim …. b. Portare via con l’astuzia o con l’inganno quanto appartiene ad altri. (Voc. Treccani).

I cittadini tutto vogliono fuorché questo a meno che abbiano radicata l’idea che tutto quello che viene dalla politica si un male. I cittadini vogliono partecipare e condividere le scelte e, ovviamente, non solo per quel che riguarda una piccola parte delle opere pubbliche. Dunque questa “sottrazione” o è un equivoco linguistico oppure, più facilmente, un lapsus freudiano tipico di coloro, molti, che considerano il potere del pubblico amministratore qualcosa di sacrale, per definizione indiscutibile e comunque nel giusto, rispetto al quale il cittadino in disaccordo può solo opporsi nel tentativo di sottrarre qualcosa da avere realmente per sé secondo i propri desideri.

Questa concezione è all’origine dei molti e certamente troppi ricorsi che gruppi di cittadini fanno contro le decisioni dell’amministrazione, principalmente in materia di opere pubbliche, con particolare intensità per quel che riguarda il verde, la sistemazione degli spazi collettivi e la materia urbanistica. Se a questo frequente “ricorrere” si pensa di porre rimedio con qualche episodio di offerta “sottrazione” autorizzata o promossa, non si va lontano.

Nelle dichiarazioni programmatiche relative all’operazione ho sentito anche parlare di una sorta di soggetto terzo con funzione “arbitrale” tra cittadini e amministrazione per la realizzazione dei progetti finanziati con questi 9 milioni. Non stiamo giocando a calcio: tra amministrazione e cittadini nessun nuovo arbitro, ne abbiamo già troppi tra TAR e Consiglio di Stato, piuttosto pensiamo a un esperto di mediazione sociale che raduni attorno a un tavolo assolutamente rotondo interlocutori di pari dignità e autorevolezza e faciliti la composizione tra interessi contrapposti.

Una notazione per finire. A fronteggiarsi nei ricorsi vediamo dalla parte dei ricorrenti spesso persone la cui esperienza, la cui dottrina, il cui livello di informazione non sono certo inferiori a quelli della pubblica amministrazione e dunque il problema non è tanto quello di vincere in giudizio, spesso solo per vizi formali quale la mancanza di rappresentatività in termini giuridici, ma di pensare al bene dei beni comuni accogliendo suggerimenti e proposte. Questa è la buona politica.

Luca Beltrami Gadola



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