8 ottobre 2014

DI DUBBIO IN DUBBIO: ECCO LA CITTÀ METROPOLITANA


È fondata l’opinione diffusa che la L. 56/2014, Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni, oltre a contenere elementi contraddittori e farraginosi, sia inficiata da gravi violazioni dei diritti dei cittadini e della pari dignità dei comuni del territorio.

05natale34FBInfatti gli organi delle 10 città metropolitane (sindaco e consiglio) e delle province, né abolite né ridotte, non sono eletti dai cittadini a suffragio universale, ma dai sindaci e consiglieri comunali, quasi seguendo il modello dei consigli di amministrazione delle aziende. Il sindaco metropolitano viene addirittura imposto d’autorità: ” …è di diritto il sindaco del comune capoluogo” (comma 19)!

Non sono pochi i dubbi sulla legittimità costituzionale della legge. Si mettono in evidenza la riduzione del principio di sovranità popolare e degli spazi di democrazia, la privazione del diritto di voto e l’impedimento a partecipare all’organizzazione politica economica e sociale del Paese.

Appare inoltre evidente che la L. 56 viola la Carta Europea dell’autonomia locale (1987), diventata legge dello Stato italiano, e specificatamente l’art. 3 che stabilisce il diritto delle comunità locali di “regolamentare ed amministrare” il proprio territorio nell’ambito della legge. ” Tale diritto – recita il 2 comma – è esercitato da Consigli e Assemblee costituiti da membri eletti a suffragio libero, segreto, paritario, diretto ed universale, in grado di disporre di organi esecutivi responsabili nei loro confronti.” E questa forma classica di democrazia rappresentativa non pregiudica il ricorso a strumenti di democrazia diretta: referendum , assemblee ed altre forme di partecipazione dei cittadini.

Gruppi di cittadinanza attiva e forze sociali e politiche, che le oligarchie dei partiti e del potere che fanno di tutto per escludere dalla partecipazione ai processi decisionali e costituenti (come nel caso dell’istituzione delle Città Metropolitane), tentano di farsi sentire con appelli e lettere aperte e proposte, di promuovere incontri e dibattiti pubblici, di organizzare momenti di riflessione ed elaborazione, di avviare ricorsi giuridici e manifestazioni per difendere diritti inalienabili e democrazia costituzionale

A Milano, dal 2005 il Comitato per la Città / Cittadinanza Metropolitana – confluito nel 2011 nel Forum Civico Metropolitano – ha prodotto analisi e promosso iniziative sulla questione del governo delle aree metropolitane. Si segnalano due documenti significativi – una proposta di statuto (2005) e un appello (2011) per realizzare la Città Metropolitana Milanese.

Alla vigilia dell’elezione di secondo grado dei 24 consiglieri, chiamati a redigere lo statuto della Città Metropolitana, il Forum Civico ha inviato una lettera aperta agli elettori sindaci e consiglieri comunali dell’area metropolitana milanese, con la quale si ribadisce la denuncia del disegno autoritario generale e della violazione dei diritti politici. In quanto cittadini informati e consapevoli, si esprime la preoccupazione che proprio i Comuni, in particolare quelli piccolissimi piccoli e medi, rischiano – anche per la riduzione drastica e l’irrazionale distribuzione delle risorse finanziarie – di trovarsi nelle condizioni di non poter svolgere appieno i loro compiti istituzionali (erogazione dei servizi fondamentali, sicurezza ambientale e sociale ecc.) e di perdere il loro ruolo primario di presidio democratico e partecipativo.

Diventa necessario e urgente, proprio nell’attuale fase costituente della Città Metropolitana, uscire dai recinti autoreferenziali e dalla ristretta cerchia oligarchica, informare e coinvolgere i cittadini e i loro comitati e associazioni, aprire il confronto, ascoltare e accogliere i contributi e le proposte che vanno nella direzione di redigere uno Statuto democratico e coerente con i dettami della Carta Costituzionale.

Forse è ancora possibile rimettere nell’alveo costituzionale l’iter istitutivo degli Enti sovra-comunali e intermedi tra Regione e Comuni. A partire dalla Città Metropolitana, i cui organi di governo (sindaco e consiglio) possono essere eletti a suffragio universale direttamente dai cittadini, secondo la stessa Legge 56 (comma 22), a condizione che “entro la data di indizione delle elezioni si sia proceduto ad articolare il territorio del comune capoluogo in più comuni “. Nel nostro caso, spetta al Consiglio comunale di Milano di fare la proposta – da sottoporre a referendum – di abrogare il comune unico del capoluogo e di articolarlo in più comuni.

In alternativa , è prevista l’elezione diretta nelle città metropolitane con popolazione superiore ai 3 milioni di abitanti ( Roma, Milano, Napoli, Torino), soltanto se il comune capoluogo – che rimane unico – si organizza in zone dotate di autonomia amministrativa. Questa eventuale scelta comporterebbe la ratifica del predominio del capoluogo e della divaricazione tra centro e periferie al suo interno, il mantenimento dello squilibrio tra i centri urbani dell’area, la violazione della parità del diritto di voto.

Ad esempio, nell’area milanese il cittadino metropolitano non potrebbe godere di pari diritti. Infatti, mentre i cittadini di Milano sarebbero detentori del diritto di tre voti (per la “zona”, il comune e la città metropolitana) , gli altri dei 133 comuni di due voti.

Per rimanere in casa nostra, dell’ area / città metropolitana milanese si ignorano (o si fa finta di ignorare) alcune questioni cruciali che necessitano di essere riprese, approfondite e risolte. L’egocentrismo della “grande Milano” come vecchio comune unico, quando invece Milano (con la sua storia ed evoluzione) si identifica in realtà nella sua area metropolitana, che, a sua volta, non può non comprendere altri territori di province di antica e recente costituzione (in primis Monza / Brianza) dentro i confini geografici e storici tra il Ticino e l’Adda. Il gigantismo di Milano che schiaccia i comuni nani dell’area: dei 133 comuni, 1 conta 689 abitanti; 7 hanno tra 1.196 / 1.975; 16 tra 2032 / 3979; 34 tra 4057 / 7991; 49 tra 8003 / 19649; 12 tra 20201 / 27193; appena 12 centri urbani registrano tra 31058 / 59147 ab.; soltanto Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo raggiungono rispettivamente 81130 e 74150 ab. La cittadinanza metropolitana , i cui diritti e doveri sono da identificare meglio in rapporto sia ai compiti e alle funzioni della Città Metropolitana che della Regione. Di quest’ultima sono da ridurre drasticamente le funzioni gestionali e gli sprechi nella direzione del decentramento dei poteri e della distribuzione delle risorse. La partecipazione dei cittadini al processo decisionale per quanto riguarda soprattutto l’ambiente , il paesaggio e i beni pubblici e comuni (secondo quanto stabilito da leggi dello Stato italiano che hanno recepito direttive, convenzioni e carte europee).

Si auspica che i 24 membri del consiglio metropolitano , chiamati a redigere lo statuto; il sindaco e i consiglieri del Comune di Milano, che hanno la grande responsabilità di procedere ad “articolare il territorio del comune capoluogo in più comuni “; i sindaci e i consiglieri che hanno la responsabilità di procedere alle “unioni e fusioni” dei piccoli e piccolissimi dei 133 comuni , vogliano e sappiano recepire le esigenze e i diritti dei cittadini metropolitani e vogliano ascoltare gruppi di cittadinanza attiva come il Forum Civico Metropolitano.

 

Giuseppe Natale

 

 



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