17 settembre 2014

RIFLESSIONI SULLE BICI CONTROMANO DI UNO SEMPRE SU DUE RUOTE


Uno degli ultimi tormentoni estivi è stata la proposta di far circolare liberamente le biciclette contromano. Nonostante per molti sia già diventata convinzione, non è una proposta che possa diventare realtà poiché, La bicicletta, secondo il Codice della Strada è un veicolo e pertanto è soggetta alle regole di circolazione degli altri mezzi.

10_cingolani31FBSulla problematica è intervenuto il Ministero dei Trasporti che, ha espresso parere favorevole alla circolazione nei due sensi di marcia anche nelle strade a senso unico, a patto che i Comuni autorizzino questo metodo di circolazione su strade larghe almeno 4,25 metri, in aree con limite di 30 km/h, nelle zone a traffico limitato, in assenza di traffico pesante; tutte condizioni che ben difficilmente si riscontrano a Milano.

La posizione dei favorevoli porta come esempio quello che è previsto in alcune città del Nord Europa e Svizzera, ma non tiene conto di una componente complementare del Codice della Strada che da noi manca: il senso civico. Esportare la buona educazione in Italia e in questo caso a Milano è un’impresa difficile.

È sufficiente circolare in auto a Chiasso per vedere che, nonostante il codice stradale sia lo stesso, quando si esce da un parcheggio è buona norma favorire l’immissione nella carreggiata, idem in autostrada, ecc. In Italia invece, il diritto di precedenza viene sempre esercitato come fosse un diritto naturale, spesso questa logica è la causa di ingorghi e rallentamenti; basta pensare a chi parte subito a semaforo verde anche se sa di bloccarsi al centro dell’incrocio.

L’idea che i diritti siano inseparabili dai doveri e da questi esaltati, che dovrebbe essere l’individualismo proprio di una società democratica dove tutti sono cittadini e hanno eguali diritti, nel nostro paese è estranea.

Purtroppo in questi ultimi anni, ahimè anche per responsabilità della nostra cultura di sinistra, si è diffusa un’idea irragionevole: i diritti sono libertà e i doveri costrizione. La buona educazione e il senso civico non possono essere imposti però, possono essere limitati i comportamenti che non ne favoriscono lo sviluppo.

Sempre riguardo alla biciclette contromano, ho notato in alcuni articoli di giornali, la ricerca del senso di appartenenza, come se Milano avesse bisogno di dividersi in varie tribù metropolitane; ad esempio c’era la ricerca del nemico nell’automobilista paragonato a un talebano. A parte il discorso generale sulla buona educazione che riguarda tutti i milanesi, in questo momento credo che, a parte i genitori che si ostinano ad accompagnare a scuola i figli in macchina, nessuno pensi all’auto come a una scelta piacevole. I tempi di percorrenza sono lunghi, la ricerca del posteggio estenuante, il redditometro sconsiglia di esporla a occhi indiscreti e chi ha un auto d’epoca o da collezione cerca di non usarla per evitare di rovinarla.

Milano è cambiata,soprattutto negli orari e nell’organizzazione del lavoro ma, i trasporti per anni non sono stati governati e non si può recuperare il tempo perduto in un momento come non si deve nemmeno dividere i conducenti di mezzi in buoni e cattivi, anche perché uno può essere ciclista alla mattina e automobilista la sera o quando va a fare la spesa al centro commerciale.

In vent’anni di governo della destra si è sviluppato un individualismo arrogante, con comportamenti prepotenti che notiamo tutti giorni e condizionano molti nostri concittadini, dalle auto posteggiate male al lavavetri insistente

Cambiare le norme invece di fare rispettare quelle che ci sono è sempre un passo indietro e non vorrei, visto che è già ampiamente tollerato, che tra un po’ si voglia autorizzare la doppia fila selvaggia davanti alle scuole, per il bene dei figli e, davanti ai supermercati e negozi per favorire il rilancio economico.

Io personalmente sono quasi sempre su due ruote bici e/o scooter. Uso principalmente la bicicletta nelle stagioni fredde, mi capita a volte di andare contromano e di avere le luci spente da quando non c’è più la dinamo per i fari ma, se mi sanzionano, non pretendo di avere ragione o di modificare il codice.

 

Massimo Cingolani



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